È a Catania “Il segreto del peso dell’oro”

Presentato al Buk Festival l’ultimo romanzo di Barbara Bellomo

Si è appena conclusa a Catania la prima edizione siciliana del Buk Festival, (26/28 settembre al Cortile Platamone). Una manifestazione che vuol promuovere la diffusione della piccola e media editoria, ovvero la Cenerentola trascurata e oscurata dai grandi gruppi editoriali e restituire così dignità alla Cultura più fragile e difficile da promuovere: quella che non ha occasione di farsi  vedere, né sentire.

Questo, in sintesi, il fine del festival battezzato a Modena anni fa e che è ora diventato un must nazionale per la piccola e media editoria. Tra i libri presentati al festival – curato dallo scrittore e drammaturgo Francesco Zarzana, coordinato dall’attrice catanese Valeria Contadino e promosso dal Teatro Stabile di Catania – c’è il bel romanzo “Il segreto del peso dell’oro” (Euno edizioni, pp. 199, euro 13,00) di una scrittrice che si può definire una vera e sincera amante di questa città: Barbara Bellomo.

Protagonista del libro, la colta direttrice di un museo, Isabella De Clio, che si trova coinvolta in un fortuito ritrovamento di papiri del III sec. a.C. risalenti al sommo scienziato siracusano Archimede, che si oppose con le macchine di sua invenzione alla conquista romana di Siracusa: Isabella verrà a conoscenza dell’importante scoperta e tenterà di risolvere un’intricata vicenda, resa tale da due assassini. 

Quanto la sicilianità ti ha ispirata per la stesura di questo romanzo?

La Sicilia è sempre presente nei miei romanzi. Le vicende de “Il quinto relitto” (il romanzo precedente della Bellomo ndr) si svolgono prevalentemente nelle Isole Eolie e la storia è collocata tra Siracusa antica e Catania contemporanea. Credo di avere però descritto gli ambienti epurandoli da ciò che della nostra bella terra mi piace meno. La mia è la Sicilia che vorrei. Efficiente, centro di studi e di ricerca e ricca di lavoro. Le mie due anime, siciliana e tedesca, sembrano aver lavorato per dare una nuova forma alla nostra sicilianità. Per quanto riguarda lo stile e la struttura narrativa devo, invece, riconoscere che i miei sono romanzi poco siciliani. Forse ciò dipende dal fatto che, pur amando molto le opere dei nostri autori, nel momento della scrittura ho modelli di riferimento d’oltralpe. In particolare una scrittrice che ha segnato, sin da piccola, il mio mondo letterario: Agatha Christie’.

I tagli alla cultura hanno danneggiato le manifestazioni artistiche e culturali: cosa ne pensi?

Non posso che esserne rammaricata e tanto più ho apprezzato una manifestazione come il Buk Festival, che ha dato spazio e visibilità a piccoli e medi editori, che in un momento difficile continuano a lavorare con tanta passione e dedizione. Spero veramente che appuntamenti come questi possano essere riproposti. Anche perché ho colto, nella partecipazione dei catanesi (circa 10.000, ndr) intervenuti da fruitori, la voglia di riappropriarsi di spazi culturali’.

Barbara Bellomo è nata il 21 marzo del 1970. Laureata in lettere, ha conseguito il dottorato di ricerca in storia antica presso l’Università degli Studi di Messina. Come cultore della materia e come ricercatrice, ha lavorato per anni alla cattedra di Storia romana dell’Università di Catania. Attualmente è docente di ruolo di materie letterarie nella scuola superiore.

All’attivo ha diverse pubblicazioni di storia romana, tra cui recensioni, articoli e una monografia dal titolo “Le immunità ecclesiastiche Dinamiche sociali, religiose ed economiche da Costantino a Teodosio II“(Il Cigno, Roma 2006).

Autrice, infine, di due romanzi gialli, “Il quinto relitto” (Euno, 2011) e “Il peso dell’oro” (Euno, 2013).

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