Terza Repubblica o dilettanti allo sbaraglio?

SALVIMAIO è un concentrato di ironia, perché si ride, ci si arrabbia , ma alla fine la sensazione dominante che pervade lo spettatore, è quella dello smarrimentoA5 FRONTE SALVIMAIO

SALVIMAIO è uno spettacolo che cerca di decriptare una situazione politica complicatissima  dove non si sa minimamente chi siano le persone di cui fidarsi e chi siano le persone che ci deludono profondamente . SALVIMAIO è un concentrato di 100 minuti di ironia, perché si ride, ci si arrabbia (per non usare altre parole più forti), ma alla fine la sensazione dominante che pervade lo spettatore, ma pure il sottoscritto, è quella dello smarrimento. SALVIMAIO secondo me è lo spettacolo che amplifica e racconta appieno questo senso di incapacità di “appartenere” che caratterizza l’italiano di oggi.Non sappiamo più chi sia la  persona meritevole della nostra fiducia e della nostra stima.  Siamo persone che nella maggioranza dei casi dicono IO e non dicono NOI, non perché siamo narcisi, o almeno non solo, ma perché non riusciamo a sognare  insieme al sogno degli altri. Credo che la cifra dello spettacolo sia proprio questa : le persone vengono a sentirmi col disperato bisogno di avere qualcuno che gli spiega quello che sta succedendo, ma ancora di più hanno voglia di venire per sentirsi meno soli. E se quando finisce lo spettacolo si sentono appena  un po’ meno soli, è una bella vittoria per quello che sta sul palco, cioè il sottoscritto . (ANDREA SCANZI)

Note d’autore

Nato ad Arezzo il 6 maggio 1974. Si è laureato in Lettere, Università degli Studi di Siena con sede ad Arezzo, con una tesi sui cantautori della prima generazione: anno 2000, il titolo era “Amici fragili”. Fa il giornalista dal 1997. Ha cominciato nel Mucchio Selvaggio, dopo alcuni articoli nella fanzine universitaria Zonedombra curata dall’amico Gianluca Dejan Gori. Negli anni ha scritto per Il Manifesto, Il Riformista, L’Espresso, Rigore, MicroMega, Hard Gras (pubblicazione olandese), Linea Bianca, Tennis Magazine, Grazia, Donna Moderna, etc.

Dal 2005 al 2011 ha firmato su La Stampa. si occupava principalmente di cultura e spettacoli, ma tra il 2009 e il 2011 ha fatto anche l’inviato per il motomondiale. Da settembre 2011 è definitivamente passato al Fatto Quotidiano, che a dire il vero lo aveva cercato anche prima della sua nascita, per l’esattezza nell’aprile del 2009: inizialmente rifiutò e non se lo perdonò mai.

Si occupa di quasi tutto, e pare sia un difetto: cultura e spettacoli, sport, politica, costume, sociale, enogastronomia e (ove possibile) sadomaso. E’, tra le altre cose, sommelier degustatore ufficiale (AIS) e assaggiatore di formaggi (ONAF). E’ anche vegetariano, quasi vegano. Fa parte della giuria del Premio Tenco e Premio Bertoli. E’ direttore artistico del Premio Pigro dedicato a Ivan Graziani.

Il suo primo libro, edito da Limina (di cui è stato anche editor tra il 2001 e il 2003), è stata l’ ipervenduta autobiografia di Roberto Baggio “Una porta nel cielo/Il sogno dopo”: ne curò i testi con Enrico Mattesini. Poi ne sono arrivati altri. Due di questi, “Elogio dell’invecchiamento” e “Non è tempo per noi”, sono stati più volte ristampati e per questo figurano rispettivamente negli Oscar Mondadori e nella collana BUR Bestsellers Rizzoli. E’ stato tra i primi in Italia a credere nella letteratura sportiva, a raccontare il percorso politico di Beppe Grillo e a fotografare il renzismo.

