Guidare uno scooter con dietro un uomo: è un reato gravissimo per la polizia morale di Hamas

Quando nel 2006, Hamas prese il controllo di Gaza, Nizar Rayyan, alto funzionario del regime (sarà ucciso in un raid israeliano nel 2009) presentò l’organizzazione dicendo: “la fine di ogni eresia nella Striscia di Gaza”

Da quel giorno Hamas ha imposto alla società la visione più estremista dell’Islam, con la piena e più rigida possibile applicazione della legge. Da allora, Hamas è stata accusata in patria così come in campo internazionale di imporre un modello talebano alla società di Gaza.

Continuano le pubblicazioni a cura dei servizi segreti israeliani sul modus operandi di Hamas, organizzazione terroristica che come obiettivo ha la cancellazione dello Stato di Israele. Oltre che con le armi, tra Israele ed i paesi che hanno giurato la sua eliminazione dalla cartina geografica, si combatte da anni una guerra a furia di pubblicazioni ed approfondimenti, mirati a screditare l’operato del governo in questione. Che Hamas sia un’organizzazione terroristica, non ci sono dubbi, considerando che è ritenuta tale anche dall’Unione Europea. Lo studio delle forze armate israeliane in collaborazione con il Mossad, mette in luce il modello sociale ed ossessivo imposto da Hamas.

Che cosa significa talebanizzazione ?

La talebanizzazione impone un preciso codice comportamentale: si va dalla rigorosa regolamentazione delle abitudini femminili alle norme oppressive nei confronti delle minoranze non musulmane.

I diritti delle donne a Gaza

L’applicazione estremista e miope sulla società operata da Hamas è particolarmente discriminante per le donne. La “polizia morale” di Hamas punisce le donne per reati come quello di guidare uno scooter con dietro un uomo, fumare sigarette in pubblico, lasciare i capelli sciolti, vestirsi con i jeans, ballare durante eventi pubblici. Le donne accompagnate da uomini poi, sono fermate dalla polizia ed interrogate per stabilire il legame che li unisce.

Nell’estate del 2009, fu lanciata una “campagna di virtù”: alle avvocatesse fu imposto di indossare il velo nei luoghi pubblici. Recentemente, Al Aqsa University, un’università pubblica a Gaza, ha introdotto un codice di abbigliamento islamico per le donne. Le studentesse di Al Aqsa, a lungo considerato un luogo di profonda apertura intellettuale, per stare nel campus devono seguire un rigido codice di abbigliamento che prevede abaya (mantello) e hijab (velo).

Il 10 aprile scorso, una maratona è stata annullata dalla Unrwa, sponsor e organizzatore della manifestazione. Hamas decise di non permettere alle donne di partecipare .

Ma anche gli uomini soffrono della volontà di Hamas che plasma la società a sua immagine. Hamas ha imposto il divieto di portare i pantaloni a vita bassa e tagliare i capelli in stile occidentale. La decisione è stata presa nei confronti dei giovani palestinesi nella Striscia di Gaza. Hamas teme che ai ragazzi siano inculcati i valori occidentali tramite la televisione ed internet.

Le arti a Gaza

Anche le arti devono passare attraverso il filtro islamico di Hamas. I libri che sono ritenuti immorali, non sono autorizzati ad essere venduti nei negozi e possono essere confiscati. Inoltre, i film realizzati a Gaza prima di essere mostrati pubblicamente, devono ricevere l’autorizzazione dal Ministero della Cultura.

(Spaziodifesa)

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