Intervista alla poetessa Marisa Cossu

Marisa Cossu, poetessa romana che ha scritto dieci libri e in uscita altri due.

Suo papà è nato in Sardegna, sua mamma è Romana, lei Marisa Cossu, incarna l’energica e  la tenacia dei sardi e la simpatica e la goliardica ironia dei romani. Poetessa per passione certamente, ma soprattutto per gratificare, emozionare, stupire chi la legge?

Da mondi apparentemente diversi origina il mio modo di essere e di concepire la vita: la solitudine e la durezza della “sardità”, lo sguardo al Continente, l’anima distesa nelle pietraie dei nuraghes o l’amore immenso per il mare e la libertà. Un’educazione severa, ma non rigida, una famiglia serena diretta da una madre gentile ma esigente, e tanta gioia tra quattro sorelle, in tante città italiane in seguito ai trasferimenti di mio padre, ufficiale di Marina.  Poi l’amore per la lettura, la musica e le arti, sostenute da entrambi i genitori, sensibili amanti della letteratura e all’Opera lirica; non a caso mia madre ebbe dai suoi il nome di Norma. E poi gli studi, anch’essi in varie città, e la nascita della poesia in età adolescenziale. Una vita ricca di soddisfazioni, d’amore, degli inevitabili dolori, dedicata alla famiglia, ai figli, agli amici, alla Scuola e all’insegnamento, al mio lavoro di psicopedagogista e alla mia passione per la letteratura, la filosofia, la poesia.  Ma come è nata in me la poesia? Penso di aver sempre posseduto il bisogno dello “scavo” interiore, una grande sensibilità e un forte senso estetico, una inderogabile apertura agli altri e un bagaglio di emozioni e sentimenti consolidatisi con la formazione e la maturità. La poesia è una grazia: non la si cerca, la si aspetta; quando ci inonda è respiro di meraviglia, quando manca è nostalgia e senso di perdita. La poesia è Parola, pensiero, musica e visione. Quindi per me la poesia non è soltanto una passione, ma è la stessa vita coniugata alla creatività e all’amore agevolata da un supporto di conoscenze e di affettività. È un vero fatto cognitivo che origina da tutta me stessa, cuore, cervello e psiche. Naturalmente ho compiuto studi anche personali di metrica classica perché amo scrivere secondo l’antica tradizione letteraria, pur non trascurando il verso libero, quando è sincero e ben scritto”.

Ha scritto in questi lunghi anni dieci libri, ognuno con amorevole cura; ogni titolo racchiude una parte del suo cuore. Quante poesie contengono i suoi libri  e il suo talento poetico dove è maggiormente ispirato?

“I miei libri scandiscono un percorso di maturazione psicologica e di affinamento delle capacità espressive in versi e prosa. Non si finisce mai di apprendere, di guardare all’esistente con occhi diversi, curiosi, compassionevoli e creativi. Sono d’accordo con i critici che affermano che la poesia s’impara leggendo poesia, quella dei grandi cui tutti ci ispiriamo, ma anche quella dei contemporanei nella ricerca dell’innovazione. Non può però esservi innovazione a prescindere da una fondata competenza lessicale.  Tuttavia al poeta è richiesto di immaginare l’oltre, di rielaborare il dolore letto negli occhi dei contemporanei, di camminare tra la gente per entrare in empatia con la fatica del vivere, di avvertire la poesia in ogni granello di sabbia. E veniamo ai miei libri: all’inizio ho pubblicato in antologie e collettanee, sempre a seguito di concorsi letterari vinti. In seguito ha preso forma un percorso interiore, un modo di guardare dall’interno al mondo che intorno dipana le sue storie nelle grandi antinomie che ci confondono e a cui tendiamo a dare una impossibile soluzione. Temi ricorrenti sono: luce ed ombra, gioia-dolore, vita-morte, ricordi ancora pungenti, natura e metamorfosi, amore, affetti familiari, riflessioni sull’uomo ed elucubrazioni filosofiche. Il mare poi, è in tutti i miei libri un elemento rasserenante, spesso metafora della vita e del naufragio che ciascuno di noi prova nelle maree. Ecco una sintetica bibliografia:  Prospettive, Silloge in collettanea, Ed. Pagine, Roma, Sentire, ed. Pagine, Roma, Souffle, Collana Parole in fuga, Aletti Editore, Trasparenti pareti, Vitale Edizioni, La vita bella, pensieri e parole, BookSprint Edizioni, La carezza delle parole, TraccePerLaMeta Edizioni, Attraverso pareti di pietra, Akea edizioni, Di ombra e di luce, Blu di Prussia Ed., Modernità in metrica, Mimesis, Caramanica Editore (4 autori), Saggi brevi, Il Convivio Editore, Innesti, Edizioni Tracce”

Tra breve usciranno altri due libri. Quali saranno le tematiche che ha affrontato  questa volta?

