Giuseppe Prinzi: il grande artista siciliano reclama giustizia

E’ da ben cinque anni che il grande pittore e ceramista siciliano chiede la restituzione della sua opera esposta a Milano a EXPO’ 2015: una bellissima Giara, simbolo della nostra Sicilia118310831_3453446461334263_4708783880456288679_n

Prima di parlare del fatto ricordiamo la lunga carriera artistica di Giuseppe Prinzi:

Giuseppe Prinzi è un pittore, scultore e ceramista. Nasce a Mistretta (ME) il 31 Gennaio 1962. Sin da piccolo manifesta interesse per il disegno e la pittura. Inizia a dipingere a undici anni, quando la madre Angela, gli regala una cassetta di colori ad olio ed alcuni cartoncini telati. I primi lavori furono dei ritratti al padre Giovanni, alla nonna Domenica e a personaggi storici copiati dai libri di scuola, tra i più riusciti quello a Giuseppe Garibaldi e quello a Giuseppe Verdi. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Santo Stefano di Camastra dove frequenta l’Istituto d’arte sotto la direzione del professor Ciro Michele Esposito e dove consegue il diploma di maestro d’arte nel 1979, avendo come insegnanti tra gli altri: Ignazio Orifici per il disegno dal vero, Rocco Famularo per la pittura, Salvatore Mirenda per la foggiatura al tornio e Giovanna Franco per la plastica e la modellazione. Contemporaneamente segue con molto entusiasmo e con successo il corso di pittura per corrispondenza dell’Accademia di Belle Arti di Roma, appassionandosi particolarmente allo studio dell’anatomia e al ritratto. Dopo il diploma compie alcuni viaggi a Roma, Siena e Firenze. Visita gli Uffizi, i Musei Vaticani e la Cappella Sistina, studiando dal vero le opere dei grandi maestri del Rinascimento Italiano e rimane affascinato in modo particolare da Piero della Francesca, Sandro Botticelli, Michelangelo e Leonardo da Vinci. Nel 1981 consegue la maturità d’arte dopo aver frequentato il biennio di specializzazione discutendo un esame in storia dell’arte moderna e contemporanea, in modo particolare sulle avanguardie storiche del ‘900: Cubismo, Futurismo, Surrealismo e anche sulla Metafisica di Giorgio de Chirico . Dal 1982 in poi approfondisce i contatti con i maestri ceramisti locali e collabora con alcuni di loro, perfezionando le proprie capacità tecniche. Inizia a partecipare a mostre ed esposizioni riscuotendo notevoli consensi ed apprezzamenti da addetti ai lavori e collezionisti con una creazione originale di oggetti dalle forme stilizzate ispirate alla cultura Greco-Romana classica ed Egizio – Orientale. Questa prima produzione è caratterizzata da un cromatismo suggestivo e da superfici aride e vellutate, dove si materializzano dei volti, animati da un Pathos intenso e da una sfumata policromia. Giuseppe Prinzi esprime nelle sue opere, rielaborandola esteticamente ed essenzialmente, la sua atavica Sicilianità, che nel corso dei secoli si è originata dalle varie culture succedutesi nella sua isola mediterranea. Dal 1983 in poi, partecipa a 10 edizioni della “Mostra Internazionale della Ceramica”di Santo Stefano di Camastra.

