Giallo “Costa Concordia”: scomparso il timoniere. Testimone o corresponsabile?

GROSSETO – Continuano, invano, le ricerche in Indonesia di Jacob Rusli Bin, il timoniere della Concordia. Schettino: ‘Il timoniere non può sparire così…’

Scomparso testimone fulcro del giudizio contro Schettino.

Il “giallo della Concordia” continua…

La scatola nera della nave inchinatasi per sempre dinanzi all’Isola del Giglio, parlerebbe chiaro, ma la testimonianza di Jacob Rusli Bin, timoniere della Costa Concordia, aiuterebbe a spiegar meglio che cosa successe veramente quella maledetta sera del 13 gennaio 2012. Ma Rusli Bin è scomparso!

Sparito nella campagna dell’Indonesia, o – forse – a bordo di qualche nave nei mari asiatici, fatto sta che è introvabile. Ma inequivocabile è che Rusli equivocò ben due ordini dati da Schettino per correggere la rotta, a pochi metri dagli scogli. Sembra davvero sparito nel mondo…

La procura di Grosseto sta facendo tutti i tentativi possibili per rintracciarlo: coinvolgendo anche l’ambasciata italiana a Djakarta, ha chiesto supporto all’Interpol, che, a sua volta, cerca di sensibilizzare la polizia locale a cercarlo a casa. Ma nessuna di queste azioni, allo stato attuale, ha ancora dato i suoi frutti. Nemmeno il suo ultimo avvocato in Italia ha contatti con lui da mesi, secondo quanto riferito agli inquirenti. Davvero sparito, dunque.

A lamentarsi è lo stesso Schettino, rincorso dalle tv fuori dal tribunale dopo l’ultima udienza, perché ‘Un uomo non può scomparire così. Avrà un’identità, una carta di credito, da qualche parte sarà. Non credo che un uomo possa scomparire così… Avrà un cellulare su cui può essere rintracciato. Non è che si scompare così…’, insiste l’imputato.

Il ritrovamento dello scomparso è per la difesa di Schettino importantissima, in quanto potrebbe essere la chiave di volta per scaricare di qualche zavorra, attualmente tutte in capo a Schettino, il comandante, proprio evidenziando le colpe del timoniere. Durante l’udienza il pubblico ministero ha ipotizzato che Rusli Bin possa presentarsi in una udienza di fine aprile. ‘Ci auguriamo tutti che accada’, ha affermato Schettino, che, però, ad una domanda se senza l’errore del timoniere la vicenda della Concordia potesse avere un epilogo diverso, ha risposto: ‘Questo facciamolo dire alle perizie’. Corresponsabilità sarebbe, quindi, la tesi difensiva? O, forse, volontà di scaricare del tutto la colpa al “latitante timoniere”, in quanto non avrebbe eseguito a dovere gli ordini?

Il giallo si infittisce…

Fatto è che, allo stato attuale, averlo al processo aiuterebbe, anche perché Rusli Bin ha già patteggiato una condanna a 1 anno e 8 mesi per omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose e naufragio colposo in concorso e con altri co-indagati simboleggerebbe che tutte le colpe non sono necessariamente di Schettino.

È importante sentire Rusli Bin perché è emerso in fase di incidente probatorio la commissione di un errore, fondamentale dal nostro punto di vista, nell’esecuzione della manovra e del successivo naufragio’, hanno dichiarato gli avvocati Donato Laino e Patrizio Le Piane, difensori di Schettino.

L’errore fu questo: a breve distanza dal Giglio, per disimpegnare la nave Schettino ordinò due virate lievi (prima 10 e poi 20 gradi) e una decisa, “a tutta” (35 gradi, il massimo), a dritta; poi chiese di controvirare rimettendo il timone al centro.

Fin qui tutto bene: ma quando Schettino, per ridurre la velocità angolare della nave, ordinò di virare a sinistra tre volte (in sequenza prima 10, poi 20 gradi, poi tutto il timone), Rusli Bin cominciò a virare a sinistra fino a 5-6 gradi ma poi girò i timoni a destra di ben 20 gradi e poi, richiamato da Schettino, di altri 20 gradi a sinistra: il gioco di masse ipotizzato dal comandante per ridurre la velocità si vanificò e la nave andò a urtare l’isola con gli effetti conosciuti. Il suo errore – hanno ulteriormente rimarcato Laino e Le Piane – determinò l’urto, senza quell’errore la vicenda sarebbe stata tutt’altra, certamente non così tragica’.

Forte la difesa degli avvocati di parte offesa – ossia le vittime – del pool di parte civile ‘Giustizia per la ConcordiaMassimiliano Gabrielli di Roma e Cesare Bulgheroni di Milano:Costa Crociere sa dov’è il timoniere Jacob Rusli Bin, lo tirino fuori, dicano dove si trova. Se Rusli Bin non viene sentito al processo significa che è un testimone che temono. Sulla proposta, emersa nell’ultima udienza, del pubblico ministero di rinunciare a 168 testimoni d’accusa, tutti passeggeri della Costa Concordia parti offese, gli avvocati Gabrielli e Bulgheroni hanno dichiarato che ‘sarebbe assurdo che non venissero sentite le vittime del naufragio, almeno un campione’. Ma il tribunale ha rimesso la questione alla prossima udienza del 14 aprile.

Intorno alla figura dello scomparso, intanto, nei corridoi del tribunale crescono varie leggende. Ma il problema vero e proprio è che bisogna ritrovarlo, o almeno ci si augura di ritrovarlo.

E se non dovessero rintracciarlo? Saranno serie grane per Schettino, in quanto il processo – ovviamente – andrà avanti lo stesso. I magistrati faranno un verbale di “vane ricerche” e chiederanno di acquisire come prova i suoi interrogatori fatti a Grosseto durante le prime fasi dell’inchiesta; per i suoi “errori” parleranno le carte della perizia.

a Cognita Design production
Torna in alto