Gohar Dashti, quando la Fotografia diventa denuncia

Tra la realtà è il sogno, le opere dell’artista iraniana esposte presso i locali delle Officine dell’Immagine di Milano

Finalmente ci siamo! Inaugurata in Italia la prima mostra personale di Gohar Dashti. Venti scatti per quella che è considerata una tra i più promettenti e audaci talenti del bacino mediorientale.

“Inside Out” è il titolo della personale milanese, nella quale si analizza la precaria condizione sociale iraniana, perennemente in tensione per conflitti sul nascere e ceneri mai spente, tra le difficoltà del presente e quello che ne consegue all’interno della cerchia familiare. Come cambia la vita quotidiana, vivendo con la paura per il domani? Una contrapposizione tra “l’outside” che circonda i soggetti e “l’inside” che racchiude i sentimenti, le emozioni e le speranze per il futuro. In venti fotografie, l’Iran tra paesaggi minimalisti e attimi di silenzio, tra scene di ordinaria follia e momenti di intimità svelata. Una luce ricercata enfatizza una condizione “sui generis”, in cui il filo conduttore è il conflitto sociale, crudo è devastante, che lede la tranquillità degli individui, mutandone stati d’animo e azioni. Nel frattempo la speranza, il sogno che infrange la realtà: riuscire a mantenere viva la fiducia verso il domani, una fiducia latente, ma pur sempre viva. Nella serie di scatti tra il 2008 – “Today’s life and war” – e il 2013 – “Iran” – percorsi paralleli si scontrano e si incontrano; l’amore e l’odio trovano una convergenza.

Compleanni festeggiati in trincea, abiti imbrattati di sangue, fazzoletti bianchi stesi tra il filo spinato e nonostante tutto, la gioia. Emblematica è l’immagine che ritrae il sorriso delle donne affaccendate nelle pratiche domestiche, divertite dall’obiettivo che cattura attimi di genuina ed effimera spensieratezza. La talentuosa fotografa originaria di Ahvaz, riesce a sintetizzare il passato e il presente, la tutela della tradizione e l’istanza di cambiamento sociale. Nella contraddizione del territorio iraniano, la richiesta affidata all’arte, alla fotografia, che diventa il tramite per la denuncia, per la salvaguardia della dignità di un popolo. Esposti a Milano fino al 24 Gennaio, squarci di vita teatralizzati, accentuati negli aspetti dell’assurdo, negli aspetti più evocativi. 

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