Dal 2011 gira l’Italia portando i suoi spettacoli teatrali, prima su Giorgio Gaber e poi su Fabrizio De André. Una sua foto al Signor G, scattata con una reflex Pentax MX nel settembre 1991 all’Anfiteatro di Fiesole, è divenuta uno degli scatti più celebri di Gaber, usato per copertine di dischi e libri. 

Spesso lo vedete in tivù. Tra i primi a portarsi sul piccolo schermo, Umberto Nigri (Victory, La7, 2009), Geppi Cucciari (G-Day) e Antonello Piroso (Ma anche no). In alcune occasioni ha recitato (va be’) per Maccio Capatonda. Ha due labrador nere, protagoniste del libro “I cani lo sanno” (Feltrinelli). Ha anche un ego che fa provincia, ma questo si sa.

Una delle frasi a cui è più legato è di Edmondo Berselli, suo amico e maestro. L’ha scritta nel libro “Liù” (2009): “A proposito di allievi, avevo nominato mio discepolo, almeno a titolo morale, anche Andrea Scanzi, il boy di Arezzo, autore fra altre robette gaberiane e beppegrilliste di un eccitante e spiritoso Elogio dell’invecchiamento, dedicato alla cultura del vino, ma ormai è troppo cresciuto e affermato, e quindi allievo un corno, al massimo lo elegg compagno di merende”.

Il 23 aprile, per Rizzoli, è uscito il suo primo romanzo, “La vita è un ballo fuori tempo”, giunto rapidamente alla sesta edizione.

Il 13 settembre è stato il “padrino” della maratona di Alba dedicata a Beppe Fenoglio, davanti a sua figlia Margherita e alla sua città, ed è stato come chiudere un altro piccolo grande cerchio. Nella stagione 2014/15, oltre a continuare la sua attività di osservatore politico (principalmente a Otto e mezzo su La7), è stato uno degli ospiti fissi del Processo del Lunedì su RaiTre. Sempre lunedì firma Ten Talking Points sul sito del Fatto, rubrica satirica sulla serie A. Ancora sul sito del Fatto, ogni martedì esce sul cartaceo la sua rubrica Identikit e poi, alle ore 18, cura la rubrica Fuoricampo (all’interno dello speciale online Insider). Da settembre ad aprile 2015/16, ogni mercoledì mattina dalle 7.50 alle 8, ha commentato i fatti del giorno su Radio Capital.

Il 23 gennaio 2016, sempre con Giulio Casale, ha esordito a Fiorenzuola con il suo nuovo spettacolo Il sogno di un’Italiaquarta opera teatrale da lui scritta, interpretata e regolarmente depositata alla SIAE, dopo Gaber se fosse Gaber, Le cattive strade e Fuochi sulla collina. Il 6 maggio, giorno del suo compleanno, ha messo in scena a Modena – ancora con Giulio Casale – il suo quinto spettacolo, Quel gran genio del mio amico – Le canzoni di Edmondo Berselli.
A metà luglio è partito Futbol, il programma che ha condotto in seconda serata su La7. Sette puntate, dal 12 luglio al 23 agosto.

Il 12 settembre ha debuttato a Modena il suo sesto spettacolo teatrale, Eroi – Dieci storie emblematiche di sport.

Da ottobre 2016 ha preso la direzione artistica dellArezzo Passioni Festival.

Il 3 novembre è uscito il suo secondo romanzo, ancora per Rizzoli: I migliori di noi.
A fine aprile 2017 è stato l’unico italiano a intervistare, anche in video, Roger Waters. E lì tutto si è compiuto.

Il 30 novembre 2017 è uscito il saggio Renzusconi, per Paper First, con prefazione di Marco Travaglio.

Nel 2018 ha condotto per Nove The Match e, con Luca Sommi, conduce Accordi e disaccordi

Nel 2018 sono usciti Con i piedi ben piantati sulle nuvole (Rizzoli) e Salvimaio (Paper First, libro e spettacolo

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