Nel 1986 la giuria di qualità della mostra concorso “Amastrata” della città di Mistretta gli assegna il secondo premio per due opere in ceramica con ossido di rame e incisioni che sono tuttora custodite nella collezione comunale. Nel 1987 partecipa alla “Mostra Itinerante” patrocinata dalla Regione Siciliana che esporrà nelle maggiori capitali internazionali tra le quali: New York, Tokio, Singapore, Parigi, Londra, Sidney, Berlino, Hong Kong. Sempre nello stesso anno viene invitato dall’Università di Messina per la grande mostra allestita nell’Aula Magna e dall’organizzazione della XI Biennale della Ceramica Siciliana di Caltagirone dove esporrà due sculture ceramiche. Nel 1988 Il Presidente del Patronato Nazionale ACAI, On. Pavone, acquista un suo grande pannello in maiolica che verrà donato a Papa Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita Pastorale alla diocesi di Patti e Tindari; l’opera è conservata a Cracovia città natale del Pontefice. Nel 1990 ospita nel suo laboratorio di ceramica, per uno stage, l’artista Italo Argentino Silvio Benedetto assieme ad altri artisti della sua scuola di pittura. Nel 1991 pubblica un catalogo delle sue ultime creazioni,dal titolo “Maioliche d’Autore”con presentazione di Antonio Scarpello Mingari e recensione critica di Silvio Benedetto dal titolo “Il fuoco e il Silenzio”. Nel 1996 espone diverse opere nella Galleria d’Arte “La Pergola” di Tindaro Pettignano, adiacente al suo notissimo ristorante di Los Angeles in Ventura BLD U.S.A. frequentato da star del cinema quali: Silvester Stallone, Al Pacino, Robert De Niro e Robert Redford. Nel 2004 realizza delle opere in ceramica refrattaria che andranno a costituire una collezione permanente di un palazzo Baronale ottocentesco a Sinagra, sui monti Nebrodi, trasformato successivamente in Hotel Museo, unico nel suo genere. Nel mese di dicembre del 2004 gli viene assegnato dal Consorzio Ceramisti di Santo Stefano il premio “IGOR” per la ricerca artistica. Nel luglio del 2014, realizza una tavellina in ceramica, dipinta con figure policrome “postmoderne”, per l’Associazione culturale “Il cielo d’Italia” patrocinata dal Senato della Repubblica, che verrà esposta nel 2015 all’Expò di Milano e in seguito al “Parco della Scienza” di Teramo. img097-1Alla stessa manifestazione internazionale milanese, nello stand della Regione siciliana, espone una “giara” in ceramica refrattaria, dipinta con volti “Metafisici”. L’opera verrà indebitamente “omaggiata” senza il suo consenso, ad un’autorità di valenza internazionale e sarà motivo di un contenzioso giudiziario con il comune di Santo Stefano di Camastra responsabile dell’accaduto. Nel mese di Giugno del 2015 viene ammesso alla ”Mostra concorso della Ceramica Mediterranea” di Grottaglie dove espone “Bacco e Arianna” piatto in ceramica refrattaria ossidato e una scultura ceramica dal titolo “Persefone”. E’ l’unico artista a rappresentare la Regione Siciliana. In agosto del 2015 è presente alla “I Biennale Stefanese” nello storico Palazzo Trabia Nello stesso mese di agosto  viene selezionato dalla giuria Internazionale, per partecipare alla “X Biennale Internazionale d’Arte contemporanea di Firenze”, che si terrà dal 18 al 25 di Ottobre del 2015 nella suggestiva Fortezza da Basso, alla quale esporrà 5 opere ad olio su tela. Nel mese di giugno 2016 realizza un grande murales ceramico raffigurante “Medusa” di cm. 240 x 240, che viene esposto in occasione della manifestazione nazionale “Buongiorno Ceramica” e “All’Inceramicata Stefanese”. Nel dicembre 2017, nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario della nascita di Luigi Pirandello, espone a Palazzo “Armao” di Santo Stefano di Camastra un “trittico” in ceramica e legno dedicato al grande drammaturgo siciliano. Alla mostra e’stata esposta anche una China acquarellata, raffigurante cinque volti di Pirandello, realizzata dal figlio Giovanni.56191334_428339727727675_3851815911883276288_n

Profilo Artistico

Il linguaggio espressivo di Giuseppe Prinzi, da alcuni critici definito “Neosimbolista”, da altri “Neometafisico”, e accostato alla “Metafisica”di Giorgio de Chirico, privilegia gli aspetti emotivi, istintivi ed irrazionali dell’arte, trascurando quelli imitativi-descrittivi o conoscitivi della realtà. Per queste inclinazioni, lo si potrebbe collocare nel filone del “Neoespressionismo”, con una tensione “onirica”, che si ricollega al “Surrealismo” di Dalì, Ernst e Magritte. Il segno e i colori, sono utilizzati in maniera libera da condizionamenti accademici o riferimenti al realismo oggettivo. Le sue opere si collocano in una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio, suggerendo all’osservatore una lettura non naturalistica ma “Simbolica” della composizione artistica in cui fonde, sintetizzandoli, gli impulsi di tutte le avanguardie del XX secolo, riuscendo a creare un proprio personale e riconoscibile stile pittorico. Stile pittorico che si distacca nettamente dall’illustrazione e dal sentimentalismo tonale, tipico del romanticismo di stampo ottocentesco ma tende a rendere l’essenza dell’immagine, cioè la sua architettura, in maniera “allusiva” ed “evocativa”. Per Giuseppe Prinzi la creazione è un processo “Mnemonico” e “Ideale” (nel senso Platonico della “Teoria delle Idee”) che precede l’osservazione diretta e mimetica della natura e si realizza in momenti di completo isolamento dal mondo esterno, per entrare in contatto con la propria interiorità, attivando un’operazione di “Sfrondatura” sino a cogliere l’essenza più autentica della propria “Anima”.

