Inquinamento come nutrimento: le piante che si cibano dello smog

L’efficacia delle piante nel depurare l’aria da sostanze tossiche per l’organismo, che inaliamo e assorbiamo quotidianamente, viene dimostrata da diverse ricerche scientifiche, che hanno avuto inizio poco più di cinquanta anni fa

Tutto cominciò nei lontani anni ’60, quando i ricercatori dell’ente aerospaziale degli Stati Uniti, ovvero la famosa NASA, condussero una ricerca per limitare la quantità di Anidride carbonica contenuta nelle navicelle spaziali, rendendosi conto, inoltre, che alcuni vegetali riuscivano ad assorbire molte altre sostanze nocive.

D’altronde, noi tutti conosciamo le virtù e gli effetti benefici delle piante: ce ne cibiamo tutti i giorni per assorbirne le sostanze nutritive che contengono, al fine di seguire un’alimentazione più sana e soddisfare i requisiti alimentari richiesti dal nostro organismo. Questi  vegetali contengono un alto tasso di vitamine, fibre e sostanze fitochimiche e sono in grado di rinvigorirci non solo dall’interno, ma anche dall’esterno, purificando l’aria che respiriamo riducendo le tossine contenute in essa.

Pochi sono a conoscenza che alcune piante, dal punto di vista  biologico,  hanno una capacità assorbente, infatti, esistono vegetali in grado di “mangiare” l’inquinamento intorno a noi,  immagazzinandolo nelle loro pareti cellulari, rendendolo inerte e traendone benefici.


Un’altra informazione poco nota, è che alcune varietà di vegetali sono in grado di incamerare persino 
l’80% dell’inquinamento presente all’interno delle case e degli uffici, rilasciando al contempo umidità e ossigeno. Questo perché i fattori tossici presenti nell’aria sono assorbiti dalle foglie attraverso minuscole aperture dette stomi. Tramite questo processo di metabolismo vegetale, i metalli e gli altri elementi tossici vengono assorbiti metabolizzati nelle pareti cellulari.

Di questo argomento, se ne sta occupando l’Istituto di Biometeorologia, Ibimet di Bologna, il quale ha creato un vero e proprio catalogo, che elenca le piante più adatte all’assunzione di gas serra e polveri sottili

La capacità di catturare le polveri inquinanti risiede in due fattori – ci spiega Rita Baraldi,  a guida del progetto dell’Ibimet – ovvero la grandezza degli stomi, le aperture che permettono gli scambi gassosi e la presenza di cere e tricomi, cioè i peli“.

Il Ginkgo Biloba, per esempio, grazie a una superficie ricca di cere di forma poliedrica assorbe una quantità di CO₂ notevole, in confronto ad altre specie ornamentali. 

 

Tra le più efficaci per la conversione delle sostanze dannose in ossigeno, abbiamo la Tillandsia, la quale ha una forte capacità di catturare a sé gli idrocarburi aromatici dei gas di scarico, il radon, la formaldeide, il fumo di sigaretta;

 

l’Edera, che assorbe benzene, tricloroetilene e toluene, dunque, adatta agli ambienti inquinati da vernici e materiali plastici;

 

 Il Clorofito, il quale assorbe formaldeide e monossido di carbonio.

La città di Bologna, in collaborazione con l’Ibimet, ha già promosso un progetto per piantare queste piante rendendo l’agglomerato urbano, quindi, più pulito e con un’aria più gradevole da respirare, con un tasso di sostanze nocive nell’aria più basso rispetto a quello delle altre città.

“Studi condotti su cinquanta tra le principali piante da appartamento, per testarne la capacità di assorbimento degli inquinanti presenti negli ambienti chiusi, hanno dimostrato che alcune riescono ad eliminare sostanze tossiche per l’organismo, quali la formaldeide, lo xilene o il benzene, contenuti nei materiali per l’edilizia e l’arredamento – spiega Francesca Rapparini, ricercatrice nella sezione di Bologna dell’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Consiglio Nazionale delle Ricerche – le più efficaci, sono la dracena, il filodendro, lo spatifillo e la gerbera, che assorbono più dell’80% di inquinanti indoor. Attive, anche l’aloe, il ciclamino, la begonia e la stella di Natale”.

Chissà se altre città, come Bologna, intraprenderanno lo stesso percorso, mirando, anch’esse ad avere un’aria più pura e piacevole da respirare, detergendola dalle tonnellate di CO₂ che ogni giorno vengono generate dai veicoli a motore.

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