Goldings-Bernstein-Stewart:la serenata “sgangherata” del jazz

Per il Circuito Jazzistico Siciliano, il trio americano Harry Goldings organo, Hammond, Peter Bernstein chitarra, Bill Stewart batteria, presentano “Ramshackle Serenade”  

Grazie al Circuito Jazzistico Siciliano, la rete di organizzazioni concertistiche che vede collaborare i cartelloni di Catania Jazz, Nomos Jazz di Palermo, Nissa Jazz di Caltanissetta e Milazzo Jazz, il trio Goldings-Bernstein-Stewart suonerà giovedì 15 gennaio al Teatro Golden di Palermo per Nomos Jazz, venerdì 16 gennaio al Teatro Trifiletti di Milazzo per Milazzo Jazz e sabato 17 gennaio al Teatro Abc di Catania per Catania Jazz.

Dal momento in cui si sente suonare il trio si può percepire il profondo rispetto che i musicisti hanno uno per l’altro, tre musicisti che generano una forza contagiosa attraverso il loro controllo straordinariamente sottile di tutte le parti musicali. Musica sofisticata: basta lasciarsi andare e godere. Presentano il disco “Ramshackle Serenade”, pubblicato da Pirouet lo scorso anno.

Musica che accoglie nel suo letto caldo di suoni, risultato di circa 25 anni di collaborazione tra questi tre musicisti che sono tra i migliori nei loro rispettivi strumenti. L’organista Hammond e pianista Larry Goldings, il chitarrista Peter Berstein ed il batterista Bill Stewart compongono una squadra straordinaria. Il disco presenta tutto ciò che il tradizionale “organ-trio” ha da offrire groove entusiasmanti e suoni ricchi, saporiti e sontuosi. Ma la musica di questo album possiede anche una sottile vena intima.

Ramshackle (sgangherata)” fu la parola che Mark Twain usò per descrivere la baracca in panne sulla riva del Mississippi in cui visse il ragazzo che fu il modello per Huckleberry Finn. Larry Goldings, che ha composto la title-track, dice: “Mentre stavo cercando un titolo per la canzone, ho pensato a Mark Twain, non so esattamente per quale motivo. Forse sentivo che c’era un po’ di Americana nel pezzo. Mentre ero impegnato con Twain, mi sono imbattuto nella parola “sgangherato”, che sembrava ben adattarsi allo spirito del pezzo. Forse perché c’è questo instabile contro-movimento melodico, o perché il pezzo sembra in qualche modo fragile. Ma allo stesso tempo possiede una innata qualità lirica, che fa sembrare del tutto appropriato il contrasto con una parola come “serenata. Abbiamo subito deciso che sarebbe stato il titolo dell’album. Penso che a volte noi permettiamo che sentimenti di dissoluzione e di caos si incontrino con la forza e la bellezza. E’ divertente prendere qualcosa di bello e girarci intorno armonicamente e ritmicamente, in modo che certe ombre oscure si insinuino all’interno. La tensione è fondamentale quando si vuole fare della buona musica“.

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