Inaugurato sabato 7 marzo in via Monfalcone, il muro delle donne

Mariella Gennarino: “Celebriamo le donne, con il rispetto e una riflessione profonda”.

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“Facciamo di questa giornata un inno al rispetto, scriviamo tutti insieme un manifesto d’amore per la donna nei suoi molteplici ruoli“, ha commentato, nell'”anteprima” della festa, la stilista imprenditrice Mariella Gennarino, ideatrice dell’iniziativa inserita in una serie di manifestazioni promosse con l’adesione compatta dei commercianti della via Monfalcone. “Perchè sei un essere speciale ed io avrò cura di te”. E’ racchiuso nelle parole del brano “La cura” di Franco Battiato – una delle più belle dichiarazioni d’amore (e protezione)  di tutti i tempi, rivolta a una donna sia essa amante, moglie, sorella, figlia – l’essenza dell’iniziativa che corre sul muro perimetrale dell’atelier della stilista, e ribattezzato “Il muro delle donne”. Come una lavagna su cui imprimere pensieri e dediche da consegnare alla memoria, ospiti, passanti, curiosi, autorità civili e religiose, hanno lasciato un segno che rimarrà nella memoria. Tra le pagine di queste giornate cupe, si affacciano parole di speranza sulla scia di un pennarello rosso.

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Il primo a “firmare” il muro è il sindaco Salvo Pogliese che ha inaugurato il muro citando Kofi Annan, “La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani”, ha scritto il primo cittadino toccando un binomio purtroppo attualissimo, donne (vittime) e violenza. Poi il presidente del comitato dei festeggiamenti agatini Riccardo Tomasello che invece prende in prestito le parole di Frida Khalo, “Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”. Ed è un fiorire, accanto alle mimose che campeggiano sul muro, di parole che graffiano la parete e riecheggiano oggi più che mai imperiose e intense. E non a caso, alla presenza degli intervenuti che hanno risposto al messaggio sociale dell’iniziativa, contestualmente è stata benedetta l’effigie di Sant’Agata, volto iconico della non violenza sulle donne.

E a ricomporre il refrain de La Cura, una parola dopo l’altra, i pilastri che costeggiano la via: su ognuno è stato affisso un cartoncino che riporta le singole parole. Una colonna sonora e uno slogan che inneggia al rispetto. Chiunque ieri avesse una pietra nel cuore, un auspicio, una lucina di speranza, un pensiero d’amore, con un pennarello ha potuto imprimere un’impronta di sé. Perché sei un essere speciale, tra musica e parole. Basta sapere leggere. Basta sapere ascoltare.

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