Gran successo per l’opera “Mena” tra melodia pop e lirica. Grande esecuzione del maestro Ferrauto

Serata riuscita lunghi applausi per Plinio Maggi e Carlo Majorana Gravina

 

 

CATANIA – Il “Centro Ulisse” di Catania ha aperto la sua splendida terrazza con un appuntamento ben riuscito e pienone alla prima, per “Mena” melodramma che ritorna a Gela il 28 luglio e il 3 agosto, probabilmente, di nuovo a Catania. Ouverture di alto livello per la “Festa dell’Opera Mediterranea”, il nuovo appuntamento con la grande musica lirica organizzato dalla “Camerata Polifonica Siciliana”, presidente Aldo Mattina; direttore artistico, Giovanni Ferrauto, un festival legato sia alla tradizione operistica, ma anche alle novità per produrre cultura e buona musica. Fortunatissimo allestimento dell’opera “Mena” di Plinio Maggi compositore e librettista insieme a Carlo Majorana Gravina, irrompe nella nostra quotidianità e vive nuove dimensioni, un design creativo musicale scenico di impatto, che ci fa capire che sta cambiando il modo di vivere la musica, affascinando nella serata il copioso pubblico. Un capolavoro di Giovanni Verga rielaborato e, in particolare, racconta l’amore irrisolto di Mena ToscanoAlfio Mosca, con un’azione che si svolge durante il primo decennio dell’unità d’Italia e si apre l’8 settembre con la festa della Madonna bambina ad Ognina per continuare a svolgersi nella piazza di Trezza e il Vescovo Mons. Gristina sottolinea “un’iniziativa che rievoca pagine assai belle dell’opera de “I Malavoglia” in un contesto così speciale e caro allo stesso Verga quale è il porto di Ognina”. Un linguaggio melodico armonico e drammaturgico che caratterizza “Mena” con un’evidente atipicità: “la spontaneità melodica di Maggi che affonda le radici nella tradizione della canzone italiana d’autore e la sensibilità contemporanea”, come chiarisce il maestro Ferrauto che ha orchestrato l’opera, in modo coinvolgente piena di sfumature, con buon equilibrio orchestrale che ha rispettato le voci, privilegiando le parti più intense e passionali. La “Camerata Polifonica Siciliana” si avvale della preziosa sinergia con la Repubblica del Kazakistan, che sostiene il progetto con la partecipazione della rinomata orchestra di Stato del Teatro dell’Opera di Astana, capitale della nazione kazaka. Nell’ambito del progetto è stato realizzato un workshop corale a cura di Giovanni Ferrauto, al quale hanno partecipato quattro importanti ensemble siciliani: “Perfecta laetitia Sancte Johannes” di Gela, “Sine Nomine” di Giarre, e “Alma Redemptoris Mater” di Scordia, diretti dai maestri Francesco Falci, Antonino Visalli e Giovanni Catalano. Maggi si è ispirato ai “Malavoglia” verghiani. “I tre atti di Mena – chiarisce l’autore – sono un omaggio all’anima etnea, rielaborata attraverso il capolavoro di Verga, e in particolare l’amore irrisolto di Mena e Alfio. Carlo Majorana Gravina che ha curato in maniera attenta e filologica il libretto, tessendo la dinamica della storia con una bipolarità stilistica, rispettando usi e abitudini del contesto terraneo, osserva “si è combinato il linguaggio semplice con un sentire profondo e intenso”. Crea alcune fasi narrative in cui Mena si agita di dolore, ma con rassegnazione anche se le nubi si addensano nella mente della fanciulla. Interpreti: Mena, soprano, Chiara Vyssia Ursino bella voce, timbro importante, colore piacevole con appoggiature ben eseguite e nel duetto iniziale si notano i passaggi. Apprezzabile strappando lunghissimi applausi la splendida aria che si traduce nella preghiera “Santa Maria del mar”; Alfio Mosca, tenore, Yuri Corace Cassarà sa portare nel suo canto una serie inesauribile di colori; Padron  ‘Ntoni, baritono, Salvatore Todaro una vocalità particolare, a volte spinta, a volte molto morbida usando molti colori per rendere la bellezza musicale; Maruzza,  mezzosoprano, Concetta Cannavò con alle spalle una bella carriera, sa portare sulla scena arie difficili che va sugli acuti, espressi egregiamente e altre sulle note centrali per esprimere drammaticità. Completano il valido cast Cipolla, tenore, Vincenzo Lo Presti, Pie’ di Papera, baritono, Tommaso Caramia, Voce dal popolo, mezzosoprano, Melissa Minardi. Voce narrante. l’attore Fabio Costanzo.  E’ la voce recitante che mantiene viva l’epoca di riferimento e dà espressione alla mutevolezza delle scene travolgenti di passione. Regia eccellente di Turi Giordano che si è rifatto a “La terra trema” di Visconti ambientata fine anni ’40 “ho preferito utilizzare colori bianchi e neri tipici del neorealismo, solo lo sfondo è un po’ colorato, è un mare che incombe e porta disgrazie. Ho cercato di attualizzare certe scene come quella della protesta, i popolani (il coro) contro i cattivi amministratori che aumentano le tasse”. Colpiscono la vivacità e la disciplina del coro, un bell’allestimento imponente che nonostante legato al contesto storico in cui si inserisce la vicenda riesce ad essere attuale, un dramma in azione, in cui gli eventi si svolgono velocemente avvincendo il pubblico con una musica incisiva e fortemente evocativa.

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