Eurovision 2016: vince l’Ucraina ma scoppia il caso diplomatico

“1944” parla delle deportazioni dei tartari di Crimea sotto Stalin: è la canzone, cantata da Jamala, vincitrice degli Eurovision 2016. E la canzone diventa un caso diplomatico tra Ucraina e Russia.

Ukraine's Jamala celebrates after receiving the trophy from co-host and 2015 Eurovision winner Mans Zelmerlow after winning the Eurovision Song Contest final with the song '1944' in Stockholm, Sweden, Sunday, May 15, 2016. (ANSA/AP Photo/Martin Meissner)
(ANSA/AP Photo/Martin Meissner)

Tutta l’Ucraina ti ringrazia di cuore, Jamala“: così su Twitter il presidente ucraino Petro Poroshenko  ha commentato la vittoria dell’Ucraina alla 61.a edizione dell’Eurovision song contest con ‘1944’, una canzone dedicata alla deportazione dei tatari di Crimea sotto Stalin e interpretata dalla cantante di origine tartara Jamala. Poroshenko ha inoltre lodato l’artista per “l’incredibile performance”.

La Russia, arrivata terza, subito dopo l’Australia.

L’Italia con Francesca Michelin arriva solo sedicesima.

https://youtu.be/uv71tmv_c7Q

Colpisce duro Jamala, un brano intenso che racconta il dramma della deportazione, dell’arrivo delle truppe straniere che portano via dalle case uomini, donne, bambini ma, soprattutto, le speranze e la libertà. Un testo che  rievoca la storia vissuta dalla  bisnonna materna di Jamala: i tatari accusati di collaborare con la Germania nazista furono deportati nel 1944 dalla Crimea all’Uzbekistan per ordine di Josip Stalin.

La reazione di Mosca non è tardata ad arrivare.

Il senatore Klintsevitch Frantz ha subito tuonato: “è la politica che ha sconfitto l’arte”. Durissime le parole di Konstantin Kosaciov, presidente della Commissione affari esteri del Senato russo: “se il festival Eurovision “non fosse stato politicizzato”, il cantante russo Sergey Lazarev “avrebbe sicuramente vinto il primo premio, come ha anche dimostrato il voto degli spettatori”.

Per vincere la prossima edizione del festival Eurovision servirà una canzone contro il sanguinario presidente siriano Bashar al Assad”,  ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova commentando con sarcasmo la vittoria dell’Ucraina.

Il vice premier russo della Crimea, Ruslan Balbek, ha commentato: “Oggi anche se sei il più grande vocalista al mondo, la tua cittadinanza russa ti impedisce l’accesso al primo posto”.

 I tatari di Crimea sono una minoranza etnica di fede musulmana in gran parte contraria all’annessione della penisola da parte di Mosca avvenuta nel marzo del 2014.Sembra – ha affermato Balbek – che Jamala stia seguendo le orme della cantante Ruslana. La vittoria a Eurovision, i balli a Maidan, l’isteria antirussa, una posizione ministeriale. In un paio d’anni nessuno si ricorderà di questa cantante”.

“1944” vince il Festival portando alla memoria una delle tragedie che ha insanguinato la Crimea.

Nel 1941 la Crimea fu occupata dalle truppe tedesche.  Il 18 maggio 1944, sotto ordine di Stalin , i Tartari di Crimea, accusati della collaborazione con i nazisti, furono tutti deportati dalla Crimea in Uzbekistan (piccoli gruppi furono trasferiti anche nella Repubblica dei Mari, negli Urali , nella regione di Kostroma).

Tra il 1944 e il 1945 dal 15-25% al 46% dei deportati morì nei luoghi di deportazione a causa delle carestie e malattie.

A differenza degli altri popoli deportati nel 1944, che nel 1956 ottennero il permesso di ritornare in patria, i Tartari di Crimea fino al 1989 furono privati di tale possibilità. A partire dagli anni ’60, nei luoghi abitati dai Tartari di Crimea in Uzbekistan, stava sorgendo e affermandosi il movimento nazionale per la restituzione dei diritti dei tartari e per il loro ritorno in Crimea.
Il rimpatrio di massa cominciò nel 1989 e oggi la penisola è abitata da circa 270 000 Tatari di Crimea.

Già prima della competizione, la sua canzone era finita nel mirino di Mosca perché considerata una critica indiretta all’annessione della Crimea da parte della Russia, nel 2014.

Ma Jamala si  subito difesa da ogni accusa specificando che non c’erano nel testo alcun riferimento ai recenti scontri e la giuria del concorso – che vieta per regolamento messaggi politici – ha ammesso il brano. ‘1944’ ha fatto centro, incassando 534 preferenze (tra giurie di tutta Europa e televoto); secondo l’australiano Dami Im (nato in Corea del Sud, con ‘Sound of Silence’) con 511 punti, terzo il russo Lazarev con 491 (con ‘You are the only one’).

Francesca Michielin, che difendeva i colori dell’Italia con ‘No degree of separation’ si è dovuta accontentare della 16/a posizione.

a Cognita Design production
Torna in alto