Intervista al siciliano Alessandro Librio, fautore Soundartist ART

Alessandro Librio, evviva l’arte! La gioia di fare il “mestiere” dell’artista.

Per molti sarà un’astrusa parola, allora spieghiamola a chi non è avvezzo a questa innovativa arte?

“La sound art è una disciplina artistica in cui il suono viene utilizzato come medium principale, non si tratta di composizioni musicali ma appartiene alla sfera delle arti visive. Il suono divine plastico ed utilizzato come se fosse visibile. La maggior parte del mio lavoro si concentra sulle installazioni audio-visive, ma io amo spaziare tra diverse discipline artistiche, comprese quelle marziali. L’etichetta è utile soltanto al fine comunicativo, in quanto si tende a pensare che bisogna conoscere per riconoscere. Ma l’arte è anche ricerca e questo il mondo dell’arte a volte tende a dimenticarlo”

Con sua madre Rosaria che esplica il suo cuore con dinamiche artistiche, che si svolgono in Sicilia ed in modo particolare a Trapani, ha collaborato?

“Sì, certo la mia famiglia conosce buona parte dei miei progetti, ogni volta che posso li coinvolgo attivamente e negli anni mi sono stati vicino soprattutto nei momenti più duri. Sicuramente l’arte ci ha sempre unito, e ricordo intere giornate spese a parlare di pittura scultura e tanto altro. Il primo contatto con l’arte l’ho avuto proprio attraverso mia madre”.

Lei mi raccontava ama molto viaggiare. Dove si è esibito di recente a Londra ed in quale circostanza e dove si è esibito riscuotendo sempre grande approvazione dal pubblico?

Viaggio molto e amo tornare, il mio ultimo viaggio risale allo scorso febbraio, esattamente durante il lockdown nazionale. Avevo vinto una residenza in Patagonia e ho avuto l’opportunità di realizzare dei lavori video-sonori fra i ghiacciai e all’Isla Magdalena con oltre 170.000 pinguini, un’esperienza indimenticabile. Questi lavori verranno presentati in una mostra dal 20 maggio al 20 luglio in Svizzera, a Ginevra. Londra è stata importantissima per me, vivere li è stato molto importante per la mia crescita e spero di ritornarci al più presto”.

La sound-art prevede anche l’utilizzo di più strumenti e se sì, quali?

“Nella sound-art si possono usare tutti gli strumenti che servono, da quelli più semplici a quelli più complessi, ma la cosa più importante rimane avere qualcosa da dire. Anche lo spazio che ospita l’installazione ha qualcosa da dire, e lo fa attraverso la rifrazione del suono oltre che della luce. In campo musicale sono un polistrumentista, e questo mi serve per avere un quadro generale soprattutto nella composizione. In buona parte dei miei lavori l’aspetto performativo a volte assume un ruolo centrale, e il video rimane come unico documento. Altri lavori invece sono stati concepiti per essere esposti senza la mia presenza, utilizzo ciò che mi serve in funzione della visione finale che ho in mente”.

Che progetti sono rimasti nel cassetto, per via di questa pandemia in corso?

“Tantissimi, ma sto approfittando di questo periodo per studiare e sviluppare nuovi progetti, al momento sto scrivendo le musiche per uno spettacolo teatrale per il Teatro Biondo di Palermo e per un’installazione da realizzare a Parigi il prossimo inverno. Mi manca moltissimo non potermi esibire in pubblico ma credo che esattamente come un arco che viene teso, nel momento in cui saremo liberi di rincontrare il pubblico avverrà un’esplosione creativa. D’altronde come sappiamo nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.

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