Dalla Norvegia… con calore da Terje Nordgarden

Cinque album all’attivo, una voce intensa e ricca di sfumature, personalità, carisma, talento… In una parola: Terje Nordgarden.Biondo con gli occhi azzurri come da icona del norvegese DOC, professionale, colto, ironico, ogni suo pezzo è una storia da raccontare, con schitarrate blues, folk, e delicatezza pop

 

da Hamar a Bologna, Firenze, e adesso in Sicilia, cinque album all’attivo, una voce intensa e ricca di sfumature, personalità, carisma, talento… In una parola: Terje Nordgarden.

Biondo con gli occhi azzurri come da icona del norvegese DOC, professionale, colto, ironico, ogni suo pezzo è una storia da raccontare, con schitarrate blues, folk, e delicatezza pop, in un mix equilibrato e coinvolgente che ha convinto il pubblico italiano e non solo: molto apprezzato e richiesto in Germania, Olanda, Francia, e un lungo tour negli Stati Uniti  nel 2011.

Parla un italiano perfetto con quel lieve accento straniero …

 Terje, hai iniziato in Norvegia come artista di strada… Cosa  ti ha portato in Italia?

“Il primo viaggio in Italia è stato nel 2000, a Bologna. Avevo bisogno di uscire, tutti noi creativi cerchiamo qualcosa di diverso, stimoli sempre nuovi, avere impatti differenti…Ho bisogno di viaggiare, osservare, sentire profumi , atmosfere…”

Ma perché proprio l’Italia?

Sono sempre andato controcorrente: quando a scuola tutti ascoltavano i Guns ‘N Roses io ascoltavo Bruce Springsteen, anzichè fare il militare ho fatto il servizio civile e ho lavorato in un asilo…e quando ho deciso di fare un viaggio ho pensato a Londra o a Bologna,  però visto che tutti andavano a Londra…(ride)”

Spirito di contraddizione?

“Si, e ciò forse non ha semplificato la mia carriera, però mi ha dato una direzione, uno stile, forse è stato più difficile ma per certi versi più soddisfacente.”

 Scegliere è un pò un rischio…Dà una direzione alla tua vita…

Esatto…ma chi non rischia non vive! Ed è andata bene: l’Italia è diventata una seconda casa, e ho fatto base in Sicilia dove ho una compagna e una figlia.”

 

Cosa ti ha influenzato nella tua formazione musicale?

“La scoperta della musica è avvenuta grazie a Bruce Springsteen, anche perchè colmava un grande vuoto dovuto alla scomparsa di mio padre quando avevo solo quattro anni… e così a 13 anni ho iniziato a suonare la chitarra e a scrivere, e ho trovato una mia forza e identità … In adolescenza è molto difficile scegliere che direzione prendere e la musica in un certo senso mi ha salvato perchè prima sentivo di non appartenere a niente: non avevo molti amici, mi sentivo un po’ “a parte”.

Una scoperta che ha rappresentato la svolta della tua vita…

“Si, Springsteen mi ha “mostrato” la forza della musica… Da quel periodo è iniziato il mio percorso e man mano, crescendo e sperimentando le sonorità, ho scoperto i Motorpsycho, un gruppo norvegese di rock psichedelico che usa la chitarra elettrica, e Jeff Buckley col quale ho scoperto la vocalità. Successivamente ho imparato con un’insegnante a impostare la mia voce.”

E hai cominciato a suonare, poi i viaggi, l’Italia…L’incontro a Firenze  con Paolo Benvegnù che ti produce con una giovane etichetta italiana la Stoutmusic…

“Ho vissuto un anno a Bologna, bellissimo suonare sotto i portici, c’è un’ amplificazione naturale, e conosci molta gente… Ho suonato un pò in giro e poi l’incontro con Paolo Benvegnù,  e nel 2003 il primo disco, che porta il mio nome. Ho vissuto un pò a Firenze, e poi ho viaggiato per un periodo tra la Norvegia e l’Italia…Quando mi stancavo della vita troppo precisa della Norvegia venivo qui, e quando ero stufo del casino dell’Italia tornavo in Norvegia…(ride). Durante un viaggio in Sicilia ho conosciuto la mia compagna e sono rimasto qui.”

Cosa ti porti dentro del tuo essere norvegese, nella tua vita italiana?

Una cosa fondamentale della nostra cultura è l’amore e il rispetto per la natura. Mi manca questo aspetto che qui purtroppo è sconosciuto: vivo ad Acitrezza di fronte al mare, poi c’è l’Etna, i parchi,  e mi fa male vedere come viene trattata male la natura, c’è una sorta di distacco che mi dà molta tristezza…E’ sicuramente un discorso di educazione, non c’è proprio la cultura del contatto con la natura, basti pensare agli scarichi fognari che ci sono qui dove io abito e che non consentono spesso di fare il bagno. E’ un mare bellissimo e nel 2014 si lascia che ciò accada…Le risorse ci sarebbero, ma non vengono utilizzate.”

Vergogna per il nostro Paese…E’ una questione di valori che si sono purtroppo perduti, il rispetto, la civiltà, l’onestà nella gestione delle risorse economiche…non facciamo certo una bella figura.

Peccato…L’Italia è un Paese dove si potrebbe vivere molto bene, non mancherebbe nulla. Ormai è un po’ casa mia, e credo di potere esprimere ciò che penso, anche attraverso le canzoni: in alcune mi ispiro anche a problemi politici italiani degli ultimi anni. Credo che attraverso la musica si possa “suggerire, ” discretamente…;)”

Quali valori orientano la tua vita?

