Giro delle Fiandre: Sagan, vittoria per manifesta superiorità

Ad uno strepitoso Peter Sagan in maglia iridata il Giro delle Fiandre. Lo slovacco, dopo aver dominato la corsa, arriva al traguardo in solitario e mette la firma sulla sua prima “monumento”. Secondo Cancellara, terzo uno stremato Vanmarcke.

during the 100th edition of the Tour of Flanders from Bruges to Oudenaarde on April 3, 2016 in Bruges, Belgium.
during the 100th edition of the Tour of Flanders from Bruges to Oudenaarde on April 3, 2016 in Bruges, Belgium. 

E’ stata una edizione della “Ronde” bellissima e combattutissima. Difficile fare una cronaca dei fatti che si sono succeduti in tutto l’arco della corsa; proverò a descrivere le fasi salienti.

Quando affronta la sua fase calda, con il secondo passaggio sull’ Oude Kwaremont, la corsa, causa cadute, ha già perso Benoot e l’attesissimo Van Avermaet . A dare la sveglia al gruppo, che ha comunque sin qui ben vigilato sui carneadi di giornata in avanscoperta, ci pensa Vandenbergh. Il lungagnone della Etixx affonda con decisione e dà il via alle ostilità che contano. Di li a poco comincerà a muoversi l’ottimo Vanmarcke a cui, però, non concederanno spazio gli attentissimi Sagan e Cancellara.

La selezione importante, attesa dopo il Koppenberg, è regolarmente avvenuta e chi non ha gambe è già alla deriva. Ai meno trenta la mossa decisiva. Ad un allungo, apparentemente innocuo, di Kwiatowski risponde il solo Sagan. Peter per un paio di chilometri si guarda attorno, non è sicuro che si tratti dell’azione giusta, ma intanto è lì ed i due non perdono, anzi. Dietro Vanmarcke è il solo a vederci giusto e con una bella azione di forza si riporta sui due. Il terzetto in pochi chilometri raggiungerà gli uomini al comando. Per Cancellara, che chiaramente ha sbagliato valutazione, comincia una difficilissima gara ad inseguimento. Davanti infatti Sagan non sbaglia una mossa. Tiene alta l’andatura nella terza tornata dell’Oude Kwaremont, allunga con decisione verso il culmine del Paterberg dove le pendenze diventano impossibili e dove si spegne la luce al generosissimo Vanmarcke. Da solo percorrerà gli ultimi tredici chilometri verso Oudenarde, in una sorta di passerella a cinquanta all’ora. E sì, perché dietro sa di avere una locomotiva in caccia: Fabian Cancellara. Lo svizzero, che nel frattempo ha sbaragliato tutta la concorrenza, insieme a Vanmarcke, vagone trovato per strada, tenterà invano di rientrare sul primo della classe. La sua è stata una bella corsa, ma non può essere soddisfatto, in fondo un solo errore è pesato tantissimo.
Che dire di Sagan? In un ideale collegamento con il post di presentazione, direi che ha colto la sua perla e lo ha fatto nel migliore dei modi. Non si è fatto sorprendere, ha rischiato, ha stravinto.
È chiaro che tutti gli altri sono stati oscurati dalla figura dello slovacco. Detto di Cancellara e del suo errore tattico, detto di Vanmarcke, che ha corso benissimo, sbagliando praticamente nulla e perdendo semplicemente da uomini più forti, Kristoff invece non si è mai visto. Correndo limando il possibile, ha colto all’arrivo un quarto posto buono solo per gli annali. In casa Sky si è messo in luce Kwiato, almeno sino a quando non gliel’ha spenta Sagan.
Gli Etixx Quick Step meritano un capitolo a parte. Sembrano avere smarrito la magia che per anni li ha visti protagonisti a queste latitudini. Dopo l’ammainamento di Boonen, stentano a trovare un uomo faro ed in corsa i risultati si vedono, anzi non si vedono.

I nostri in linea con gli ultimi anni. Ottimo il lavoro di Gatto, buon quello di Moscon, qualche squarcio di Trentin, all’arrivo sedicesimo e primo dei nostri Oss, libero da compiti onerosi in una BMC decimata.

Troppo poco!

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