Giuseppe_Prinzi_in_2017

Curriculum Artistico

1974: Mostra di pittura “Museo Didattico” Santo Stefano di Camastra. 2° premio

1975: Mostra di pittura “Museo Didattico” Santo Stefano di Camastra. 2° premio

1983: VII Mostra Regionale delle Ceramica. Santo Stefano di Camastra

1984: VIII Mostra Regionale della Ceramica. Santo Stefano di Camastra

1986 Mostra concorso “Amastrata” Città di Mistretta 2° premio

1986: X Mostra Regionale della Ceramica. Santo Stefano di Camastra

1987: XI Biennale della Ceramica Siciliana. Caltagirone

1987: “Mostra Itinerante” Patrocinata dalla Regione Siciliana: New York, Tokio, Singapore, Parigi, Londra, Sidney, Berlino, Hon Kong.

1988: Commissione da parte del Patronato Nazionale ACAI di un grande pannello in maiolica che verrà donato a Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita alla diocesi di Patti e Tindari.

1988: “Mostra di Pittura e Grafica” Spazio Aperto, Biblioteca comunale Santo Stefano di Camastra

1989: Estemporanea di pittura Città di Termini Imerese Palermo

1990: XIV Mostra Internazionale della Ceramica. Santo Stefano di Camastra

1990: Galleria Arcimboldi Verona

1991: Mostra di pittura e scultura. Campobello di Licata Agrigento

1991: XV Mostra Internazionale della Ceramica. Santo Stefano di Camastra

1993: Fine Decorators Dallas Florida U.S.A.

1993: Etoile Kaito Choo-Ku Tokio

1994: Kosta Boda Reykiavik Islanda

1995: Castello Gallego “Mostra di pittura” Sant’ Agata di Militello

1996: “La Pergola” Ventura BLVD LOS ANGELES U.S.A.

2004: XXVIII Mostra internazionale della Ceramica Santo Stefano di Camastra

2004: Realizzazione di opere in ceramica refrattaria e 2 grandi “Murales” in Maiolica, per l’arredamento di un palazzo Baronale ottocentesco a Sinagra sui monti Nebrodi

2004: Premio “IGOR per la Ricerca Artistica”

2014: Realizza una tavellina per l’Associazione culturale “Il Cielo d’Italia” patrocinata dal Senato della Repubblica, l’opera verrà esposta all’Expò di Milano nel 2015

2015: XXII Mostra Concorso della Ceramica Mediterranea di Grottaglie

2015: I “Biennale Stefanese” Palazzo Trabia Santo Stefano di Camastra

2015: Selezionato dalla giuria Internazionale, per partecipare alla“ X Biennale Internazionale d’Arte di Firenze”.800px-Scultura_ceramica_-_Testa_-_2019

E aggiungiamo che Giuseppe Prinzi è presente nell’archivio della ceramica del ‘900 ed è l’unico artista stefanese a figurare nell’enciclopedia libera online Wikipedia in nove lingue, tra le quali giapponese e francese.

Tutto questo basta per cercare di fare trasparenza su cosa è successo alla Giara di proprietà di Giuseppe Prinzi a Expò 2015 e ridare fiducia sull’accaduto al grande artista siciliano?

Crediamo di si ma veniamo ai fatti: il Comune di S. Stefano di Camastra, dove da sempre si realizzano ceramiche rinomate per le peculiarità, la bellezza e i colori, partecipò ad Expò nel 2015 e in quella circostanza, per allestire lo stand della Regione Sicilia, aveva fornito ad alcuni ceramisti di Santo Stefano di Camastra delle giare grezze da dipingere per l’evento.

Giuseppe Prinzi, per una mancata comunicazione, ne fu informato solo dopo e allora il sindaco Francesco Re chiese al Maestro, in comodato d’uso, una sua opera fa poter esporre, una giara da lui realizzata.

Giuseppe Prinzi, per esporla, diede quindi una Giara ovvero un’opera in ceramica refrattaria dipinta con “volti metafisici”, di cm. 52 di altezza e cm. 40 di larghezza con l’ impegno che le venisse restituita al termine della manifestazione.

Ma la Giara in Smalto opalescente,Terra refrattaria, Ossido di rame, Foggiatura al tornio, Multicotture a Granfuoco, Opera unica dell’artista ceramista, esposta all’Expò di Milano 2015, scomparve nel nulla.

