GDF Catania: indagini preliminari per un valore complessivo di circa 7,5 milioni di euro

Il provvedimento è stato eseguito in tre regioni (Lombardia, Lazio e Sicilia) e in cinque province (Brescia, Roma, Catania, Ragusa e Siracusa).

Nell’ambito di articolate attività di indagine coordinate da questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito in tre regioni (Lombardia, Lazio e Sicilia) e in cinque provincie (Brescia, Roma, Catania, Ragusa e Siracusa) un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale nei confronti di Antonio PALADINO e Massimiliano LONGO, avente ad oggetto abitazioni, negozi, magazzini, fondi rustici e terreni agricoli, con i relativi fabbricati – oltre a un’autovettura di lusso – per un valore complessivo di circa 7,5 milioni di euro.

In particolare, i beni in questione sono stati sequestrati perché acquistati dal PALADINO, presidente dell’associazione datoriale CONFIMED Italia, e dal LONGO, quale dominus dello Studio FLA, utilizzando una parte dei profitti derivanti dall’avere promosso e organizzato un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, che annoverava tra i partecipi professionisti e legali rappresentanti di società aventi sede in tutto il territorio nazionale.

La complessa attività delittuosa posta in essere dai sodali consisteva, infatti, nella strumentalizzazione della possibilità data ai contribuenti di portare a compensazione dei propri debiti nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, crediti relativi alla medesima tipologia di imposta maturati o maturandi in relazione a un diverso periodo.

L’associazione, quindi, si adoperava per consentire alle società o ai professionisti debitori dell’amministrazione finanziaria di effettuare l’acquisto, mediante accollo, di crediti vantati da parte di altre società nei confronti della medesima amministrazione ma derivanti da operazioni in tutto o in parte inesistenti verso il pagamento di una somma inferiore al loro valore nominale, in modo da consentire all’acquirente di compensare in tutto in parte il proprio debito nei confronti dell’amministrazione finanziaria.

La somma pagata dalla società acquirente per il credito fittizio rappresentava, in tutto o in parte, il guadagno dell’associazione per delinquere.

PALADINO, LONGO e i loro sodali, in definitiva, commercializzavano modelli di evasione fiscale, in base ai quali effettivi debiti tributari sono stati compensati con inesistenti crediti erariali, per 9,5 milioni di euro.

I predetti professionisti hanno così integrato il reato di indebita compensazione di debiti tributari (previsto e punito dall’articolo 10-quater del d.lgs. n. 74 del 2000), procurandosi un ingiusto profitto patrimoniale nonché il reato di truffa nei confronti degli imprenditori che avevano acquistato i crediti ignari della loro inesistenza e che, per tale ragione, sono stati costretti a corrispondere il dovuto all’Erario dopo aver versato ingenti somme di denaro all’organizzazione.

A seguito delle indagini patrimoniali svolte dal Nucleo PEF della Guardia di finanza di Catania, è stato eseguito in tre regioni (Lombardia, Lazio e Sicilia) e in cinque provincie (Brescia, Roma, Catania, Ragusa e Siracusa) il sequestro preventivo, disposto dal Giudice delle indagini preliminari, su richiesta di questo Ufficio, dei seguenti beni:

  • nove abitazioni, site a Catania;

  • nove immobili destinati a negozi e magazzini, a Catania, Brescia e Roma;

  • fondi rustici terreni agricoli, unitamente ai relativi fabbricati a uso abitativo, presenti a Carlentini e Ragusa;

  • un’autovettura marca Jaguar, modello F – PACE,

  • quote di partecipazione in cinque società, aventi a sede a Catania;

  • disponibilità finanziarie su diversi conti correnti.

L’attività si inserisce nel più ampio quadro delle azioni svolte da questo Ufficio e dalla Guardia di finanza di Catania a tutela della finanza pubblica e della corretta concorrenza degli imprenditori sul mercato, con lo svolgimento di complesse indagini volte, da un lato, a contrastare le più insidiose forme di frode fiscale che ledono gli interessi finanziari della collettività e, dall’altro, a garantire il recupero degli illeciti proventi dell’evasione, da destinare, una volta definitivamente acquisiti alle casse dello Stato, anche a importanti interventi economico e sociali.

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