Intervista ad Aida Satta Flores

Appuntamento a Tindari per il concerto di Aida Satta Flores dal titolo D’Istanti, per festeggiare i suoi 60 anni.

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Questo sarà un concerto particolare; infatti non mancherà il calore del suo amato pubblico ma soprattutto festeggerà i suoi sessantanni. Che emozioni le suscitano, gentile Aida, tutto ciò?

“D’Istanti” nasce da una lunga e interiore gestazione, prima dell’inaspettato presentarsi della nuova “peste” mondiale, il nemico Coronavirus, che ci ha obbligati al distanziamento, lontani da abbracci e calore corporale. Inizialmente il mio sogno, un nuovo disco-live di inediti, come già fatto con l’”Aida Banda Flores”, ma ora con gli archi al posto dei fiati d’una banda, si chiamava “Risonanze…nell’Arca-Extra”. Il compianto Sebastiano Tusa sostenne l’Anteprima di “Risonanze”, l’8 dicembre 2018, all’Ex Noviziato dei Crociferi di Palermo.Con l’Anteprima Nazionale di “d’Istanti”, si compie il primo passo di una promessa a mia madre..Il 21 settembre 1974, nel giorno del mio quattordicesimo compleanno, mio padre organizzò il trasferimento mio e di mamma, da Catania a Palermo. A pranzo ci portò a Tindari, dalla Madonna Nera. Quel giorno piansi disperatamente, un pianto lacerante di cui riesco a sentire ancora, perfettamente, ogni Istante di quel salato delle lacrime in bocca (tristezza infinita), il tremore del cuore ancora innocente sulle guance rosso-fuoco (rabbia muta), il sudare dell’anima sui miei bei piedini di ghiaccio (addio ai curiosi e naturali passi dell’infanzia felice e spensierata, sotto il manto della cultura della Vita). Quel giorno di 46 anni fa abbandonavo, in un Istante, la mia infanzia, ovvero la mia Natura. Perché la Natura, intatta, incontaminata, innocente, è, a mio avviso, tutto ciò che abbiamo nell’infanzia, e dobbiamo proteggere, per non farci “cambiare” dal mondo. Tutti abbiamo un’enorme responsabilità: riuscire a proteggere, nel tempo, la Natura, quella nostra innata Natura comune a tutti gli esseri del mondo, e quella esterna a noi, il nostro pianeta. Se affermiamo che “la Bellezza salverà il mondo” pecchiamo di antropocentrismo, perché il concetto insito nella parola “Bellezza” è una sovrastruttura tutta umana; indica infatti l’operato artistico dell’uomo, le tracce lasciate nella storia, manufatti umani. Il nostro ruolo d’artista deve necessariamente tendere all’affermazione collettiva che “il mondo salverà la Bellezza”. Il mondo siamo noi. La Bellezza, con o senza la mano dell’uomo, è li. E ci parla da sempre. E la zittiamo quotidianamente. Dopo un pranzo consolatorio sotto la Madonna Nera del Santuario di Tindari, imboccammo l’autostrada Catania – Palermo. Il colore Nero mi accompagnò fino a Palermo, fino ad oggi. Quel “Nigra sum sed formosa” (sono nera ma bella) avrebbe pulsato per sempre nei miei sogni, nelle mie visioni, nel mio Essere. Quel viaggio fu per me un’indimenticata processione funerea: dai finestrini dell’auto osservavo mille corvi e uccelli neri appollaiati sui guard-rail che, silenziosamente e in fila geometrica e perfetta, accompagnavano quel mio feroce distacco, quella “fine sensi Naturali”, quell’obbligato distanziamento da ciò che amavo. Siamo la memoria di noi. Ricordiamocelo! In questa memoria immemorabile sta tutto l’Universo che è in noi. “Ogni secondo è di valore infinito, perché è il rappresentante di un’eternità tutta intera” (Johann Wolfang von Goethe)Un solo Istante può contribuire alla fine di un bosco, di un’esistenza…un solo Istante può salvare una vita, può salvare la Vita. Per rispondere a quel “il mio amato pubblico” posso dire solamente che “d’Istanti” è il nome di un concerto-concetto, ed è anche il titolo del futuro album-live che pubblicherò nel 2021. E che ci saranno molte inedite “sorprese” per quanti verranno ad ascoltarci anche da lontano, da Catania, da Messina, da oltre lo stretto di Messina…”

Durante il concerto il pubblico potrà riascoltare suoi cavalli di battaglia ma anche dei pezzi inediti. Potrebbe elencare i titoli?

