Conferita a Mario Urso una Widening Fellowship nell’ambito delle borse Marie Skłodowska-Curie

Il dottore di ricerca del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania, oggi alla Brno University of Technology, riceverà un finanziamento dalla Commissione Europea per sviluppare nuove tecnologie per rivelare sostanze inquinanti nell’acqua e negli alimenti.

Realizzerà un progetto di ricerca finalizzato a sviluppare nuove tecnologie a base di micro-nanomotori altamente sensitivi e selettivi per rilevare sostanze inquinanti nell’acqua e negli alimenti grazie alla Widening Fellowship conferita nell’ambito delle prestigiose Marie Skłodowska-Curie Actions Individual Fellowships 2020.
Un riconoscimento importante per Mario Urso – laureato in Physics al Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania dove ha conseguito anche il dottorato in Scienza dei Materiali e Nanotecnologie – la cui ricerca è stata selezionata tra le 11mila 573 domande presentate. La ricerca dal titolo “Molecularly imprinted photocatalytic light-driven micro/nanomotors for selective degradation and detection of pollutants in water and food” (MIPhmotors) del dott. Mario Urso, oggi senior researcher nel gruppo Future Energy and Innovation guidato dal prof. Martin Pumera al Central European Institute of Technology della Brno University of Technology in Repubblica Ceca, sarà finanziata dalla Commissione Europea con un contributo di 160 mila euro.
La Widening Fellowship è un sostegno per borse di studio transnazionali individuali assegnate a ricercatori di qualsiasi nazionalità, nei paesi in espansione.
«Negli ultimi anni, per soddisfare la crescente domanda di cibo, è aumentato l’uso di pesticidi, a scapito dell’ambiente, che risulta sempre più inquinato – spiega il ricercatore -. Queste sostanze sono particolarmente tossiche e pericolose per la salute dell’uomo, in quanto possono raggiungere facilmente la nostra tavola attraverso la catena alimentare. La ricerca si propone di rivelare e degradare queste sostanze sfruttando i micro/nanomotori che costituiscono la frontiera della ricerca in Scienza dei materiali e nanotecnologie e sfruttano la sinergia tra le proprietà fisico-chimiche dei materiali su micro/nanoscala e la superiore diffusione derivante dal loro movimento attivo».
«I micro/nanomotori possono essere alimentati da combustibili chimici presenti nell’ambiente circostante, in modo simile ai batteri, o da fonti di energia abbondanti e rinnovabili come la luce, e programmati per svolgere compiti complessi, trovando applicazione nella purificazione delle acque, nei biosensori e nella medicina – continua il ricercatore -. Tuttavia i micro/nanomotori sono “ciechi”, dunque le loro azioni sono generalmente non selettive. Il progetto che intendo sviluppare mira a rendere selettivi questi materiali sfruttando la tecnica dell’imprinting molecolare, aprendo nuove opportunità non solo nella sensoristica ma anche nella drug delivery». 
Mario Urso ha recentemente pubblicato due articoli sui micro/nanorobots sulla prestigiosa rivista Advanced Functional Materials, in collaborazione con Martina Ussia, laureata al Dipartimento di Scienze Chimiche dell’ateneo catanese e dottoranda in Scienza dei Materiali e Nanotecnologie al Dipartimento di Fisica e Astronomia. In questi lavori hanno riportato le realizzazioni di micro/nanomotori di cui controllano il movimento e l’azione tramite luce e campi magnetici per spezzare catene polimeriche, aprendo di fatto la strada all’impiego di questa tecnologia per la degradazione di polimeri e plastiche in acqua, e per l’eradicazione di biofilm batterici resistenti agli antibiotici.

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