Il Dott. Fabrizio Pulvirenti in audizione alla Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica

Audizione degli infettivologi siciliani Fabrizio Pulvirenti e Mauro Sapienza sul caso Ebola, alla Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica. 


Fabrizio Pulvirenti, Medico Infettivologo dell’ospedale “Umberto I“ di Enna, che ha contratto Ebola in Sierra Leone e Mauro Sapienza, Infettivologo e Direttore dell’Unità Operativa Complessa Medicina Interna dello stesso Ospedale, per iniziativa del Senatore Antonio Scavone, sono stati ascoltati, in audizione, dai componenti dalla Commissione XII, Igiene e Sanità del Senato della Repubblica, durante la quale hanno esposto le loro considerazioni in merito alla epidemia da virus Ebola che dal dicembre 2013 devasta l’Africa Occidentale.

I lavori sono stati introdotti e coordinati dalla Senatrice Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione. Il dott. Mauro Sapienza, ha sottolineato l’importanza del ruolo dell’infettivologo in ordine alla gestione delle malattie infettive emergenti e riemergenti.

E’ stato ampiamente spiegato ai senatori presenti come le Unità Operative di Malattie Infettive siano una prerogativa di alta specializzazione e di elevata assistenza esclusiva dell’Italia dove assumono, a differenza di tanti altri Paesi europei, dignità di disciplina autonoma.

Successivamente Fabrizio Pulvirenti ha spiegato come la Malattia da Virus Ebola  abbia interessato nel passato, fin dal 1976, quasi esclusivamente il sudest del continente africano con piccoli focolai epidemici che hanno coinvolto aree rurali con elevatissima mortalità in termini percentuali ma con numero assoluto di vittime ragionevolmente contenuto;  al contrario l’attuale epidemia  si è caratterizzata per l’eccezionale estensione territoriale, che è arrivata a raggiungere tre paesi del West-Africa  – Guinea, Liberia e Sierra Leone, con casi sporadici in Nigeria (20), in Mali (9) e in Senegal (1)].

Al 27 febbraio i casi stimati nei tre paesi africani coinvolti nell’epidemia sono 23.825 dei quali 14.263 confermati con 9.660 decessi  (68%). La particolare aggressività della attuale epidemia riconosce diverse cause: 1) il diffondersi dei casi nei centri urbani, dove i contatti interumani sono molto stretti con notevole incremento delle possibilità di contagio; 2) le pratiche funerarie che prevedono, in questi paesi, rituali animistici che suppongono il contatto coi cadaveri; 3) il consumo di carne derivata da animali selvatici infetti (pipistrelli della frutta); 4) l’assoluta impreparazione dei sistemi sanitari locali che, fino all’attuale epidemia, non hanno mai dovuto confrontarsi con Ebola a differenza di paesi quali il Sudan o la Repubblica Democratica del Congo che sono in grado di limitare rapidamente la diffusione dei contagi.

È risultato chiaro ai componenti la XII Commissione, ripetutamente intervenuti con quesiti ai relatori, come le Unità Operative di Malattie Infettive rappresentino un ausilio nella gestione dei casi sospetti, probabili o confermati di Ebola e che, sebbene sia da escludere l’eventualità di contagio derivante dai flussi migratori è irrinunciabile l’istituzione, laddove non presente, o il potenziamento, laddove presente, delle Unità Operative di Malattie Infettive, soprattutto nelle aree di frontiera. 

Sen. A.Scavone, Dott. F.Pulvirenti, Sen. E.De Blasi, Dott. M.Sapienza

                                                                                                                                                    

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