In arrivo la generazione Radiohead

Il percorso di Yorke e compagni, in attesa del nuovo disco

 

L’ultimo ventennio  ha palesato una maggior fruizione musicale, alzando enormemente il numero di artisti sul mercato, comportando però un inevitabile depauperamento della qualità. Critici e appassionati hanno sguazzato nel mare nostalgico del “com’era bello”, rimpiangendo una musica incastonata nel tempo e nella memoria. Gruppi come Beatles, Pink Floyd, Rolling Stones e Led Zeppelin hanno avuto un peso specifico tanto grande quanto ingombrante per le generazioni successive. Adesso chi porta con orgoglio quel vessillo storico e sonoro, rappresentando l’eccellenza musicale dei nostri tempi? Tutte le strade portano ai Radiohead
Una band capace di mutare senza dissolversi, di errare tra le lande innovative della tecnologia senza inoltrarsi nel territorio della mediocrità. Si differenziano dai colleghi per la loro capacità di non arroccarsi su posizioni sicure, ripetendo in eterno la stessa formula vincente e monocorde. C’è chi propone la solita solfa, un suono riconoscibile e catchy, lo stesso giro d’accordi che non porta da nessuna parte se non al punto di partenza, in un eterno ritorno nietzschiano. I Radiohead, invece, hanno saputo sorprendere gli stessi fan, cambiando album dopo album. Non è forse questa l’essenza umana? Assaporare la vita, mutando le connessioni col mondo, senza compromettere la propria dignità. La loro è sempre stata una coerenza legata ad un moto perpetuo delle idee, cavalcando il progresso senza venirne schiacciati.
Nati  tra echi smithsiani e vibrazioni post-shoegaze, hanno virato verso sirene beatlesiane per poi diventare pionieri dell’alchimismo elettronico. Capaci di arrangiamenti opulenti ed arzigogolati ma anche di sonorità minimaliste, suoni scarni e nudi, rendendo grazia al concetto di “vuoto mastodontico”. Aggiungere, togliere, rinascere cambiando pelle come un serpente, tutte caratteristiche che hanno portato i Radiohead ad assumere il ruolo di punto di riferimento musicale, strisciando all’interno delle vene dei loro fan a mo’ di piastrine.
Ogni loro lavoro è atteso in modo spasmodico, sovrastando le leggi del “tutto subito” tanto care al mondo di Internet. Un mondo che loro han saputo comprendere in anticipo, saggiandone le potenzialità, dapprima mettendo il loro album “In rainbows” sulla rete, dando la possibilità agli internauti di scaricarlo gratuitamente. Successivamente, hanno lavorato su applicazioni per smartphone, come PolyFauna, un viaggio psichedelico e sensoriale tra suoni e visioni.
Adesso non possiamo far altro che sobbalzare gioiosi per le notizie che giungono da Colin Greenwood, storico bassista della band. Ha dichiarato alla BBC: “Cominceremo a settembre a suonare, provare e registrare. Siamo tutti molto contenti e positivi, e siamo in attesa di questa nuova avventura”.
Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro dei Radiohead?
Sicuramente nulla di immobile e definitivo, semmai un costante viaggio di ricerca verso mondi inesplorati nel campo musicale. E siamo sicuri di non restare a bocca asciutta.

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