Splendida esibizione del soprano Jessica Pratt ai Minoriti con il Coro Lirico Siciliano

 Intenso e partecipato concerto con gli artisti del Coro e la stella della lirica premio Di Stefano 2020.

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Mentre la città di Catania si stringeva in un immenso abbraccio alla Santa Patrona Agata che compiva il suo giro nel cuore dei quartieri più da lei amati, ovvero quelli storici della via del Plebiscito e del Fortino, la Musica con la majuscola posò le sue ali nel tempio di San Michele Arcangelo ai Minoriti di via Etnea, ove il 4 febbraio alle 20 si svolse il “Concerto per Sant’Agata” organizzato e offerto dal Coro Lirico Siciliano, Presidente Alberto Maria Antonio Munafò Siragusa, Direttore d’Orchestra Francesco Costa.
Nell’ambito della manifestazione si è consegnato l’annuale premio intitolato al grande tenore Giuseppe Di Stefano: quest’anno ospite d’onore della serata e di tutta la città, fu la cantante lirica Jessica Pratt, soprano inglese ma italiana di spirito, di caratura mondiale. Non v’ha luogo di dire come i melomani, gli appassionati di lirica e quanti hanno a cuore l’autentico belcanto, convennero a gremire la chiesa onde poter essere partecipi della presenza di una stella di prima grandezza quale la Pratt, richiesta nei teatri di tutto il mondo per il suo timbro luminosissimo, dai sovracuti stellari, che risuonarono sulle volte del tempio trasmettendo i brividi a chi la udì: interprete finemente belliniana, donizettiana e di opere rossiniane minori ma anche del repertorio barocco, Jessica Pratt ha voluto deliziare il pubblico catanese con una delle pagine più belle dell’opera del Cigno etneo: “ah non credea mirarti” e “ah non giunge uman pensiero” dalla Sonnambula (la prima strofa dell’aria è incisa sulla tomba del musicista nel duomo etneo).
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Consegnato il premio da un pronipote di Pippo Di Stefano, il soprano ha con grande padronanza svolto la pagina celeberrima, e noi pensavamo che l’anima delicata e sentimentale di Vincenzo dai verdi occhi, che abitava poco distante nella immortale via Vittorio Emanuele, improvvisamente capitato entro quel tempio che ben gli fu noto da ragazzo, si fermasse in sul limitare per rimanere incantato dalle sue stesse note come se “al par d’amore” passasse… accadde a Londra ascoltando Maria Malibran e quando la vide avvolta nel suo sguardo fiero ma denso di emozione, si sciolse… similmente in tripudio negli interminabili minuti di applausi, in piedi, il pubblico verso Jessica Pratt la quale, oltre a possedere virtù canore eccezionali, è persona del tutto umile e normale, come non ci si aspetterebbe da una celebrità del firmamento della lirica mondiale la quale ben potrebbe atteggiarsi a “diva” ma è perfettamente donna nel senso più signorile del termine.
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Il Coro lirico, da ottimi elementi formato, con l’accompagnamento pianistico di Giulia Russo, svolse altresì un programma di grande vigore e di raro talento: dall’Inno a Sant’Agata con la musica di Rosario Licciardello (e il testo del sacerdote poeta Antonio Corsaro), cantato dai devoti al seguito del fercolo, all’Inno agatino del compositore catanese del XIX secolo Francesco Paolo Frontini; dall'”Ave verum” di Mozart allo “Stabat mater” di Verdi, per proseguire verdianamente col “va pensiero” dal Nabucco e “gli arredi festivi”; successivamente con “Patria oppressa” dal Macbeth; e se nel “coro delle zingarelle” della Traviata spiccarono i solisti Alberto Munafò e Riccardo Bosco con Susanna La Fiura, l’Inno al Sole dall’Iris di Mascagni (non frequentemente eseguito perchè di difficile partitura) elevò la serata ad altezze simboliche immortali che se erano ben note al compositore e ad altri che vengono da molto lontano, sono purtuttavia percepibili a chiunque abbia orecchie per sentire e occhi per vedere. Si concluse con l’inno finale della Cavalleria rusticana e il brindisi di Traviata, ove la Pratt improvvisò con Alberto Munafò (il quale è troppo modesto per ammettere di essere un ottimo baritono oltreché Presidente del Coro, degno della scuola di Di Stefano: ma noi lo affermiamo senza riserve) un simpaticissimo duetto, per la rinnovata gioia del pubblico (tra esso, fu presente la Legione Garibaldina comando per la Sicilia) che vòlle decretare l’ampio successo della serata, la quale ha non solo reso onore al belcanto ma anche ingentilito di bellezza la festa più sentita dai catanesi e amata in tutto il mondo.
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