Intervista allo scrittore e avvocato Michele Laperuta

Come fare coincidere la professione di avvocato con l’umorismo/ culturale: ai microfoni di GLOBUS MAGAZINE, da Pagani in provincia di Salerno, Michele Laperuta.

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Come fare coincidere la professione di avvocato con l’umorismo/ culturale: ai microfoni di GLOBUS MAGAZINE, da Pagani in provincia di Salerno, Michele Laperuta.

Come  e quando nasce la sua passione per la giurisprudenza?

“La passione è nata seguendo mio padre, pure lui avvocato. Vedendo quello che faceva, come lavorava, l’ambiente nel quale il svolgeva il lavoro.

Mi ha colpito anche sapere che Alfonso Maria de’ Liguori, poi Santo, aveva svolto la professione di forense prima della conversione. Aveva anche messo a punto delle regole, per la precisione dodici, per il retto esercizio della professione di avvocato. A proposito, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori è il Patrono della mia cittadina”.

Da ragazzo, Michele, pensava che da grande avrebbe fatto l’avvocato?

“Può sembrare strano, quasi comico, però essendo mio padre avvocato sin da piccolo un po’ tutti, amici di famiglia e conoscenti, mi chiamavano il “piccolo avvocato”. Il resto si immagina da sé”.

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Com’e’ amministrata la giustizia oggi in Italia?

“E’ una domanda alla quale non è semplice dare una risposta ai nostri tempi. Senza scomodare la greca “Dike” e la romana “Iustitia”, ai giorni nostri manca un’ equilibrio tra le componenti della Giustizia. Pochi sono gli sforzi che magistrati ed avvocati, ciascuno nel proprio ambito di competenza, fanno per capirsi reciprocamente. Non potrebbe essere altrimenti, perché pure all’interno di avvocatura e magistratura ci sono i miei ed i tuoi, i nostri ed i loro. Una maggiore comprensione reciproca ed una compenetrazione tra le due componenti darebbe nuova vitalità ad una Giustizia che agli occhi dei più pare ferma, e non mi riferisco solo ad una questione di tempi”.

Da dove bisogna partire per creare una nuova coscienza civile nei confronti del bene pubblico? 

“Bisogna partire dal profondo di ciascuno di noi, anche se di recente ho letto (Baricco) che bisognerebbe smetterla di contrapporre “profondità” e “superficialità” e che l’attuale “superficialità” (intesa come non scendere nel profondo delle cose) ha molto di positivo perché incide direttamente sulla nuova società che viviamo”.

Potrebbe commentare la frase del famoso scrittore russo Fedor Dostoevskij: “ La bellezza salverà il mondo?”

“Più che il commentare la frase “La Bellezza salverà il mondo”, penso, parafrasando un’altra frase famosa, che “una risata lo seppellirà”!

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A proposito di bellezza, lei si destreggia anche su Facebook con delle frasi o brevi racconti che “ fertilizzano” di cultura il famoso Social.  Le sue battute ironiche danno quel tocco di estemporanea ilarità’ che  ogni utente dei Social cerca. Ci parli di questa sua esperienza?

Premetto che quello che mi diletto a scrivere non credo dia bellezza al noto “social” e neanche ad altri “social”. Quanto allo stile, al contenuto, al messaggio delle mie battute e scritti, la mia idea e la mia pratica di ironia ed autoironia, umorismo, satira e quant’altro non vuole essere in sintonia e sull’onda di quella che la maggior parte preferisce o vuole leggere ed ascoltare. La comicità urlata, a tratti volgare, demenziale, fine a se stessa non mi piace. Ironia, umorismo, satira, comicità devono sollecitare non solo distrarre e far fare risate grasse. Gli scritti e le battute devono essere sì momenti leggeri, ma allo stesso tempo devono far riflettere e mettere in moto i neuroni. Mi è sempre piaciuto giocare con le parole e immaginare momenti di leggerezza che allo stesso tempo facciano riflettere.

Questo non nel senzo della famosa frase del Marchese del Grillo “io so’ io… e voi non siete …”. Ci mancherebbe… massimo rispetto per chi ha stili e contenuti diversi ! Leggo ugualmente perché si può sempre apprendere qualcosa”.

Potrebbe scrivere due breve frasi  ironiche  per smorzare un po’ le  pompose domande   precedenti? 

“Come frasi che rispecchiano dal punto di vista umoristico e satirico giustizia e scrittura opterei per: 

QUANTE STORIE: Corso di scrittura creativa.“Dai inizia a leggere tu”. “Sono un anziano signore, ricco, potente, mi trattengo con molte ragazze…”. Un momento…non iniziamo a copiare dalle intercettazioni telefoniche”.QUANTE STORIE: Uniformità. Il lettore… la legge… uguale per tutti!”

Ma se potesse  tornare indietro farebbe lo scrittore e, se sì, perche’?

“Innanzitutto penso che tornare indietro non si può… Fare lo scrittore ? Si scrive e basta! Non ho mai collegato la scrittura ad una professione. Avendone la possibilità proverei a far conoscere quello che scrivo in maniera diversa, non per fare della scrittura una professione”.

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