Il libro di Salvo Fallica, “Vi racconto Paternò. Una metafora del Sud”

 Un vero successo la presentazione del libro di Salvo Fallica  “Vi racconto Paternò” Una metafora del Sud (Ludovico Lizzio Editore)

 

Successo di qualità culturale e di partecipazione di pubblico per la presentazione del libro di Salvo Fallica a Paternò. La Chiesa di Santa Caterina era piena, presenti molti cittadini locali ed altri giunti da diverse parti della Sicilia. La presentazione del libro “Vi racconto Paternò” Una metafora del Sud (Ludovico Lizzio Editore) è diventata un evento culturale che ha coinvolto la città: cittadini, intellettuali, professionisti, sindacalisti, politici, esponenti di associazioni culturali e civiche (vi erano anche alcuni dei più originali ed innovativi imprenditori del Sud). Il dibattito moderato con eleganza impeccabile dalla giornalista Simona Scandura, che ha anche fatto una sintetica presentazione del libro e dell’autore Fallica, ha avuto il suo incipit con un intervento dell’editore Lizzio che ha spiegato la filosofia dell’iniziativa. Vi è stata la lettura della prefazione del professor Mario Bolognari, antropologo e direttore del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’università di Messina (le letture dei brani del libro di Fallica sono state affidate a Gaia Librizzi).

Intellettuali, accademici, economisti, artisti e giornalisti hanno discusso sul libro, con interventi sintetici in stile europeo. Il tutto con un ritmo dinamico e veloce, e nel contempo riflessivo e pieno di spunti. Il giornalista Anthony Distefano ha analizzato l’importanza del libro alla luce dell’importanza della libertà critica, del giornalismo come racconto ed interpretazione della realtà, come denuncia equilibrata e costante. L’importanza dell’analisi dell’attualità intrecciata con la storia. La giornalista Mary Sottile ha ricordato come molti capitoli del libro li abbia visti praticamente nascere discutendone con Fallica e, mettendo in evidenza come nel libro vi sia la capacità dell’autore di riportare in maniera razionale la pluralità delle voci dei cittadini, delle forze sociali e politiche. Sottile ha anche sottolineato l’importanza storico-culturale di un giornalismo che faccia da “pungolo” al potere, da stimolo critico.

Il docente universitario di politica-economica Giuseppe Di Vita ha affrontato l’analisi del libro partendo dall’ottica delle questioni economiche e sociali, evidenziando come il testo sia pieno di proposte di politica-economica concrete. Critiche costruttive ed idee razionali che le classi dirigenti dovrebbero studiare con più attenzione per rilanciare Paternò. Di Vita ha anche citato il filosofo Popper sul piano della forza pragmatica delle idee e del metodo.

Lo storico locale Pippo Virgillito partendo da originali aneddoti del passato di Paternò e della sua esistenza ha messo in evidenza come il libro di Fallica riesca a toccare in maniera penetrante tutte le questioni più importanti della vita locale, facendole divenire una metafora interpretativa del Sud. Ed ha sottolineato lo spirito di libertà con il quale l’autore elabora i suoi articoli oltre che il suo libro.

Il costituzionalista Agatino Cariola facendo parallelismi con altri territori etnei e con l’intera Sicilia ha messo in evidenza i tanti problemi e le cose che non funzionano, con una disamina severa delle classi dirigenti “incapaci di programmare sul piano della politica economica, sociale e culturale”. L’esperto costituzionalista non nascondendo il suo personale pessimismo ha detto di ammirare il modo in cui Fallica, nonostante le critiche puntuali e pungenti che muove sulle cose che non funzionano, sappia anche raccontare le cose positive e far intravedere il filo della speranza.

Altro intervento di fine analisi economica e sociale è stato quello dell’economista Antonio Pogliese che ha sostenuto come il libro di Fallica sia un contributo di alto profilo non solo al dibattito locale, ma alle tematiche dello sviluppo economico, sociale e culturale del Meridione. Pogliese ha anche spiegato come le difficoltà politiche ed amministrative di Paternò simili a quelle di altre realtà, fanno da contrasto ad una storia che tutt’ora continua e persiste di una imprenditoria di qualità che si è affermata e si afferma in tanti settori. Alcuni dei più importanti imprenditori, commercianti e professionisti siciliani sono paternesi. Alle classi dirigenti che si sono susseguite nel tempo è mancata la capacità di costruire il modello Paternò, partendo dalle eccellenze. Ma il suo spirito è costruttivo, la città può farcela.

L’artista-artigiano Barbaro Messina (bene culturale vivente, inserito nei beni delle Eredità immateriali della Regione Siciliana) oltre che parlare del libro in maniera puntuale ed efficace, ha anche tratteggiato un ritratto del giornalista-scrittore Salvo Fallica. Ne ha messo in luce “la capacità di racconto essenziale e quella interpretativa. La capacità di trovare nessi fra gli eventi, fra le cose. La tenacia e la passione che mette nel suo lavoro di giornalista. La sua creatività continua. La sua determinazione educata, insistente e diplomatica. E’ capace di chiamarti a mezzanotte per raccontarti che ha colto in un tuo dipinto, in una tua opera una novità culturale, una nuova interpretazione di senso, una nuova visione. Di combattere battaglie civiche e culturali per far riaprire la Galleria d’Arte Moderna od altri beni culturali. Scrive di economia, cultura e politica sempre con la stessa passione, sia che si tratti della grande stampa nazionale che di quella locale. Capace di scovare una notizia nuova ed intervistarti a tarda sera, sempre instancabile. Innamorato del giornalismo, della cultura, di Paternò e della Sicilia”.

Il presidente del Rotary, Ezio Contino, oltre ad analizzare con acutezza il libro, ha ricordato come Fallica abbia iniziato nei primi anni ’90 con le interviste ai grandi personaggi della cultura italiana ed europea. “Avevamo invitato a Paternò Giulio Einaudi e lui riuscì non solo ad intervistarlo, ma a creare un vero dialogo con il grande editore, che rimase sicuramente colpito dalla sua vivacità intellettuale”.

Fallica ha concluso il dibattito compiendo una rapida sintesi e spiegando come il filo della speranza è sempre presente anche in questi territori, ed ha citato a tal proposito diversi esempi positivi ed innovativi. E nel contempo ha sottolineato che la partecipazione ampia ed attenta di tante persone mostra la vitalità dei luoghi, l’attenzione verso la cultura. Compito della stampa ha chiosato, è quello di continuare a denunciare le cose che non funzionano, raccontare quelle che funzionano, dare interpretazioni ampie, chiare e divulgative. Fare da stimolo critico, lanciare idee, sempre rimanendo nel proprio alveo, quello di giornalisti. Le risposte concrete debbono arrivare dalla politica, dalle classi dirigenti. Ognuno con il suo ruolo.

Infine, una nota di umana simpatia, a conclusione del dibattito si è formata una spontanea, affettuosa fila per dediche ed autografi. E l’autore non ha nascosto la sua emozione.

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