I ‘pericolosi’ social network

Facebook, Googleplus,Twitter e i giovani. Per i genitori vale la regola di non drammatizzare l’utilizzo della rete, ma di sorvegliarne l’uso, ricordandosi comunque che nulla è più efficace e produttivo,con i giovani, del dialogo e della fiducia
 

Li vediamo chini su tablet e cellulari, le dita che si muovono rapidissime sugli schermi, organizzano appuntamenti, chiedono o cancellano amicizie: sono le nuove generazioni nate e cresciute sotto il dominio di internet, e che destano molte preoccupazioni nei genitori per l’uso costante che fanno dei social network.

Facebook in particolare è ormai diventato un irrinunciabile punto di riferimento per la vita sociale dei nostri ragazzi. Ma davvero facebook è il  “luogo di perdizione”  che pensano molti genitori?

Una premessa è d’obbligo : in senso generale siamo tutti “tecnodipendenti” in quanto non possiamo più fare a meno di utilizzare questi strumenti in molti ambiti che comprendono il lavoro, lo svago, l’informazione.

Ma la “novità” rispetto a tutta l’evoluzione tecnica precedente, è la possibilità che oggi ha la tecnologia di delineare spazi slegati dalla realtà quotidiana, di concretizzare esperienze che si collocano al di là della relazione diretta: gli strumenti tecnologici attuali, dunque, offrono alla mente crescenti opportunità di interagire con realtà non materiali.

Cosa può significare questo dal punto di vista psicologico e culturale? Non lo sappiamo ancora di preciso perché le implicazioni e le conseguenze  sul piano sociale e relazionale si evolvono molto rapidamente, prima ancora di poterne comprenderne appieno i significati.

Possiamo però osservare cosa accade adesso e cercare di capire se l’utilizzo dei social network abbia più vantaggi o svantaggi, specie nelle giovani generazioni.

E’ indubbio che se facebook  e internet in generale diventano prevaricanti sul normale svolgimento delle proprie attività quotidiane, siamo di fronte a un problema che si chiama internet addiction ( dipendenza da internet), una vera e propria patologia i cui significati vanno esplorati nel giusto contesto.

In questa sede si vuole invece restringere il campo di osservazione su alcune idee riguardanti i social network, che come detto all’inizio, destano preoccupazioni soprattutto nei genitori:

1. Facebook per i giovani sostituisce il mondo reale:

non è del tutto esatto, a mano che non si instauri una condizione patologica come detto prima. Lo spazio virtuale viene utilizzato dai ragazzi per replicare le stesse cose che, nel bene e nel male, vivono nei cortili delle scuole: scambi di idee, pettegolezzi, vanterie, ma anche giochi di potere, alleanze ed esclusioni, manovre per conquistare la popolarità. In più, si esprimono cose che non si avrebbe il coraggio di manifestare di persona.

 

2.  I rapporti in rete sono meno autentici che nella vita reale:

questo punto si lega al precedente. Naturalmente la comunicazione diretta ha una ricchezza fatta di sguardi, emozioni, linguaggio del corpo, che manca ai rapporti creati in rete, e consente di capire meglio cosa pensa e prova l’interlocutore. Ma ciò non significa necessariamente che i rapporti faccia a faccia siano di norma più autentici. A volte, invece, la protezione dello schermo può favorire la sincerità in rete insieme al fatto di incontrare interlocutori che condividono gli stessi interessi e a cui ci si può sentire particolarmente vicini. L’altra faccia della medaglia però esiste: internet consente di entrare in contatto con individui del mondo intero, ma facilita pure una certa superficialità e mancanza di coerenza tra comportamenti e pensieri. Ognuno, infatti, può giocare più ruoli mascherandosi a proprio piacimento. Se, dunque, il confronto reale viene meno, i rapporti umani potrebbero diventare più vuoti e più fasulli.

3.  Ci si espone senza riflettere:

talvolta è vero. Molti giovani partecipano a un social network senza avere coscienza del gran numero di persone che hanno accesso ai loro dati personali. Lo sguardo, il giudizio degli altri sono fondamentali per gli adolescenti. Un’amicizia negata su facebook o peggio fenomeni di insulti e derisioni possono avere effetti devastanti. I social network sono fatti apposta per mettersi in evidenza: se i ragazzi avranno le idee chiare in merito ai rischi di esporsi, prenderanno sul serio la necessità di proteggere la privacy e i dati  personali. Occorre mettere in guardia i nostri figli a cominciare dalla scuola elementare, prima che comincino ad avventurarsi in rete.

4. Chi usa i social network ha meno rapporti nel mondo reale:

anche per questo punto vale la premessa fatta in precedenza, ovvero, il confine tra normalità e patologia. Se il social viene utilizzato in maniera equilibrata, e non come unico e solo punto di riferimento per giustificare una chiusura verso il mondo esterno e una seria difficoltà nelle relazioni con gli altri,  è piuttosto vero il contrario: uno studio di K.N. Hampton, pubblicato nel numero speciale sulle relazioni in rete di Information, Communication & Society (2007), evidenzia come la rete non isoli gli utenti dal loro ambiente, ma permette di stabilire nuovi contatti, favorendo anche il recupero di vecchi legami che si erano persi di vista.

Sono ancora tante le ricerche e gli studi sul fenomeno facebook: in alcuni si evidenzia come le relazioni in rete migliorino l’autostima e le capacità relazionale nella vita reale, in altri si mette in luce il pericolo di isolamento sociale, e il rischio di sviluppare sintomi depressivi per chi si confronta in rete con altre realtà magari percepite come migliori della propria.

Vantaggi o svantaggi allora? Pericolo o risorsa? Entrambi. Assistiamo a una nuova fase della cultura umana, che ha  elementi sia inquietanti che affascinanti, che costituisce un rischio e che nel contempo ha enormi potenzialità.  Molti elementi devono essere ancora osservati e approfonditi: occorre trovare il giusto equilibrio anche con l’aiuto, nei casi in cui sia necessario, di professionisti della salute mentale,  per fare si che i cambiamenti portati dalla tecnologia favoriscano e non ostacolino il benessere e l’evoluzione individuale e collettiva.

Per i genitori vale la regola di non drammatizzare l’utilizzo della rete, ma di sorvegliarne l’uso, ricordandosi comunque che nulla è più efficace e produttivo,con i giovani, del dialogo e della fiducia.

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