“Il tema delle canzoni è racchiuso nell’apostrofo del titolo ‘d’Istanti”, che ho voluto rappresentare con una sola delle mie “famose” 3 rondinelle… L’apostrofo rappresenta la dimensione Spirituale, che purtroppo latita nel mondo. Foneticamente pronunziar il titolo fa pensare alla dimensione umana dello Spazio. Argomento cocente, soprattutto dopo il lungo tempo di distanziamento sociale che viviamo. Con l’apostrofo ho voluto indicare la dimensione umana del Tempo. Tema portante di tutta la mia produzione artistica e musicale, da sempre. La dimensione Spirituale ha bussato forte alla mia porta, per farsi verbo e suono. Quell’ unica “rondinella” a questo serve. A renderci fiammella al buio, fiammifero di luce, “faro” che possa riuscire ad intercettare “l’Eterno in un minuto”. Ho scelto di reinterpretare alcuni “Istanti” d’autore a me cari, come Franco Battiato, Ivano Fossati, Domenico Modugno, e…la sottoscritta, rendendo pubbliche molte mie canzoni inedite. Una delle più alte emozioni per me, inoltre, è la partecipazione degli illuminati e illuminanti Radiodervish, Nabil Salameh e Michele Lobaccaro, che mi onorano di condividere con me, la mia band, l’ensemble d’archi diretto dal M° Valter Sivilotti, molte delle loro “perle”, che amo, duettando con me anche dentro alle mie canzoni. Le canzoni del nostro concerto-concetto ‘d’Istanti”, in ordine alfabetico: A cuore nudo (Aida S.F.) Alkaid ( Aida S.F. Amara terra mia (Domenico Modugno), I segreti del mare, Senza voce, Una giornata piena di sole, Paura e fortuna, A cuore nudo, Il tempo di cantare, La solitudine magnifica, L’esigenza, L’immagine di te, Lontano, Il sangre e il sal, Itaca, Una candela nel buio, Tancredi e Clorinda, Il centro del mundo, L’ombra della luce (Franco Battiato), C’è tempo (Ivano Fossati), Banda inclinata – lettera su musica di Marco Betta, Quello che non voglio – testo Stefano Benni musica Leonardo Bruno”

Oltre a tematiche sociali, e lei Aida è molto sensibile a ciò, anche nelle sua canzoni e nelle parole che canta ci sono altre tematiche  che vuole  stigmatizzare al pubblico lanciando così dei  bei messaggi. Li vuole condividere anche con noi?

“Sottotitolo del concerto è “Fai del mondo la tua casa”. Nella Giornata Internazionale della Pace tutte le canzoni sono dedicate alla Signora TERRA, a  Capitan MARE, al Santo Cielo. Partner del progetto è l’Agenzia Regionale Per la Tutela dell’Ambiente, A.R.P.A. Sicilia.. Abbiamo trattato male la nostra casa comune, il nostro pianeta: la Terra. Abbiamo trattato male il nostro mondo liquido, acquatico: il Mare. Abbiamo trattato male noi stessi: siamo anime in pena sotto ad un’aria sporcata dall’antropocentrismo, sotto all’unico Cielo che ci guarda dall’alto. Alla Terra, all’Acqua, al Cielo, immagino venga voglia di non guardarci. Voglio sperare, invece, che la Terra, il Mare, il Cielo ci guardino ancora con amore, non con “rimprovero”. Non credo che il detto “la bellezza salverà il mondo” sia ancora efficacemente utile. Il mondo, che siamo noi, deve prepararsi per tempo a salvare la Bellezza. Siamo tutti seduti su “Giganti”: la Natura, le Identità, la Storia… Spegniamo le “televisioni” e accendiamo le antenne dell’Amore”.

Cosa non deve mai mancare cone oggetto scaramantico sul palcoscenico mentre si esibisce?

“Più che di oggetti scaramantici, in cui non credo, sui palchi che calco non devono mai mancare la Gioia di darsi, la serenità con gli amici musicisti che circondano le canzoni, la mia bombetta e un bicchiere di vino”.

Tindari è una bella cittadina, cosa l’affascina di più di questo luogo?

