Giro d’Italia: ad Andalo bella vittoria di Valverde

La ripresa del Giro ha subito proposto una tappa scoppiettante. Ad Andalo bella vittoria di Valverde in volata su Kruijswijk e Zakarin. Chaves e Majka staccati rispettivamente di 42’’ e 50’’, Nibali (a 1’47’’) perde malamente ulteriore terreno, sancendo di fatto la sua resa definitiva.

Valverde- Kruijswijk andalo
La frazione si è avviata a folle velocità a seguito della ormai consueta ricerca della fuga di giornata. La Movistar questa volta vigila mostrando le proprie intenzioni sin da subito. All’attacco della Mendola il primo segnale di una mossa quanto meno azzardata. A cercare e trovare la fuga è Kangert, fra i migliori luogotenenti di Nibali, con la chiara intenzione da fare da testa di ponte per un’azione del capitano. L’estone riesce ad avvantaggiarsi assieme ad Ulissi e David Lopez.
Una girandola di scatti e controscatti isola rapidamente la maglia rosa. Le condizioni per attaccarlo sembrano ideali. Provano in tanti, la maglia rosa risponde un po’ a tutti, segno di un eccellente stato di forma. In prossimità della sommità ecco Nibali, lo scatto è di quelli incisivi. Kruijswijk e Valverde impiegano un po’ a rispondere, ma rientrano sul messinese insieme a Zakarin. Sarebbe il caso di rialzarsi, invece Vincenzo insiste ed il suo gruppetto rientra sui primi. Al comando dieci uomini, fra i migliori mancano Chaves e Majka. Dove vuoi andare se all’attacco dei Fai della Paganella mancano 40 chilometri? Invece decidono di insistere. E’ in questo discutibile tentativo che Nibali getta le sue forze residue, sacrificando, in favore degli altri, pure l’ottimo Kangert. Dietro saranno un paio di Orica a tenere a galla il gruppo Chaves, quest’ultimo oggi non particolarmente brillante, finirà per non spenderà nulla nell’inseguimento. A metà dei Fai della Paganella Valverde e Zakarin cambiano passo, il solo Kruijswik saprà loro tener testa. Per Nibali, invece, iniziano quindici chilometri di sofferenza che lo vedranno cedere il passo a tutti i suoi rivali diretti. La volata finale non ha storia con Valverde nettamente più veloce di Kruijswijk e del generosissimo Zakarin.

La nuova classifica vede l’olandese sempre più rosa, Chaves staccato di 3’, Valverde di 3’23’’, Nibali è quarto a 4’43’’, quinto a Zakarin a 4’50’’.
Le ultime giornate indicano che il giro sembra aver preso la strada olandese, ma attenzione il Valverde visto oggi non è battuto. Il murciano ha classe, esperienza, colpo d’occhio, può ancora ribaltare le sorti della partita.
Per ultimo il capitolo più dolente, Nibali. La situazione è sotto gli occhi di tutti dopo la terza flessione consecutiva. Eppure ancora una volta è lui a scatenare la scintilla decisiva. Fa specie che non riesca a frenare la sua indole battagliera anche quando è chiaro che il tentativo non ha niente da darti. E’ questo ciò che mi sorprende di più, certe valutazioni sono semplici, direi elementari. Evidentemente i problemi vano oltre l’attuale condizione del siciliano. Oltre la forma, manca la sinergia con i quadri, manca la sufficiente serenità per saper valutare razionalmente le situazioni di corsa.
Il Gino nazionale, davanti a questa vicenda, non avrebbe esitato a pronunciare il suo celebre motto.
Cosa resta? Resta la classe, la generosità e il coraggio sempre affioranti che rendono il suo modo di interpretare le corse quasi unico nel palcoscenico mondiale. Non è poco. E’ su queste basi che Nibali deve costruire il suo futuro, comprese le tappe che mancano alla fine (sempre che le disputi), tenendo ben presente che non sta scritto in nessun posto che bisogna lanciarsi all’attacco a tutti i costi e soprattutto che non puoi farlo quando non puoi contare su tutte le tue forze.

Domani giorno di tregua per gli uomini di classifica, tappa semplice da Molveno a Cassano D’Adda di 196 km. I pochi velocisti rimasti dovranno però fare i conti con gli immancabili volenterosi di giornata e con le forze dei propri uomini che a questo punto del Giro sono necessariamente usurate.

Infine un pensiero per i tanti tifosi delusi ed un po’ impazienti. Chi sale sul carro del vincitore di uno sportivo difficilmente scende prima del capolinea sportivo del campione che si è scelto. Per chi, come me, ha scelto quello di Nibali prevedo ancora tante soddisfazioni e tanto tempo prima di scendere dal carro, bisogna avere solo un po’ di pazienza.

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