Covid-19 sistemico. Ecco perchè si muore: invade tutti gli organi vitali

Il Coronavirus genera una malattia sistemica. Agisce in modo completamente diverso dagli altri patogeni conosciuti colpendo i polmoni, il cuore, i reni, fino a occhi e cervello. Si muore per collasso d’organo. Covid_19_62181

In poche parole, pare che l’exitus sia determinato da una DIC o CID (per i non medici, Coagulazione Intravascolare Disseminata) innescata dal virus.
Quindi la polmonite interstiziale non c’entrerebbe nulla?
Sarebbe stato soltanto un abbaglio diagnostico: abbiamo raddoppiato i posti in rianimazione, con costi esorbitanti, probabilmente inutilmente?

I ricercatori e i medici si trovano spiazzati dinanzi alla ferocia del virus SarsCov2, che agisce in modo diverso da qualsiasi altro patogeno visto finora. L’infezione da Covid-19 è una malattia sistemica, il cui raggio d’azione è molto più esteso di cuore e polmoni, ma si allarga all’intero organismo, danneggiando anche vasi sanguigni, reni, intestino, occhi e cervello, come riporta la rivista Science. “Questa malattia può attaccare quasi tutto nel corpo con conseguenze devastanti“, spiega Harlan Krumholz, dell’Università di Yale. Il virus inizia il suo cammino entrando nella gola e nel naso, dove trova un ambiente accogliente nel rivestimento nasale.cov(1)

La superficie delle sue cellule è infatti ricca del recettore Ace2, che usa per entrare nella cellula. Una volta dentro, la mette fuori uso producendo miriadi di copie di se stesso per invadere altre cellule. Quando il virus si moltiplica, la persona contagiata può diffonderlo, rimanendo asintomatica oppure iniziando ad avere febbre, tosse secca, mal di gola, perdita di gusto e olfatto, dolori al corpo e alla testa. Se il sistema immunitario non riesce a respingerlo in questa fase iniziale, avanza per colpire i polmoni, causando la polmonite. In altre persone le cose possono peggiorare all’improvviso e si sviluppa la cosiddetta sindrome da stress respiratorio acuto, dove i livelli di ossigeno nel sangue crollano e respirare diventa sempre più difficile, portando anche alla morte. Per alcuni ciò dipenderebbe da una iper reazione del sistema immunitario, chiamata ‘tempesta di citochine’ (molecole che guidano una risposta immunitaria sana, ma in questo caso lo fanno oltre il necessario facendo attaccare le cellule sane). I vasi sanguigni iniziano così ad avere perdite, la pressione cala, si formano coaguli e si può avere un collasso dell’organo.

covid-19-grande-e1587132911491Non vengono risparmiati nemmeno vasi sanguigni e cuore, come dimostra il caso di una donna di Brescia, ricoverata con i classici sintomi dell’infarto, causati invece dal Covid-19. I danni si estendono anche al sangue con coagulazione e aritmie, tanto che sono state segnalate ischemie nelle dita e nei piedi, dolori e necrosi dei tessuti. Ci sono poi i danni ai reni, riportati nel 27% dei pazienti in un piccolo studio a Wuhan, o nel 59% di un’altra ricerca cinese, e al cervello e sistema nervoso centrale. Si sono viste encefaliti, crisi epilettiche, perdita di coscienza, dell’olfatto e ictus.
Altri fronti d’attacco sono l’intestino (fino alla metà dei pazienti ha diarrea), il fegato, gli occhi, (con la congiuntivite in un terzo dei casi).
Il nuovo coronavirus è attivo soprattutto nelle secrezioni oculari, ossia nelle lacrime, dei pazienti positivi, per cui potente fonte di contagio, necessitante di protezione.

robertopiliL’esperto Roberto Pili chiarisce poi l’aspetto anagrafico della malattia ribadendo come i centenari sono resistenti al virus per un equilibrio di sistemi

 “Il Covid-19, lo dicono i numeri, è più letale con gli anziani, ma non è l’età il fattore determinante. Aggredisce chi è particolarmente fragile“. Lo ha spiegato all’ANSA Roberto Pili, medico e presidente della Comunità mondiale della longevità. “Ne è una riprova il fatto che i centenari si stanno dimostrando particolarmente resistenti al virus“, chiarisce l’esperto. In primis in Ogliastra, zona celebrata per la diffusa ‘centenarietà’. “Gli anziani sono le vittime preferenziali dell’infezione perché – argomenta Pili – più frequentemente affetti da molteplici patologie e di conseguenza con bassi livelli di difese immunitarie”. E perché più esposti al “rischio della infettivo-suscettibilità di gregge quando ricoverati in RSA o nelle case di riposo, a cui fortunatamente si sta ponendo rimedio“.

(fonte: Science, Ansa.it)

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