I ‘Get the Blessing’ si esibiscono al MA (Musica Arte) di Catania

Dopo la data palermitana del 16 aprile ai Candelai, mercoledì 17 aprile arriva al Ma (Musica Arte) di Catania, per la XXX stagione di concerti di Catania Jazz, il live della formazione inglese dei Get the Blessing, quartetto jazz rock di Bristol, attivo dal 2000. Nati come The Blessing, gli attuali Get The Blessing si sono formati quando Jim Barr (basso) e Clive Deamer (batteria), la sezione ritmica dal gruppo trip hop Portishead, hanno cominciato a collaborare con il sassofonista Jake McMurchie e il trombettista Pete Judge partendo da una base comune: l’amore per il jazz di Ornette Coleman.
Ad oggi, hanno pubblicato tre album: il loro debutto “All is yes” è stato il miglior album del 2008 ai BBC Jazz Awards. Il loro album più recente, “OC DC”, è del 2012.

Il gruppo fa parte di una nuova generazione di gruppi britannici che fondono jazz e rock. La musica è prevalentemente strumentale, anche se ci sono stati cantanti ospiti (Tammy Payne canta in “The Unnameable” e in “Music Style Product”), mentre lo stesso Clive Deamer canta una versione vocale dal vivo di “Bugs in Amber”, dal titolo “Moot”.

Il mix di Get The Blessing è unico ed esplosivo e rende il loro sound immediatamente riconoscibile sfidando ogni facile classificazione, senza però perder di vista martellanti melodie, echi di un glorioso passato, o la gioiosa e genuina spontaneità dei loro live.
Il loro ultimo album “OC DC” dello scorso anno ha riscosso un notevole successo sia di critica che di pubblico. Con influenze che spaziano dal free jazz di Ornette Coleman al post rock dei Tortoise alla new wave di Blondie, i Get The Blessing hanno portato il loro ultimo lavoro in giro per gli Stati Uniti e per l’Europa, facendo sold-out, tra le decine di palchi calcati, all’Iridium di New York, al Moods di Zurigo, al Ronnie Scott’s di Londra, e in tanti altri club.
Nel presentare “Oc Dc”, il trombettista Pete Judge ha detto che ha trovato il quartetto, generato dai Portishead, “meno timoroso di essere se stesso rispetto al passato“. Il disco ha atmosfere alla Morricone, richiama il Miles Davis di “Sketches of Spain”, ricorda il rock Anni ’60 di Joe Meek, il gusto soul del sax di Ornette Coleman, e ha una struttura jazz-rock.
Curioso il look della formazione che veste sempre in camicia bianca e vestito grigio scuro e, per le foto promozionali e le copertine di dischi, spesso coprono le teste con i sacchetti di carta marrone. L’interazione tra il gruppo e il pubblico dal vivo è incanalata attraverso delle introduzioni comicamente criptiche del bassista Jim Barr.

Come session man Jim Barr ha suonato con Peter Gabriel ma è meglio conosciuto per i suoi contributi alla scena trip hop di Bristol, in particolare con i Portishead.
Clive Deamer ha suonato e suona non solo per i Portishead (attesa la loro reunion al prossimo festivald i Glastonbury) ma anche con i Radiohead, Jeff Beck, Alison Moyet e Siouxsie Sioux. Egli è meglio conosciuto per i suoi contributi alla scena trip hop e drum’n’bass di Bristol con Portishead, Roni Size e Reprazent, ma ha fatto parte di gruppi rock più convenzionali, come gli Hawkwind e gli Strange Sensation di Robert Plant.

Il sassofonista Jake McMurchie viene dal jazz. Ha un suo gruppo ma suona anche come session man in altri gruppi. Anche lui ha suonato con i Portishead e la National Youth Jazz Orchestra. Il trombettista Pete Judge viene dal jazz e dalla musica sperimentale, ed è compositore di colonne sonore.

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