Confcooperative: Gaetano Mancini eletto presidente del comitato territoriale di Catania

A guidare il comitato territoriale catanese di Confcooperative sarà Gaetano Mancini

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Sarà Gaetano Mancini a guidare il nuovo comitato territoriale catanese di Confcooperative, eletto questa mattina durante l’assemblea regionale per le cooperative della provincia di Catania:  “dobbiamo guardare al domani attraverso quello che possiamo fare oggi, senza inutili perdite di tempo“, ha dichiarato Mancini alla folta platea presente. Il presidente ha poi aggiunto: “Questo approccio vale ancor di più di fronte alla crisi che stiamo vivendo e che ha reso più complesso il nostro operato. E vale di fronte al cambiamento, perché questo è il segno distintivo del tempo che viviamo: è il tempo del cambiamento”.

Durante i lavori di questa mattina sono stati evidenziati i mutamenti che, per l’appunto,  riguardano anche Confcooperative: già da tempo, e ora più che mai, la confederazione ha deciso di attuare una nuova politica che porta le cooperative a stare più sul territorio e meno in ufficio; questo per rinforzare, e per ristabilire dove fosse necessario, i rapporti con le persone, gli utenti, i consumatori, per guardare al futuro in maniera diversa e più propositiva.

image3Un contatto con la realtà circostante che è stato evidenziato durante gli interventi di tre imprenditori di successo che hanno saputo fare della cooperazione il punto di forza: a raccontare le loro storie Riccardo Tomasello della Bios; Claudio Guzzetta di Build; Sara Fratarrigo di Progetto Verde; Daniele Lando, futuro cooperatore.

Sono molto soddisfatto del fermento imprenditoriale che si sta registrando a Catania grazie alle cooperative – ha detto ancora Mancini. Ma serve dire che le cooperative siciliane devono sapere cogliere queste opportunità. E la loro organizzazione deve sapere accompagnarle in questo processo. Ed è a questa missione che si candida la nuova Confcooperative Sicilia con la sua nuova forma organizzativa”.

Mancini ha fatto riferimento al fatto che dopo una storia a Catania di 67 anni, iniziata il 26 febbraio 1949 nella prima sede sociale al numero 8 di via Etnea, cambia il modello organizzativo: “Avremo in Sicilia un’unica Confcooperative, con articolazioni territoriali che da domani avranno un forma diversa rispetto a quella attuale. È il segno dei tempi che obbligano a scelte diverse dal passato per garantire servizi ai soci e qualità della rappresentanza. Abbiamo fatto tuttavia assai convintamente questa scelta. Nella consapevolezza che essa va incontro alle esigenze delle cooperative perché hanno bisogno di una organizzazione più forte, più efficiente e più capace di offrire loro servizi e opportunità”.

Durante i lavori dell’assemblea si è parlato dell’ACI – l’alleanza delle cooperative – che costituisce la vera innovazione organizzativa nel sistema della rappresentanza d’impresa in Italia. A progetto concluso l’ACI rappresenterà il 25% del made in Italy agroalimentare, il 34% della grande distribuzione, una filiera di servizi, utility e costruzioni per un valore complessivo di 34 miliardi di fatturato, una filiera socio-sanitaria che servirà oltre 7.000.000 di persone, 4.450 sportelli bancari che rappresentano il 14,6% del totale italiano, il 20% dell’industria assicurativa del Paese. Rappresenterà 13 milioni di soci, 1.300.000 occupati, 161 miliardi di euro di fatturato. Realizzare l’ACI significherà quindi offrire alle cooperative italiane una prospettiva di rappresentanza e di servizi di altissimo livello.

Sarebbe ipocrita dire che è un progetto semplice”, dice Mancini: “sull’ACI dovremo spendere in questa prima parte del mandato le nostre migliori energie, buttando il cuore oltre l’ostacolo, mettendo al centro gli interessi delle cooperative, guardando, anche qui e ancora una volta, ai cambiamenti che stanno subendo le dinamiche intorno a noi, anche nel mondo della rappresentanza. Chi si àncora al passato e non guarda al cambiamento, chi pensa di potere rinunziare all’innovazione, è destinato ad essere travolto dagli eventi. Noi, nella nostra storia, abbiamo sempre saputo governare il cambiamento nell’interesse delle nostre associate“.

image2Il presidente Mancini ha poi rivolto un appello alle istituzioni e delle altre parti sociali per contribuire alla crescita della nostra comunità perché Catania e la sua area metropolitana hanno eccezionali potenzialità. A partire dalla città, dai suoi contrasti, dalla sua storia, dal patrimonio culturale, dalle tradizioni, dal carattere stesso della città. E poi da tutto ciò che le sta attorno: l’Etna, il mare, l’offerta agroalimentare, un porto al centro della città, un aeroporto che serve ¾ della Sicilia, Taormina, il sud-est.

Invito raccolto dal sindaco di Catania, Enzo Bianco, che stamattina ha partecipato ai lavori dell’assemblea: “fare squadra é fondamentale per far crescere il nostro territorio e il distretto del sud-est e le istituzioni locali devono essere a servizio di chi decide in investire in questa terra: non dobbiamo lasciarci sconfiggere dal pessimismo ma guardare al futuro con ottimismo, soprattutto adesso che Catania sta dando qualche segno di risveglio e fermento”. Il sindaco, augurando buon lavoro al presidente Mancini, spera che in nome della legalità questa città possa seguire il cambio di rotta che sta intraprendendo anche grazie al lavoro di imprenditori onesti, eccellenze straordinarie del nostro territorio.

E per crescere serve anche unione di intenti, come ad esempio per la costituzione della Camera di Commercio di CT, RG e SR: “Intorno alla quale, diciamocelo francamente, è necessaria chiarezza”, ha evidenziato Mancini. “La Camera di Commercio è la casa delle imprese che hanno la responsabilità della gestione dei processi che la riguardano, per questo si deve assicurare la piena trasparenza di tutti i processi altrimenti il mondo delle imprese di queste 3 province rischia di dare un’immagine opaca che lo delegittima”.

Ancor di più a Catania, dopo 3 anni e mezzo di commissariamento causato dalle dimissioni dei rappresentanti del commercio.

Come fare? “Proponendo alla politica e alle istituzioni di confrontarsi con noi sugli argomenti, di trovare insieme a noi le soluzioni ai problemi, di utilizzare le cooperative nella funzione storica che hanno sempre avuto, quella di essere strumento dei cittadini per la soluzione dei propri problemi. In uno sforzo che non può vedere colori o schieramenti, né tatticismi e incapacità: perché le imprese siciliane stanno morendo a causa delle incapacità, degli schieramenti e dei tatticismi. Troviamo insieme la strada e poi ciascuno faccia ciò che gli spetta di fare. Noi faremo il nostro. Nella innovazione organizzativa, ma nella tradizione dei valori, guardando al domani dalla base solida del nostro passato”, ha concluso Mancini.

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