I bimbi sono “tutti uguali”…anche quelli con una coppia di cromosomi in più!

Somerset – La storia di Seb, baby modello Down, commuove l’Inghilterra… e la Rete. Seb’s Mum: “Quando ce lo dissero siamo rimasti scioccati. Adesso sappiamo che davanti a noi c’è un bambino come tutti gli altri, non una sindrome”

Bimbi modelli! Sempre discussi…Ma questa volta non è su questo che si vuole polemizzare, bensì affermare che “tutti i baby modelli sono uguali”!

E Seb è più uguale degli altri, sebbene i suoi cromosomi non sono identici a quelli di un qualsiasi altro bambino, poiché ha un coppia in eccesso del cromosoma 21: Seb ha la sindrome di Down.

Ma, questo bimbo di 5 anni non è diventato famoso in Inghilterra per questo: Seb White è il primo modello inglese down. Il suo viso allegro e la sua voglia di vivere un’esistenza normale campeggiano nella reclame della catena di Marks & Spencer, al fianco di ragazzini nati con un regolare numero di cromosomi.

Dietro al piccolo inglese di Bath, nel Somerset, c’è una madre, che ormai non si ferma più. Lei si chiama Caroline Playle, ma tutta la Rete la conosce come Seb’s Mum. Caroline lavora in un’agenzia, ha tre figli e un marito, Simon. Tra lavoro e famiglia, le briciole del tempo libero finiscono a scrittura e solidarietà. ‘Seb è il più grande dei nostri figli – racconta – e quando ci dissero della sindrome di Down siamo rimasti scioccati. Non eravamo preparati a una vita di incertezze e dubbi e quello che avrebbe dovuto essere il più bel giorno della mia vita è diventato il peggiore. Immaginavo una vita tra differenze ed esclusioni’. Paure comprensibili, insicurezze superabili magari “conoscendo il nemico”. Simon e Caroline, così, cominciano a divorare libri e siti per documentarsi, come avrebbe fatto qualsiasi genitore.

Poco alla volta – scrive oggi Caroline – il nostro timore diventa amore. Seb sorride, piange, gioca e parla come tutti gli altri, con i suoi tempi. Col passare dei mesi abbiamo capito di aver davanti un individuo, non una sindrome o una serie di caratteristiche da libro di anatomia. Adesso Seb ha cinque anni e fa tutto quello che fanno i suoi coetanei. Ormai le parole sindrome-di-Down a casa White non fanno più rima con diversità. Fuori ancora sì’.

È’ l’ignoranza a renderli “diversi”, il non voler capire che sono bimbi normalissimi: che differenza c’è tra un bimbo con i capelli chiari ed uno con i capelli scuri? Ma noi ci ritroviamo in una società, che ha la presunzione di definirsi “civile” , in cui le differenze razziali, i diversi colore della pelle, fanno ancora timore. Ma poi, timore di cosa?

Caroline e Simon hanno, così, deciso di aprire una pagina Facebook per spiegare che “diverso” non è “meno meraviglioso”. ‘Poi ci siamo guardati attorno – ricorda Caroline – e abbiamo notato che la nostra famiglia non era assolutamente rappresentata, ad esempio, nelle campagne pubblicitarie’. 

Seb’s Mum poteva lasciare cadere una sfida simile? I primi a rispondere alle e-mail di Caroline è stato il marketing di Jojo Maman Bebè, una catena inglese specializzata in abbigliamento per mamme e neonati. ‘Abbiamo fatto due

sessioni fotografiche ed è andato tutto bene!’.

Ma non basta, serve un marchio ancora più conosciuto per battere ogni stereotipo e diventare un simbolo di partecipazione. “Mamma coraggio” su Facebook si rivolge direttamente a Marks and Spencer, un colosso internazionale con 700 negozi oltremanica e altri 400 in giro per il mondo. La risposta (positiva) non si fa attendere: Seb si ritaglia uno spazio nello spot M&S, apparendo come uno dei tanti bambini. A prescindere dal numero dei cromosomi!

Ma poi, parliamoci chiaro, tutti questi “pregiudizi” non sono certo dei bambini! Loro sono il segno più pulito di questa nostra umanità, l’unico e dovremmo noi prendere esempio da loro, imparando a guardarli di più!

Questo è il messaggio principale che tutti i media dovrebbero far veicolare…

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