Il Di3A dell’Università di Catania scala la classifica internazionale “QS Ranking”

Il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania scala la classifica della QS ranking Top Universities per la macro-area Agriculture & Forestry, un sistema di classificazione internazionale delle università che si basa su una serie di indicatori per valutare le performance in alcuni ambiti, quali la reputazione in ambito accademico, la reputazione all’interno del mercato del lavoro di riferimento e l’impatto scientifico della ricerca.

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Il dipartimento dell’università etnea ha risalito la classifica internazionale di ben 50 posizioni in un anno e di 100 in due anni, in particolare in relazione a due indicatori: l’H-index citation, pari al 77,9/100, che si riferisce all’impatto della produzione scientifica dei singoli docenti e ricercatori del dipartimento per numero di pubblicazioni e di citazioni ricevute in altri lavori di ricerca; e l’indicatore citations for papers, pari a 81,3/100, che valuta l’impatto delle singole pubblicazioni scientifiche sulla base delle citazioni ricevute.
«Siamo molto soddisfatti di questo risultato – dichiara il prof. Agatino Russo, direttore del dipartimento – che consideriamo non un punto di arrivo, ma un ulteriore sprone a incrementare sempre di più il nostro impatto sia nel mondo accademico che nel mercato occupazionale all’interno del quale si inseriscono i nostri laureati. Scalare tante posizioni in un margine di tempo così breve è la testimonianza dell’impegno costante di tutti i docenti e ricercatori nel valorizzare le nostre ricerche, grazie anche alla vasta rete di relazioni globali e ai numerosi progetti competitivi finanziati su scala nazionale e internazionale. Per noi è un onore posizionarci, per l’indicatore citations for paper, poco al di sotto dell’Università di Wageningen, centro universitario rinomato su scala globale per la nostra macro-area tematica che, con un valore di 89,3/100, si attesta al primo posto. È la testimonianza che nel nostro dipartimento l’impatto scientifico della ricerca e anche la qualità dell’offerta formativa nei settori dell’agricoltura, dell’alimentazione e dell’ambiente sono competitivi rispetto ai circuiti scientifici internazionali».

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