Commercial Diver. Internazionalizzazione in Sicilia dei corsi OTS – CEDIFOP

Ai prossimi 2 corsi per OTS (Operatore Tecnico Subacqueo), corsi base previsti dalle normative Italiane per iniziare un percorso nel settore dei commercial diver, oltre ad allievi Italiani, si stanno prenotando e iscrivendo allievi che arriveranno in Sicilia per svolgere questi percorsi formativi, da Armenia, Russia, Egitto, Tunisia, Albania, Senegal,  Grecia e Nigeria.

Questa internazionalizzazione degli allievi che arrivano in Sicilia al CEDIFOP, è principalmente merito della L.R. 07/2016 “Disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale“, che ai sensi della direttiva 2005/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005, che rende tali corsi spendibili sull’intero territorio comunitario.

Per la prima volta in Italia, andiamo oltre l’ambito portuale, con percorsi formativi articolati “in tre livelli di qualificazione“: di primo livello (inshore diver) o “sommozzatore“, di secondo livello (offshore air diver) detto anche di categoria “TOP UP” e di terzo livello (offshore sat diver), detto anche di categoria “altofondalista” (saturazione); mentre l’art.4, comma 4, prevede l’istituzione di un Repertorio Telematico con iscrizione che avviene secondo numerazione progressiva individuale e rilascio all’iscritto di una card nominativa, corredata dei dati integrali di iscrizione, valida per le attività svolte in ambito inshore, offshore o nelle acque interne,  all’art.3, comma 2,  invece sono indicati i livelli di addestramento per attività non in ambito portuale (nettamente superiori a quelli previsti per coloro che sono iscritti al registro sommozzatori, di cui al decreto ministeriale 13 gennaio 1979, come OTS) con profondità fino ai 30 metri, dai 30 ai 50 metri e oltre i 50 metri secondo il livello di addestramento conseguito.

Oggi, i  corsi del CEDIFOP hanno le caratteristiche che la legge 07/2016 prescrive, essi sono in linea con i documenti guida IMCA e con i tempi di fondo e le attività in acqua, che trovano idoneo riscontro nel Log Book individuale, cosi come definiti dagli Standard IDSA (International Diving Schools Association Standard & Procedures del 14 aprile 2014); secondo quanto indicato nel decreto presidenziale n. 31/2018, che rappresenta il regolamento di questi percorsi formativi.

Va sottolineato che questi corsi sono soggetti ai controlli, che devono essere effettuati nel rispetto di obblighi e requisiti generali in materia di salute, sicurezza ed ambiente (HSE), offrendo garanzie relative alla sicurezza dei lavoratori già previste dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante il testo unico in materia di sicurezza sul lavoro, ed in particolare gli articoli 18, comma 1, lettera e), 36, comma 1, lettera a), e 37, comma 3, sulla formazione minima che deve ricevere un lavoratore che effettua un’attività subacquea, affinché si ottemperino i requisiti previsti dal decreto legislativo n.81 del 2008. Tale formazione minima oggi fa riferimento all’unico atto normativo esistente in Italia, per attività extraportuali, che è la LR 07/2016, che definisce i livelli di addestramento e di qualifica, con percorsi formativi minimi, che garantiscono ai lavoratori un idoneo livello di esperienza volto alla tutela sia del lavoratore sia del datore di lavoro in quanto gli garantisce un livello “minimo” di competenza affinché possa operare in sicurezza, sia delle istituzioni che attualmente espongono i lavoratori del settore a gravi rischi in mancanza di una formazione specifica.

E oggi, grazie alla Legge 07/2016, anche in Italia, possiamo parlare di Commercial Diver, perché finalmente vengono a coincidere a livello internazionale, con un ritardo di ben 35 anni, percorsi e formazione in questo settore, mettendo l’Italia di nuovo in corsia per  recuperare velocemente il tempo perduto.

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