Il paradosso dei due gemelli Kelly, Mark e Scott. Una delle missioni più bizzarre della NASA

L’astronauta Scott Kelly è finalmente rientrato in Italia, lo scorso 2 marzo. La NASA ha condotto su Scott e suo fratello Mark un’esperimento che prende spunto dalle teorie relativistiche del 1937, effettuate dallo studioso Paul Langevin sul cosiddetto “Paradosso dei due gemelli”.

 

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L’esperimento condotto dalla NASA sui gemelli Kelly ha dell’incredibile.

Prendendo spunto dalla Teoria della Relatività di Albert Einstein  la NASA cerca di sperimentare il fenomeno del cosiddetto “salto temporale” su due astronauti: i gemelli Kelly appunto.

Per capire bene l’efficacia e l’importanza di questo esperimento bisogna però fare un passo indietro e spiegare, a coloro che non lo sapessero, in cosa consiste la Teoria della Relatività.

Nel 1905 il fisico tedesco aveva formulato la sua teoria sulla Relatività ristretta che si basava su due postulati. Il primo riguardava la prospettiva soggettiva del ricercatore con cui vengono osservati i fenomeni naturali; il secondo, invece, stabiliva che la velocità della luce (300.000 km al secondo) costituisce una costante universale e rappresenta un limite della velocità di ogni altro oggetto indipendentemente dalla sorgente.

Lo scopo di tale teoria è quello di dimostrare che non esiste un tempo assoluto e identico in tutto l’universo, e che lo scorrere del tempo dipende dal sistema di riferimento nel quale viene misurato. In altri termini, ciò che accade sulla Terra non ha riscontro su quanto invece accade sul Sole o sulla Luna.

Paul_Langevin_Wellcome2Grazie a queste premesse, il fisico francese  Paul Langevin, nel 1937, riuscì a formulare la sua teoria del “Paradosso dei gemelli”.

Il “Paradosso dei gemelli” è una delle componenti più avvincenti della teoria della Relatività.

Questa teoria, ipotizza il caso di due gemelli, uno che parte verso lo spazio a bordo di una astronave che viaggia alla velocità di 260.000 km al secondo per raggiungere una stella posta alla distanza di 45 anni luce, e  l’altro che rimane a terra ad aspettare.kelly

Ipotizzando che entrambi i gemelli al momento della partenza siano ventenni, al rientro sulla Terra i due gemelli non avranno più la stessa età.  Il gemello astronauta avrà 48 anni, mentre quello rimasto sulla Terra 102.

A causa della velocità dell’astronave, prossima a quella della luce, la sua massa sarebbe aumentata a dismisura rallentando di conseguenza il tempo di bordo sino a differenziarsi sensibilmente da quello rilevato sulla Terra alla partenza dell’astronave.

1419425915_I-gemelli-della-Nasa-600x335Partendo da questo presupposto, risulta più facile comprendere le ragioni dell’esperimento effettuato dalla NASA, che ricorda la teoria sopra citata.

Avendo a disposizione, per l’appunto, il gemello Mark sulla terra, la NASA ha mandato Scott sullo spazio e al suo rientro ha potuto indagare sui possibili effetti  dello spazio sull’uomo e sulle differenze tra i due fratelli nel periodo registrato (essendo geneticamente identici). KellyTwinsL’astronauta Scott Kelly ha infatti viaggiato per 382 giorni, di cui 341 trascorsi sulla stazione spaziale internazionale, quindi fuori dall’effetto di rallentamento temporale dovuto alla sua massa gravitazionale.

Al momento pare capire che ci siano dei disturbi alle ossa e ai muscoli, dovuti all’inattività causata dalla mancanza di gravità. Questi sono temporanei.

Ma altri potrebbero non esserlo.

Nel video sottostante vediamo come l’astronauta Scott Kelly è riuscito a tenersi impegnato giocando a ping pong con una bolla d’acqua.

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