Ezio Bosso emoziona il Parlamento Ue: “La musica non ha confini e ci insegna ad ascoltare”

Ospite d’eccezione a una conferenza sul patrimonio culturale al Parlamento europeo di Bruxelles, il pianista e direttore d’orchestra Ezio Bosso si commuove parlando di Europa e di musica “che trascende ogni confine”

Silvia-CostaAl termine del discorso del presidente Juncker sullo Stato dell’Unione, a prendere la parola è stata Silvia Costa, con  il discorso sull’anno della cultura : “Juncker, nel suo discorso di oggi sullo Stato dell’Unione, ha ribadito che dovrà valorizzare la diversità culturale e l’unità dei valori europei. Un riconoscimento al nostro impegno in questi anni in Commissione Cultura e in Parlamento europeo per un Anno dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale, materiale, immateriale, digitale e paesaggistico”.

“Il 2018 Anno del Patrimonio culturale che sarà presentato a Milano il 7 e 8 dicembre nel Forum Europeo della culturaha proseguito Costa- deve essere una straordinaria occasione a favore della costruzione e condivisione di valori comuni, di memoria e creatività, ma anche di sviluppo, di coesione sociale e nuova occupazione di qualità per una riconoscibilità e competitività dell’Europa nel mondo”. “Noi siamo consapevoli da tempo che la costruzione di valori comuni e di futuro condiviso per le nuove generazioni passa dalla dimensione culturale ed educativa del progetto europeo. Per questo è necessaria una più visibile centralità delle politiche europee educative, culturali e solidaristiche. Così, a 30 di Erasmus, ho chiesto anche di proporre, per la prossima programmazione pluriennale, almeno il raddoppio delle risorse che oggi consentono solo al 5 per cento dei giovani di partecipare. Il futuro dell’Europa si gioca anche su questo tipo di politiche”.

ezio bossoOspite d’eccezione Ezio Bosso, direttore di orchestra che con il straordinario intervento in oltre 6 minuti di discorso, il musicista, visibilmente emozionato, ha intrecciato arte, musica, aneddoti della sua vita e sentimento d’appartenenza all’Europa. “Da quando avevo 4 anni sono stato abituato a essere europeo ha raccontato – noi che dedichiamo la nostra vita alla musica sin da piccoli frequentiamo germanoaustriaci come Beethoven, o francesi come Debussy, o tedeschi come Brahms e Mendelssohn. Vedete, non c’è un confine.

Il Direttore Bosso prosegue facendo degli accenni storici, ricordando i grandi musici: “Di fatto da centinaia di anni noi continuiamo a suonare Johann Sebastian Bach che fece 70 km per andare ad ascoltare Benedetto Marcello…o Franz Schubert che spese gli ultimi soldi per sentire Niccolò Paganini, non perché italiano, ma perché era un violino. Noi siamo uno strumento e andiamo oltre portando la nostra identità e di fatto ce l’abbiamo a portata di mano se ci pensiamo questa identità. Ancora Beethoven che con il suo inno sognava un europea unita, giocando con termini come “felicità” e “amici” che guardano insieme la meraviglia del creato che convive. Le architetture creano l’identità la differenza europea delle differenze visione che poi diventa quella fondamentale. Quindi le differenze da tutela nei patrimoni architettonici ma ce n’è una che ci appartiene più delle altre dal mio punto di vista ed è la musica ed è quella che fa eliminare ogni confine considerata anche la cultura europea negli altri paesi del mondo. Chiedo di lavorare ancora di più come fece, faccio un appello, Claudio Abbado che 40 anni fa inventò l’Orchestra dei Giovani della Comunità Europea con persone provenienti da tutta Europa.

“Le radici non sono un perno che va dentro, ma dei rami più profondi che abbiamo a portata di mano e questo luogo, il Parlamento, rappresenta i popoli dell’Unione Europea dove ci si confronta, così come la musica che insegna ad ascoltare e ascoltarci.”

“Un grande musicista- conclude il Maestro- non è colui che suona più forte, ma chi ascolta più l’altro e da lì i problemi crea opportunità.Credete nella musica. Credete nell’Europa.”

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