“Il fiore dei gitani”, l’ultima fatica letteraria di Nicolò Angileri

La presentazione si è svolta sabato 4 ottobre, a Bagheria, nella sala  nella Sala Borremans di Villa Butera

 

BAGHERIA (PA) – “Il fiore dei gitani” è il titolo dell’ultimo romanzo di Nicolò Angileri, edito da Città del Sole, che verrà presentato alle 17.30 di sabato 4 ottobre  nella Sala Borremans di Villa Butera Branciforti, in corso Butera, a Bagheria. Una vicenda, quella raccontata dall’autore, realmente accaduta qualche anno fa in uno dei quartieri più antichi di Bagheria, esattamente alle spalle di Villa Palagonia, nota ai più come la “Villa dei Mostri”.

E’ il 2008, quando una ragazzina Kosovara di appena dodici anni viene acquistata con l’inganno da una coppia Rom, per soli duemila euro. Era stato a causa della malattia di uno dei fratelli e delle gravi difficoltà economiche incombenti, che il padre si era trovato costretto a “vendere” la piccola per potere curare l’altro figlio.

Purtroppo, però, per Rachel, quello che doveva essere un nobile gesto d’amore si rivelò ben presto il biglietto d’ingresso verso un inferno, fatto di prigionia, di maltrattamenti, di violenza sessuale e d’induzione alla schiavitù. Fu anche costretta a sposarsi con uno dei figli della “nuova famiglia” e a subire violenze di ogni genere pure dal giovane marito. Un calvario durato circa due anni, conclusosi con la fuga e l’aiuto da parte di una donna bagherese.

A seguire le indagini, che portarono a emettere pesantissime condanne nei confronti dei suoi aguzzini, fu la Sezione Minori della Squadra Mobile di Palermo, nella quale peraltro Nicolò Angileri lavora da circa 12 anni.  

“È il racconto di un caso autentico – scrive nella prefazione, lo scrittore e giornalista Vito Bruschini – che, sviluppato con i ritmi incalzanti di un vero e proprio thriller, ci fa conoscere la vita di una di queste vittime del degrado sociale, mostrandocela in tutta la sua martoriata umanità. Rachel riuscirà a salvarsi in modo rocambolesco, ma quante altre “Rachel”, al contrario dell’eroina del nostro romanzo, si perderanno? Descrivere il dolore di queste persone lo può fare soltanto chi è dotato di un’eccezionale sensibilità, sostenuta nello stesso tempo da un grande bagaglio professionale. Dobbiamo, quindi, ringraziare Angileri per avercele fatto conoscere, queste umanità, e per averci dato il coraggio di sollevare il nostro sguardo fino ai loro occhi”.

 

 

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