“La famiglia innanzitutto: è una cornice che dà sicurezza e una struttura per crescere e affrontare la vita… Poi l’amicizia,  in cui credo molto,  l’amicizia immediata. Credo tanto nel rapporto estemporaneo che hai  con le persone, lo senti subito se c’è armonia: bello avere amicizie di lunga data, ma bisogna vivere nel presente… La vita è troppo breve, è importante mantenere le tradizioni, ma credo che bisogna vivere qui e ora anche nelle relazioni tra le persone: oggi ci sei, domani non lo sai.”

Carpe diem dunque…Anche per questo ti muovi spesso: cosa rappresenta per te viaggiare?

Come diceva William Blake “l’acqua che sta ferma è come uno stagno e coltiva rettili nella mente”…la gente che non si muove mai, che non si confronta, che non cambia mai le proprie abitudini, non può imparare nulla…Il viaggio coinvolge la mente, la mente deve viaggiare e stimolarsi.”

Viaggio come ricerca, viaggio come confronto: il contatto con nuove culture e  nuove persone è fonte di arricchimento o pensi possa far nascere a volte la paura di perdere la propria identità? Esiste la paura dell’altro? Penso all’ondata di immigrazione che sta caratterizzando questi tempi…Come vedi la questione?

“L’immigrazione è importante: senza questo fenomeno nelle ultime centinaia di anni il mondo sarebbe stato più povero in un certo senso… Anche gli italiani sono andati in milioni negli Stati Uniti ed erano visti male, come oggi noi vediamo i somali o gli arabi … Invece gli italiani hanno arricchito moltissimo la cultura americana, con la cucina, con la moda: è uno scambio che arricchisce. Certo ci fa un pò paura il contatto con chi ha modi e culture differenti, ma bisogna affrontare il problema, cercare l’integrazione, non dimenticare il passato ed evitare gli estremismi. Per il resto…non entriamo nel merito di discorsi politici.”

Torniamo alla musica allora : la musica secondo te è un linguaggio universale che avvicina? Stempera le differenze?

“Jeff Buckley diceva che la musica dice ciò che le parole non riescono a dire… Tocca corde comuni, ti fa piangere, sorridere, tocca l’anima…in questo senso si, è un linguaggio universale.”

Cosa ti  ispira quando scrivi?

“Dipende dai momenti: amicizia, famiglia, politica…Ci sono periodi  in cui scrivo di più, e momenti in cui viaggio molto per concerti, e anche quello è un lavoro perchè cerco di interpretare i brani sempre in maniera nuova. Ora sto scrivendo un nuovo disco in inglese, contiene  temi diversi: c’è una canzone ispirata a un fatto reale, parla di un uomo che negli Stati Uniti  è stato condannato pur essendo innocente, e io attraverso la canzone cerco di dare un volto a questa persona, poi ci sono canzoni che parlano di amori perduti, di amicizia , famiglia…anche di politica.”

Cosa ascolti quando non scrivi?

“Il silenzio…( sorride): come dice Annie Lennox in un recente intervista, c’è musica ovunque ormai… Persino al supermercato! A volte per ricaricarmi ho bisogno di ascoltare solo la natura, i suoni della campagna…Poi, certo ascolto musica per stimolare la mente, specie quando sto lavorando a un nuovo disco, perchè mi servono riferimenti, mi confronto con altri musicisti. Cerco di fare entrare nuove idee, un nuovo tema che magari mi dia una nuova direzione, cerco di spezzare, anche con la musica classica.  Sperimento, senza forzare troppo.”

Il tuo ultimo album “Dieci”, uscito nel 2013, è un tributo ai dieci anni vissuti in Italia attraverso la reinterpretazione di brani di artisti che hai conosciuto e apprezzato in questo lungo periodo…

“Si, è prodotto da Cesare Basile, ed è un disco di cover: Grazia Di Michele, Cristina Donà, Marco Parente, Paolo Benvegnù e altri, tutti amici e compagni di viaggio. E’ un saluto  e un ringraziamento a loro e all’Italia. Cantare in italiano ai concerti che ho fatto è stato apprezzato, ma rimane una parentesi. Ha fatto parte della mia voglia di sperimentare…Ma continuerò a cantare in inglese.”

Che musica italiana apprezzi?

Vinicio Capossela.  E’ un artista che cerca sempre linguaggi nuovi. Riesce a mescolare, sperimentare. Ogni suo disco ha una storia. Poi c’è la scena musicale alternativa giovanile,  molto interessante…La si scopre andando ai concerti  “piccoli”, è là che ascolti cose nuove, che “vivi” la musica. E’ bello non sapere cosa ci si aspetta da un concerto, è stimolante…è un contatto più intimo con l’artista, che sta lì davanti a te, con fatica, col suo strumento, senza palcoscenico e senza molti mezzi.”

Lo dice un artista di strada…

“Si, l’ho fatto per anni, è un’esperienza straordinaria, conosci moltissima gente, c’è un contatto diretto con le persone e si creano rapporti umani, amicizie, scambi…Molto stimolante!”

Progetti futuri?

Continuo con dei tour per finire la presentazione di questo disco in italiano,  poi, pausa  e, poi, si riparte col nuovo disco in inglese.”

Resterai a vivere in Italia?

“Ancora non lo so… Vorrei tornare in Norvegia, anche per mia figlia, ma non c’è nulla di definitivo, ho sempre vissuto così…tre anni qui, tre anni là…non si può stare troppo fermi!”

 …Disse il norvegese dallo spirito nomade…

Già…si vive una volta sola! Carpe diem…”

 

 

 

Discografia:

2003 – Terje Nordgarden (Stoutmusic)

2006 – A Brighter Kind of Blue ( Stoutmusic/ Audioglobe)

2008 – The Path of Love (GDN Records)

2011 – You Gotta Get Ready (GDN Records)

2103 – Dieci ( GDN Records/ Audioglobe

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