“Fuga di cervelli” dall’Italia in crescita esponenziale

Giovani talenti scappano dal nostro “Stivale”, alla ricerca di fortuna all’Estero

Colpa della crisi? Mancanza di posti di lavoro? Istruzione mediocre? Basta nascondersi dietro un filo d’erba, con la storia che “l’erba del vicino è sempre più verde”!

Il reale problema è che l’Italia, la propria erba verde e i prati fioriti proprio non vuole coltivarli!!!

Il 2014 segna un vero e proprio “boom di fuga di cervelli”, senza distinzione alcuna di settore. Medici, ingegneri, esperti in lingue e chi più ne ha, più ne metta, professionisti con qualifiche di qualsiasi sorta, decidono di lasciare l’Italia alla ricerca di nuovi lidi.

Un segnale, forte, del rischio di una nuova ondata di emigrazione, dalle proporzioni d’altri tempi.

Modello “polacco”? Benvenuto in Italia! È proprio così: ci stiamo trasformando in un Paese di emigrazione (più qualificata) e d’immigrazione (meno qualificata) al contempo.

Tanto per rimanere in tema… “È italiano il più giovane cardiochirurgo pediatrico in UK”. Simone Speggiorin, 37enne dal curriculum stellare, “nel 2010 è espatriato” a cercar fortuna all’estero: in Italia non c’era posto per lui. Oggi lavora al Glenfield Hospital di Leicester, a 140 chilometri da Londra, è un chirurgo strutturato (con tanto di propria sala operatoria e un’equipe che lo supporta nella cura dei suoi pazienti), stimatissimo a livello internazionale. Opera bambini a cuore aperto o con malformazioni alla trachea e fa parte di “Healing Little Hearts”, un’organizzazione di beneficenza con la quale opera in diversi ospedali in India. Quattro volte l’anno, prende qualche giorno di ferie e va a curare i bambini più bisognosi.

In Italia? Non torno, non ora. Me ne sono andato perché il nostro non è un Paese per giovani. I miei compagni di università sono quasi tutti all’estero. Eravamo un gruppo di persone consapevoli che, se volevamo qualcosa, dovevamo andare a prendercelo. Del gruppo, io non sono il più bravo. Tra i miei amici c’è Paolo De Coppi, lo scienziato di 41 anni che ha scoperto le cellule staminali nel liquido amniotico. Lavora a Londra. Ho un amico in Silicon Valley che crea una startup dopo l’altra. Un altro mio coetaneo di Padova è professore di economia in Australia’.

E l’Italia si morde le dita…

…Ma resta solo a guardare!

Altro – tra mille –casi: Aimone Porri, 30 anni, dopo la laurea con il massimo dei voti in Biotecnologie vegetali e microbiche a Pisa, tesi sperimentale in Germania, al prestigioso Max Planck institute, dove ha eseguito il mappaggio genetico molecolare per trovare nuovi geni coinvolti nella regolazione dell’orologio circadiano di una pianta, ha lasciato l’Italia: ‘Qui vincono i raccomandati’. E, così, se ne va in Australia.

Aimone è stato chiamato nella città di Perth per occupare il ruolo di “lecturer e assistant” nell’ateneo del Western Australia, quale titolare della cattedra di ingegneria genetica, corso seguito da studenti giunti da tutto il mondo. Inoltre svolgerà altri approfondimenti al centro di eccellenza in biologia vegetale, la cui attività è finanziata dal governo australiano, coordinando allo stesso tempo due dottorandi che studieranno sistemi di regolazione relativi alla trascrizione genica.

Morale?

Rimboccati le mani, “bella Italia”, perché rischi di perdere tutti i tuoi “figli migliori”!

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