Francesco Cafiso tra gli Assi del Sax Festival Jazz di Moncalieri

Cala gli assi il Festival Jazz di Moncalieri (Torino) per l’ultima serata di una edizione tutta dedicata al sassofono: ricorre infatti il bicentenario del suo geniale inventore, Adolphe Sax. Alle Fonderie Teatrali Limone, questa sera, sabato 15, dalle 20,30 sfilano sul palco il sax tenore Piero Odorici e il sax contralto Francesco Cafiso.
 

Quest’ultimo, nato in provincia di Ragusa, a Vittoria, il 24 maggio del 1989, è stato uno dei più precoci talenti che la storia del jazz ricordi. “La mia passione nasce quando, a sette anni, ascoltando la radio mi sono imbattuto in alcuni standard del jazz; con il sassofono poi è stato subito un amore a prima vista”. Chi lo ascolta a soli 11 anni ricorda quella esperienza come strabiliante: suona come Charlie Parker, insuperabile genio del sax alto del dopoguerra. A forza di sentire i suoi dischi, grazie agli insegnamenti e stimoli di un maestro capace, Carlo Cattano, Francesco nonostante la giovanissima età esprime un talento incredibile che gli permette di dominare lo strumento. Ma la storia assume i contorni della favola quando Wynton Marsalis (un altro fenomeno: a 15 anni era già nei Jazz Messengers di Art Blakey) lo ascolta. Ricorda Cafiso: “Il famosissimo trombettista americano era in tour in Italia: nel 2002 dopo avermi ascoltato durante il Pescara Jazz Festival, mi ha voluto portare con sé in tour nel 2003 prima in Europa e poi negli Stati Uniti”.

Francesco diventa così una stella del jazz, ovunque miete premi e riconoscimenti, suscitando entusiasmi incondizionati da parte degli addetti ai lavori; ma solo una volta approdato sul palco di Sanremo, nel 2004, tutta l’Italia finalmente conosce Cafiso che si trova immediatamente al centro dell’attenzione del grande pubblico e dei mezzi di informazione. Ricordando quegli anni racconta: “Superata la prima fase dell’imitazione, ho iniziato a  ricercare uno stile personale. Non ho miti a cui mi ispiro: ho sempre cercato di prendere la parte migliore dei musicisti che amo. Anche se la disciplina della musica appare ferrea, soprattutto se iniziata da bimbo, non c’è un momento che mi sia pesato: ho vissuto la musica con serietà, ma sempre divertendomi”.

Il sassofonista siciliano, ambasciatore del jazz italiano nel mondo, ama profondamente la musica e non sa cosa sia l’arroganza nonostante i successi. “Non avverto la sensazione di aver bruciato le tappe: è come se avessi iniziato ieri, ogni giorno è come se fosse il primo, ho sempre nuovi stimoli”.

Due settimane fa ha ottenuto grande successo in India, dove ha suonato in duo col pianista palermitano Mauro Schiavone; da poco ha realizzato un video con la “Piccola Orchestra dei Bambini” di Librino, quartiere difficile di Catania. Il video verrà proiettato durante un concerto benefico che Francesco vi terrà il 22 novembre: “Considero la musica una forma eccellente di democrazia, che insegna il rispetto dell’altro e delle regole, ma lascia libero sfogo alla propria vena creativa; ed è molto importante per me provare a dare un esempio positivo a questi ragazzi. La musica può rappresentare una esperienza vitale su cui fondare il proprio riscatto sociale”.

Al Moncalieri Jazz Festival, Francesco Cafiso si presenta col suo sestetto, insieme a Giovanni Amato, tromba, Humberto Amesquita, trombone, Mauro Schiavone, piano, Giuseppe Bassi, contrabbasso, Roberto Pistolesi, batteria. “Oggi – racconta – sento di attraversare un momento creativo importante e il progetto che presento a Moncalieri  è costituito tutto da mie composizioni inedite: si tratta di un viaggio musicale che vuole descrivere i colori, i sapori, i paesaggi e i costumi della mia  Sicilia”.

 

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