Dimmi come dormi…e ti dirò come (e se) ami!

Studi di psicoanalisi certificano la “loquacità” del nostro sonno. Le posizioni che assumiamo e l’invasione dello spazio –  letto, soprattutto in un rapporto di coppia, dichiarano la qualità del nostro amore

Attenzione, attenzione: anche le posizioni che assumiamo nella notte, mentre dormiamo, parlano di noi! Alla faccia della privacy!

Ebbene si, con la posizione che assumiamo nel sonno tendiamo a raffigurare, ad esprimere con il corpo l’atteggiamento con il quale affrontiamo la vita. E anche la vita di coppia…

Il mondo del sonno e del sogno affascina da sempre. Abbandonati, indifesi, quando ci stendiamo nel letto per dormire, siamo in una condizione di ritiro dalla vita “reale”, cadono resistenze e difese, ci avventuriamo in una dimensione completamente diversa, del tutto interiore, che dice molto di noi stessi.

Alcuni studi psicoanalitici hanno fatto luce sul particolare significato delle posizioni che il nostro corpo assume nel sonno. Perché già quando stiamo per addormentarci, inconsciamente scegliamo per il nostro corpo pose non casuali. Al di là della comodità, tendiamo a raffigurare, a mettere in scena, ad esprimere con il corpo, l’atteggiamento con il quale affrontiamo la vita. Secondo queste analisi, il modo in cui dormiamo rivela in modo “inequivocabile” il modo in cui viviamo. 
Quando nel letto siamo in due, l’interpretazione delle posizioni risulta particolarmente affascinante. Quando, infatti, dividiamo la vita con un’altra persona, anche dormendo siamo necessariamente influenzati dalla presenza dell’altro accanto a noi ed esprimiamo, con il nostro subconscio, i sentimenti che proviamo. Insomma, “come ci si ama, così si dorme”. Qualche anno fa, la sociologa americana Evany Thomas ha analizzato i più comuni “incastri notturni” di due amanti, sintetizzandoli nel libro ‘The Secret Language Of Sleep’ (in italiano, ‘Il cucchiaio, il koala e la cerniera lampo. Le 39 posizioni del sonno: cosa rivela di una coppia il modo in cui dorme’, Sonzogno, 2006). Ma già prima di lei, lo psicoanalista Samuel Dunkell in ‘Le posizioni del sonno’ (Sonzogno, 1978) aveva affrontato approfonditamente questi aspetti. 
Nel sonno di coppia, secondo questi ricercatori, i partner tendono a “sintonizzare” le loro posizioni, dando una chiara immagine del loro rapporto. Il letto è visto come uno spazio esistenziale nel quale agiamo: in buona sostanza,  esprimiamo la relazione attraverso il modo in cui lo occupiamo, lo abitiamo, ci stiamo dentro insieme. Con la posizione esterniamo sentimenti profondi e inconsci, tentiamo di comunicare quello che proviamo, che si tratti di difficoltà, disaccordi, rifiuti e ansie, inevitabilmente si portano nel letto e si raccontano con il corpo nel modo in cui si delimita quel preciso spazio, si occupa o si invade questo territorio chiamato “letto”.

In genere, le “coreografie” del sonno di coppia hanno una loro naturale evoluzione. Da una posizione di estrema vicinanza – solita nei primi periodi della relazione – nel tempo, gradualmente, si va verso un allontanamento fisico, che non significa necessariamente un’incrinatura emotiva nella relazione, piuttosto un’acquisizione, da parte della coppia, di una certa sicurezza emotiva. I due partner tendono verso uno spontaneo recupero della propria individualità, così come avviene nella vita ad occhi aperti. Dopo molti anni di sonni “a due”, generalmente le pose scelte sono meno legate alla relazione e più alla personalità. Nella lettura dell’intesa di coppia attraverso le posizioni occorre, quindi, tener presente la storia della coppia.

Le innumerevoli figure di due corpi che si stanno addormentando o dormono in un letto, vanno in due direzioni principali:
Vicinanza / condivisione / fusione, lo stretto contatto nel sonno, stanno ad indicare una intimità fisica ed emotiva, vicinanza, confidenza, comunicazione e tali atteggiamenti possono avere anche un significato sessuale (le posizioni allacciate esprimono forte intensità emotiva, desiderio di fusione. Una figura classica è quella “a cucchiaio”, due corpi accostati, stesi nella stessa direzione girati su un fianco, dove in genere è lui a stare dietro. Oppure “l’abbraccio”, stretti uno di fronte all’altro, faccia a faccia. Queste figure sono molto comuni agli inizi di una relazione ma possono nel tempo esprimere protezione, possessività, controllo, attaccamento, dipendenza, ansia di separazione); individualità / separazione / distacco, il creare spazi tra i due corpi può indicare distanza emotiva, privacy, individualismo, così come un tentativo di difendersi emotivamente dall’altro (può essere segno di sicurezza emotiva in una coppia di vecchia data, ma anche distacco emotivo – se avviene all’inizio della relazione – quando intimità fisica e comunicazione emotiva vanno insieme. Esempi ne sono il dormire sempre ognuno sul proprio fianco, occupare buona parte dello spazio da parte di un partner e lasciarne poco all’altro, il ritirarsi in posizioni chiuse da un lato del letto).

Addirittura, quando uno dei due tenta di “respingere emotivamente l’altro”, può inconsciamente usare mosse e manovre notturne per tenere fisicamente il partner a distanza. Non è difficile, di conseguenza, interpretare alcuni movimenti, soprattutto se improvvisi, come voltare le spalle, ritirarsi da un lato, dare calci, agitare le mani in modo ripetuto nel sonno. Anche il russare abituale è interpretato come una delle più comuni forme di aggressività notturna: il coniuge arrabbiato russa di più e fa più rumore. Ci sono, poi, posizioni del tutto stravaganti, che riflettono inequivocabilmente il rapporto, come dormire di sbieco o addirittura dormire uno con la testa ai piedi del letto e l’altro con la testa sul cuscino, ad indicare che la vita dei due partner sta andando in direzioni diverse. Anche i mitici Sandra e Raimondo, con le loro scenette di chiusura, sempre a letto a contendersi il piumone, esprimevano allegramente i loro diverbi di coppia, quindi…

Insomma, adesso è certo: neanche quando dormiamo possiamo stare tranquilli. I nostri sonni sono dei libri aperti… e illustrati!

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