In Sicilia arriva il vento della Rivoluzione Civile di Ingroia

Tutta questa gente non si vedeva forse da una decina d’anni in una sede di Rifondazione Comunista e questo spiega, forse, i timori di chi prevede l’affermazione del quarto polo al senato, così da penalizzare il risultato elettorale del centro sinistra.

Ieri nella sede del circolo Prc, a Biancavilla 23mila abitanti ai piedi dell’Etna  c’era almeno un centinaio di persone: tra gente comune soprattutto, e poi esponenti di associazioni, movimenti e militanti dei partiti. Il programma della serata era la presentazione della lista e del programma di “Rivoluzione Civile”, la cosiddetta lista Ingroia”, la lista per le elezioni politiche della sinistra, autonoma dal Pd guidata dall’ex pm di Palermo, Antonio Ingroia, che al suo interno racchiude diverse anime e leader molto differenti tra loro: Orlando (La Rete, proprio lui ha appena denunciato il tentativo del Pd di impedire la presentazione della lista Ingroia al senato nelle regioni più popolose, Lombardia, Campania e Sicilia), Ferrero (Prc), De Magistris (Movimento Arancione), Di Pietro (Idv), Diliberto (Pdci), Bonelli (Verdi). Al dibattito introdotto dal segretario della sezione, Antonio Bonanno, erano presenti  il segretario provinciale del Prc, Pierpaolo Montalto, Luigi Quaceci della Fiom-Catania, Massimo Vallone del Comitato cittadino “Acqua per tutti Belpasso”, Matteo Iannitti, segretario dei giovani comunisti e  Giacomo Palazzolo della segreteria provinciale del Pdci.

Grande assente Orazio Licandro, coordinatore della segreteria nazionale dei Comunisti Italiani e promotore tra gli altri del manifesto “Io ci sto”, il documento con cui Ingroia ha ufficializzato la propria leadership. I contenuti emersi nell’assemblea hanno fatto riferimento ai punti programmatici del manifesto della lista. Ne parliamo con Antonio Bonanno, militante di lungo corso del partito.

I nostalgici della falce e martello come vedono la linea indicata da Ingroia ai partiti del fare un passo indietro rispetto alla società civile?

“Rispetto al piano nazionale qui il progetto è stato accolto con entusiasmo e senza polemiche, è stato chiaro che far spazio alla società civile, non significa la mortificazione dei partiti, ma far convergere  pezzi di storia, di lotte, di battaglie civili che da sempre sono la spina dorsale del socialismo, del comunismo della sinistra italiana. La scelta dei dirigenti di Prc di presentare le liste di “Rivoluzione Civile” dalla sede del Prc con i dirigenti del Pdc, insieme alla Fiom e al Comitato cittadino “Acqua per tutti Belpasso, è stata una scelta  simbolica per dire che non siamo solo la sommatoria dei partiti, ma rappresentiamo anche le battaglie civili del movimenti”.

Si è parlato di giustizia, antimafia, legalità…

“Si è parlato di corruzione, di mafia, di democrazia paritaria, di  Costituzione e di come venga disattesa, di dignità del lavoro, dei beni comuni come l’acqua, dell’ art 36 della Costituzione, di scuola pubblica e università  e soprattutto di corruzione dentro i consigli di amministrazione dove si negoziano accordi con amici e parenti e  delle relative  indagini in procura (Acoset- Fatuzzo-Crocetta)”.

Sulla corruzione dei politici locali cosa bolle in pentola?

“Non siamo entrati volutamente nel merito dei reati gravi, su cui peraltro ho espresso tutto il mio disappunto quando ho detto che questi personaggi hanno scambiato il Comune per un bankomat,  – una decina di indagati per abusi d’ufficio – nel processo iniziato oggi a carico di una decina di consiglieri comunali –  del Pd- Pdl- Udc-Mpa- sulla vicenda delle Commissioni  Bluff: 950 pagine di accuse per presunte violazioni di legge su presunte irregolarità delle sedute consiliari (modalità di convocazioni, competenze degli argomenti trattati, orari di ingresso e di uscita dei consiglieri. Ma si  è anche rilevato che a livello locale la questione morale, vada ben oltre i processi o i provvedimenti penali”.

A chi si riferisce?

“Alle responsabilità di una certa sinistra che fa capo al Pd, un  partito che sui temi della corruzione ha preferito chiudere gli occhi,  non aprire un dibattito etico-politico, non rispondere nè alle domande dei cittadini né dei giornalisti su alcune vicende imbarazzanti”.

Si candiderà alle amministrative?

Non è nella mia agenda una candidatura diretta alle amministrative, anche se confesso che da sinistra e dalla società  civile me lo chiedono in modo insistente. Tuttavia  insieme ad un’area diffusa di sinistra,  pezzi della società non partitica e  nuove energie del dibattito democratico, stiamo provando a costruire una formazione che rilanci la fiducia nella buona politica: progetti seri per la città, occupazione, sostenibilità, lotta alle mafie e corruzione. L’idea principale è quella di un manifesto politico pubblico, un patto sodale con i tanti cittadini che vogliono riappropriarsi di ciò che gli è stato estorto e che per questo pagano con la crisi. Naturalmente un progetto politico, che immagino lontano anni luce dall’attuale gruppo di maggioranza di centrosinistra.

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