Fondazione Taormina Arte Sicilia, “Kkore. Canto delle accorate per chi ha un cuore”

La Fondazione Taormina Arte Sicilia anche quest’anno inaugura la sua programmazione nel cuore della Sicilia antica nel magico Teatro di Morgantina: l’11 agosto “Kkore. Canto delle accorate per chi ha un cuore” di Lina Prosa e il 12 agosto “Empedokles” per la regia di Enzo Gambino

kkore“Kkore” con Sara Donzelli e Giulia Quagliarella, per la regia di Giorgio Zorcù, è uno dei miti fondanti dell’umanità, legato alla fertilità e quindi al futuro della specie. Al centro c’è una giovane donna, col suo carico di trasgressione, di attrazione, di pericolo; la “ragazza indicibile”, come l’ha chiamata il filosofo Giorgio Agamben. La grande drammaturga palermitana Lina Prosa – l’autrice italiana attualmente più tradotta all’estero – ha ripreso il mito per creare un nuovo testo teatrale al centro del quale ha posto la coppia madre – figlia. L’opera si divide in quattro parti: Inno a Demetra, un Omero cieco, interpretato da un anziano attore di Enna,     declama tra il pubblico    una sintesi dell’Inno a Demetra, la fonte più antica del mito originario. I preparativi, dialogo contemporaneo tra madre e figlia sull’innamoramento e il matrimonio; le raccomandazioni della madre, la trasgressione e la disobbedienza della figlia, sintomo di rischio ma anche di dinamica vitale di trasformazione. L’incubo della madre, rapimento di Kore e discesa agli inferi di Demetra in cerca della figlia. Risalita con la metà di essa. Corteo delle accorate e degli accorati, processione popolare finale. È un percorso che nasce dall’intimità di una relazione madre – figlia, amorevole ma aspra e piena di contrasti, fino all’esito tragico del nascondimento della giovane donna da parte dell’uomo sconosciuto, con la madre che – solitaria e disperata – ne va alla ricerca.

 “Empedokles”, con Enzo Gambino, Barbara Capucci, Sandro Sciarratta ed Edoardo Savatteri, è un eroe tragico moderno perché supera la scissione ontologica con il binomio colpa-espiazione. È vittima delle violente tensioni tra natura e arte, figlio della sua epoca, vittima delle tensioni tra la forza universale e quella organica maneggiata dall’uomo). Egli è l’incarnazione stessa del destino che solo nella scelta estrema può riunificare soggetto e oggetto.  Anche per quanto riguarda la sua morte ci sono pervenute versioni diverse; la più conosciuta e certo la più romantica, è quella del suicidio: si sarebbe suicidato buttandosi cratere più alto dell’Etna …unico indizio un suo calzare di bronzo. Mito che ben si confà a un personaggio che le fonti tramandano come un uomo straordinario, una mente superiore, senza dubbio molto più moderno di molti suoi successori. La pìece è proprio messa in scena in questo suo ultimo atto estremo con il profondo senso drammatico del linguaggio sia musicale che drammaturgico.

Gli spettacoli “Kkore” e “Empedokles” sono progetti a cura della Fondazione Taormina Arte Sicilia per ANFITEATRO SICILIA, frutto di una collaborazione tra l’Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, l’Agenzia per la Coesione Territoriale, la Direzione Generale Cinema e SiciliaFilmCommission, il Parco Archeologico Naxos e Taormina, il progetto Sicilia il Paradiso in terra, nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei.

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