“Sono in uscita, a breve, due nuove Sillogi: “Chiarori e notturni”, Pegasus Cattolica Ed. ed “Enigma”, Montedit. I due nuovi libri riprendono i temi a me più cari, quelli che appartengono alla mia anima e alla mia personale visione del mondo, ma il cerchio si allarga a considerazioni più profonde scandite in endecasillabi e in altre forme metriche. I titoli sono emblematici dei contenuti lirici: la vita come enigma irrisolvibile, gli inganni del tempo e delle metamorfosi, la corsa inarrestabile dell’uomo verso un destino che non conosce, il ruolo benefico dell’arte e Catullo che ritorna in una trasposizione sonettistica.  In questo libro una sezione è dedicata al verso libero. In “Chiarori e notturni”, prevale il senso di dispersione e spaesamento dell’uomo che insegue nonostante la durezza dei tempi vissuti, l’amore e la bellezza come ideali da raggiungere attraverso la poesia e l’Arte. Vasto spazio è dato all’esigenza di quiete, di un utopico approdo, per andare a fondo, al cuore degli intendimenti che io stessa nutro sul fatto di esistere.  La maggior parte della pubblicazione dei libri è il risultato del primo posto in accreditati premi letterari. Altre opere sono presenti nel Blog letterario del Prof. Nazario Pardini “Alla volta di Lèucade”, di cui sono collaboratrice, in altre riviste culturali e in numerose Antologie. Di me hanno scritto stimati critici letterari e poeti”.

Scelga una poesia tra le tante poesie che ha scritto… per la gioia dei nostri lettori.

Condizione: (sonetto elisabettiano) Ritroveremo quello che scompare in una zona tra la vita e l’oltre e resteremo attoniti a contare luci che, avvolte in una spessa coltre, arano nella nebbia le insidiose corsie del nulla. Alla fine sapremo dove si scioglie il nodo delle cose e forse solo in quel confine estremo si darà forma al tutto chiaramente. Saremo libri scritti nella notte, sillabe di un inchiostro trasparente, fantasmi sulla scia di ignote rotte; la tirannia del Tempo ci misura, della pochezza umana non si cura. (Marisa Cossu)”

Tutti possono essere in fondo dei poeti, dato che tutti siamo dotati di sensibilità …sì o no… Qual è la vera essenza della sublime poetica?

“La poesia è la stessa vita perciò è di tutti, ma non tutti, pur essendo dotati di grande sensibilità, possono giungere al godimento estetico di un’opera letteraria e a maggior ragione della poesia. Molti poeti le hanno attribuito affascinanti definizioni: faro, rivoluzione, approdo, pace ed altro, ma nessuno ha potuto chiudere in una gabbia linguistica “l’essere errante” della poesia. Essa come fatto spirituale, creativo, sfugge, è “anima”.  Nella scrittura non basta la creatività per dirsi scrittori, poeti o Artisti; non si capirebbe come, anche nel linguaggio dell’Arte, esistano delle costanti di consapevolezza messe in luce dalla avanzata ricerca in neuroscienze. Io stessa non so se sono poeta e, come dice un grande poeta arabo contemporaneo, “ogni giorno aspetto l’illuminazione”. Se non può essere definita la poesia, non può essere definito il ruolo del poeta e la sua funzione nella società. Di certo ipotizziamo almeno alcuni caratteri fondamentali della poetica: alterità, etica, estetica, parola. Quindi il poeta è testimone privilegiato del suo tempo, ha uno sguardo di empatia e di apertura sull’uomo, vuol comunicare sé tesso e aprirsi agli altri, ha gusto estetico in nuce, ha una visione etica dell’insieme delle problematiche universali, ama anche l’ultimo granello di sabbia. La poesia è soprattutto amore in tutte le sue sfumature, ma è anche conoscenza, struttura, poièin. Non un fatto filosofico su cui elucubrare, ma immaginazione, nostalgia, vuoto. Imparare a scoprire la poesia che vive intorno a noi è un problema educativo, con il quale dovremmo confrontarci per accrescere l’amicizia e la pace. Di qui l’importanza della pedagogia delle emozioni e dei sentimenti, il “sentire” di greca classicità. Se non si può insegnare ad essere poeti si può educare alla bellezza, al riconoscimento di emozioni e sentimenti, all’humanitas indispensabile per lenire le asprezze dell’esistenza.  E da cosa nasce cosa, perché chi ha la fortuna di ricevere un’educazione all’amore e alla bellezza, non solo potrà cimentarsi nella poesia come dichiarazione del proprio io, ma potrà aiutare gli altri a stabilire relazioni equilibrate e amichevoli”.

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