Cosa successe da quel momento in poi? Dapprima verbalmente e in seguito due volte per iscritto, esattamente nel 2017 e nel 2018, Prinzi chiese invano la restituzione dell’opera e di fronte all’indifferenza da lui avvertita nell’atteggiamento del Comune di S.Stefano di Camastra si affidò al suo legale di fiducia che con una lettera, nell’agosto 2018, diffidò l’ente alla restituzione dell’opera oppure al risarcimento del danno. Giorno 16 dello stesso mese – continua Prinzi – il sindaco Francesco Re così rispondeva con una lettera: “Il manufatto in ceramica, da lei messo a disposizione di questa amministrazione comunale, è stato omaggiato dal personale regionale e comunale presente nello spazio espositivo riservato alla Sicilia, ad un’autorità di valenza internazionale, in visita all’area espositiva, che aveva fatto apprezzamenti sull’arte ceramica stefanese”. Si invitava l’autore, nella stessa lettera, a comunicare il valore dell’oggetto e il Comune, avrebbe provveduto al rimborso.

Deluso e amareggiato, l’artista comunicò quindi, tramite lettera, scritta dall’ avvocato, che il valore che aveva attribuito all’ opera era di 3.000 euro più IVA. Il Comune non rispose e non rispose neanche all’ invito di una stipulazione di negoziazione assistita per una soluzione amichevole e bonaria evitando la controversia giudiziaria e le relative spese legali.Giuseppe_Prinzi_nel_suo_studio_d'Arte

A questo punto Giuseppe Prinzi, suo malgrado, si vide costretto a citare in giudizio il Comune di Santo Stefano di Camastra davanti al Giudice di Pace di Mistretta e qui un’altra amarezza in quanto, riferisce ancora l’artista, il Comune, nel documento di comparsa in giudizio, lo accusò di volere speculare a danno dell’amministrazione locale permettendosi fra l’altro di stabilire il valore della sua opera, chiedendo al Giudice che il valore fosse compreso tra i 200 e i 300 euro e che fossero addebitate all’artista anche le spese giudiziarie. Bisogna dire che è un diritto di qualsiasi altro autore stabilire il valore di una propria opera e se venderla oppure no e le spese giudiziarie e legali, da questo racconto, sono quelle maturate per responsabilità del Comune, che non ha restituito l’ oggetto come pattuito nel 2015.

Aggiunge l’artista che il Comune era tenuto a custodire nel miglior modo possibile l’oggetto avuto in uso, con la diligenza del buon padre di famiglia e non aveva il diritto di appropriarsene né per “omaggiarlo” e neppure per altri motivi senza il suo consenso esplicito. Non è nemmeno concepibile che un’amministrazione comunale, a cui viene concessa in comodato d’uso un’opera per essere messa in esposizione in una mostra temporanea, non compili una scheda, con le dimensioni, la tecnica e il valore dell’opera, non rilasci ricevuta all’autore e non la assicuri.

" L'urlo" - Scultura in terra refrattaria , collocata su Giara panciuta dipinta con tecnica mista materica. Anno 2020
” L’urlo” – Scultura in terra refrattaria, collocata su Giara panciuta dipinta con tecnica mista materica. Anno 2020

Per quanto riguarda la sua ultima opera dal titolo “L’urlo”, la cui immagine è sopra riportata, essa, dice l’artista, trae ispirazione da questa vicenda: è un urlo di ribellione, di indignazione, di dignità e di libertà, contro la prepotenza, l’arroganza, l’inciviltà, l’indifferenza, l’ipocrisia e l’ingiustizia. L’opera come tema si ricollega al celebre dipinto del pittore Espressionista, Edvard Munch ed esprime l’inquietudine, il dramma, l’incomunicabilità, la solitudine e l’angoscia esistenziale dell’uomo. E’ un urlo universale che attraversa la natura, vicino alla filosofia esistenzialista di Kierkegaard e di Heidegger, ma c’è anche l’assonanza con il senso di solitudine e di paura della morte che ebbe Gesù Cristo nell’orto degli ulivi e sulla Croce, quando disse ” Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.

Insomma da allora l’artista si sente privato del diritto di riavere un’ opera alla quale tiene molto anche perché sulla stessa aveva dedicato nuove sperimentazioni tecniche e artistiche.

Se il Comune gli restituisse la sua opera il grande artista siciliano non pretenderebbe nessun risarcimento e neanche le scuse formali, chiaramente le spese giudiziarie e legali maturate dovrebbero essere a carico del Comune di Santo Stefano di Camastra.

L’artista porta avanti le sue ragioni e, se è così, è giusto che gli sia resa giustizia e gli venga restituita o risarcita la sua opera!

I commenti sono chiusi.

a Cognita Design production
Torna in alto