STATO DI EMERGENZA PER LA SABBIA VULCANICA, LO CHIEDONO I SINDACI DI MILO, SANTA VENERINA E ZAFFERANA ETNEA

INDETTA CONFERENZA STAMPA PER MARTEDI’ 9 MARZO 2021 ALLE ORE 10.30 NELL’AULA CONSILIARE DI ZAFFERANA ETNEA.

I sindaci di Milo (Alfio Cosentino), di Santa Venerina (Salvatore Greco) e di Zafferana Etnea (Salvatore Russo) hanno inviato al Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci e al Direttore Regionale della Protezione Civile Salvatore Cocina, formale richiesta di attivazione per la dichiarazione dello stato di emergenza.

A tal proposito è stata indetta per martedì 9 marzo 2021, alle ore 10,30, una conferenza stampa che si svolgerà nell’Aula Consiliare di Zafferana Etnea.

Gli eventi parossistici dell’Etna si susseguono ormai da diverse settimane ed hanno interessato numerosi Comuni; tuttavia – sottolineano i sindaci Cosentino, Greco e Russo – l’evento del 28 febbraio scorso è stato particolarmente grave. In tale circostanza, in presenza di venti deboli, la ricaduta di sabbia si è concentrata su un territorio relativamente ristretto, con straordinari accumuli al suolo nei territori comunali di Milo, Santa Venerina e Zafferana Etnea.

La sabbia, di granulometria consistente e molto abrasiva e friabile, ha fatto registrare accumuli anche di diversi centimetri pari anche a 9/10 kg al metro quadrato.

“E’ evidente – affermano i sindaci – che da una parte esiste la necessità impellente di liberare le strade e le altre superfici per contenere i pericoli di incidenti e il sollevamento di polveri con conseguenze a carico delle vie respiratorie e degli occhi oltre a tutte le altre conseguenze, dall’altra è altrettanto evidente che i costi derivanti non sono di proporzioni tali da poter essere sostenuti dai Comuni”.

A rendere particolarmente gravosi tali costi, oltre alle spese per gli uomini e i mezzi impiegati nella raccolta, concorre anche la voce per lo smaltimento della sabbia attualmente classificata dalle norme vigenti come un rifiuto: in particolare, mentre quella raccolta da superfici domestiche può essere assimilata a “terre e rocce da scavo”, quella raccolta dalle superfici stradali urbane viene classificata come “residui della pulizia stradale” con costi di conferimento in discarica esorbitanti.

La ricaduta di sabbia del 28 febbraio costituisce una situazione eccezionale che va trattata con strumenti e risorse finanziarie eccezionali – insistono i sindaci. Intanto decine di imprese sono impegnate nella pulizia delle strade con provvedimenti di somma urgenza e con il deposito temporaneo del materiale raccolto che entro sei mesi dovrà trovare una collocazione definitiva. E i Comuni aumentano di giorno in giorno la stima dei costi, ormai milionari, man mano che si riscontrano le difficoltà di rimozione e le enormi quantità che ne derivano. Allo spazzamento e allo smaltimento del materiale conferito dai privati si aggiungeranno i costi di pulizia delle coperture degli edifici pubblici e soprattutto di tombini e sistemi di scolo che immancabilmente saranno messi a dura prova con le prossime piogge.

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