“Amo tutto quel territorio del Messinese e del Catanese. I colori forti, dall’azzurro cristallino del mare al nero della pietra lavica, dalle mie frequentazioni di quei luoghi, nell’infanzia e ai miei primi passi nella musica, fino alle tracce e simboli lasciati dalla storia. Tindari racchiude in sé i concreti concetti a me cari: Mare, Mito, Madre e Cultura.  Quella Madonna Nera, trovata nell’abisso, la eleva a rappresentante Spirituale altissima. Il culto della Madonna Nera è presente in tantissime chiese in tutto il mondo, soprattutto in Europa, nel vicino Oriente, in Africa e in America. La diffusione è stata favorita dagli scambi commerciali con l’Oriente, durante il periodo delle Crociate.  Il teatro Greco di Tindari è un gioiello a picco sul mare. Per motivi ampiamente spiegati all’inizio di questa intervista, sentimentali e personali, ma soprattutto perché mi sembra la location perfetta per l’Anteprima Nazionale d’Istanti”. Oltre a cantare in Italiano con qualche spruzzata di Lingua Siciliana e Araba, basti pensare che il 21 settembre, grazie a Nabil e Radiodervish, risuonerà anche la Lingua Sabir, che fu l’unica lingua comune a tutti i paesi del Mediterraneo, al tempo delle Crociate!”

Come si chiamano e che strumenti suonano i musicisti che l’accompagnano nelle sue perfomance?

“Nabil Salameh Radiodervish – voce, testi e musiche, Michele Lobaccaro – Radiodervish – chiatarra, basso, cori, Alessandro Valenza – piano, Lorenzo Profita – fisarmonica, Mario Tarsilla – basso elettrico, Fabrizio Francoforte – batteria e percussioni, Ensemble d’archi, Primi violini: Davide Rizzuto, Girolamo Lampasona, Mariangela Lampasona, Virginia Gurrera, Secondo violino: Marco Badami, Viola: Salvo D’Amato, Violoncello: Giuseppe D’Amato”

Lei Aida ama raccontare degli aneddoti  durante i suoi concerti. Vuole raccontare anche ai lettori del GLOBUS un aneddoto particolare che la riguarda?

“Tutte le volte che m’incammino sulle strade dell’estro creativo, e sto per compiere un’opera, un disco, un progetto, concretizzando un sogno, cado, e mi rompo qualcosa, un ginocchio, un osso, una costola…qualcosa. Mi è accaduto dopo la pubblicazione del mio ultimo album, co-prodotto e arrangiato da Leonardo Bruno, “Bellandare”, 2005; è successo nel 2018, sotto il benevolo sostegno di Sebastiano Tusa, con “Aspettando…Risonanze”;  distorsione al ginocchio l’altro ieri, mentre sto realizzando “d’Istanti”… Più che aneddoto, questo voglio comunicarvi. A volte le vie dello Spirito sono indecifrabili, inspiegabili. Quando inizio a “trascurare” l’esistenza quotidiana per incamminarmi nei mendri  imperscrutabili della Bellezza, della Verità, dell'”Eterno in un minuto”, qualche imprevisto o impedimento fisico viene a “tentarmi”, quasi a voler bloccare ogni cosa. Ed è proprio a questo punto che la mia Tenacia, di cui trascuro ingredienti ed essenza, si fa viva, verbo, carnalità, realizzazione. Trascurare i propri talenti è un grave “peccato”, per i Cristiani. La dimensione Spirituale, cui dedico il nuovo progetto, mi mette alla prova. Tutto ciò che mi auguro è che sappia rispondere bene al richiamo dell'”Eterno”, che mi sospinge a vette altissime dal mio misero “giaciglio sulla terra”,  e di essere all’altezza veramente di farmi “faro”, piccola luce in grado di richiamare tante altre piccole fiammelle, in nome di “una Vita più semplice”  (nome del progetto ideato e nato nei giorni del lockdown causa pandemia Covid19, inaugurato l’8 maggio 2020 con l’omonimo clip dedicato e donato alle donne e bimbi vittime di violenza domestica, alla Onlus Life & Life, Amorù). “d’Istanti” rappresenta memoria e speranza, ricordo e futuro. Il mio umilissimo tentativo è quello di rendere VIVA l’affermazione “Il mondo salverà la Bellezza”, sovvertendo la consueta frase “La Bellezza salverà il mondo”, che nasconde un eccesso di antropocentrismo perpetuato nei secoli. Noi siamo il mondo. E siamo tutti responsabili di quanto circola nel nostro pianeta: inquinamento dell’aria e dell’acqua, deturpazioni ambientali, sfruttamento del suolo, violenza sulla Bellezza, che è lì, ed eternamente ci osserva, aspettandosi Amore. D’Istanti” è l’inizio di un sogno che mi auguro camminerà nello Spazio e nel Tempo sotto l’ala benedetta d’una rondinella, nell’apostrofo infinito dello Spirito”.

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