ESCLUSIVA, Moriero: “A Catania esperienza fantastica. Ora però si punti alla B”

Abbiamo contattato in esclusiva l’ex tecnico rossazzurro che ci ha raccontato di quei suoi mesi in Sicilia

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La storia calcistica di Francesco Moriero è fatta di esperienze importanti prima da calciatore e poi da allenatore. Quando era ancora in attività l’ex giocatore pugliese era tra i migliori esterni di destra del nostro campionato, indossando maglie prestigiose come quelle di Roma, Napoli e Inter oltre ad essersi segnalato tra i protagonisti di quel famoso Mondiale di Francia ’98 in cui forse gli azzurri avrebbero meritato miglior fortuna. Da tecnico poi Moriero ha iniziato il suo percorso nel 2006 e, in Italia, ha guidato diverse formazione di Serie C e di B.

Tra queste anche il Catania. Il percorso dell’allenatore e dei rossazzurri si è incrociato in corsa: era il primo marzo del 2016 quando il club etneo ufficializzava l’arrivo alle pendici dell’Etna dell’ex tecnico del Catanzaro e del Lecce che rimpiazzava così Pancaro. Un cambio dettato anche dal bruttissimo momento che i rossazzurri stavano vivendo: mutilati dalla pesantissima penalizzazione iniziale infatti gli etnei occupavano la terz’ultima posizione in classifica e rischiavano seriamente una retrocessione che, dopo quanto era accaduto pochissimo tempo prima, rischiava di poter compromettere qualsiasi prospettiva futura più lieta. Moriero in dieci partite riuscì a portare a termine l’obiettivo, conquistando la salvezza proprio nelle battute finali della stagione.

In collaborazione con SoccerMagazine, noi di GlobusMagazine abbiamo contattato in esclusiva l’ex tecnico rossazzurro parlando anche di quel periodo proprio in Sicilia. “L’esperienza a Catania fu fantastica – ci spiega Moriero -. Allenare il Catania è stato un onore perché parliamo di un club con una grandissima storia, delle ottime strutture e soprattutto dei tifosi magnifici. Arrivai quando eravamo terz’ultimi e mancavano dieci partite. La squadra era mentalmente devastata in primis dalla penalizzazione e poi perché era un momento difficile vista anche la forte contestazione. La prima cosa che dovetti fare fu proprio quello: cercare di far tornare la fiducia nei calciatori. L’obiettivo, arrivato a quel punto, era la salvezza e alla fine riuscimmo a farcela”.

Il tecnico ha continuato a raccontarci poi di quella breve ma intensa parentesi in rossazzurro: “Secondo me quella fu un’impresa, perché se ad oggi il Catania sta lottando per andare in Serie B si deve anche al fatto che riuscimmo a salvare la stagione nonostante la penalizzazione iniziale. Alla penultima partita ci fu una grandissima contestazione perché pareggiammo solamente ma ricordo che io fui comunque sereno perché sapevo che quel punto contro la Paganese ci poteva permettere di sperare nella salvezza all’ultima giornata. Così poi effettivamente fu. Non è stato semplice perché capisco anche la delusione e la rabbia dei tifosi per il momento che viveva la squadra. Ma io non ci dormivo la notte: salvare il Catania era il mio unico obiettivo, non potevo permettermi di fallire”.

Moriero, come è facile intuire, conserva ancora un bel ricordo del club etneo: “Il Catania non merita assolutamente di stare in Serie C. Tuttavia purtroppo la realtà dice che attualmente milita in questa categoria e bisogna lavorare per portarlo in Serie B. Non sarà facile ma bisogna provarci”.

 

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