Catania-Lodi: l’amore è eterno finché dura

Il centrocampista campano torna in maglia rossoazzurra per la terza volta in carriera. Tra euforia e dubbi, si riassaporeranno i fasti di un tempo?

calciocatania.it
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Lodi-Catania, terza parte. Il centrocampista campano torna alle falde dell’Etna per la terza volta in carriera, sinonimo di un amore reciproco indissolubile, che ha radici profonde, sbocciato in quel gennaio del 2011, con quella meravigliosa doppietta al Lecce su calcio piazzato e mai del tutto appassito. Le separazioni tra le parti, amare, colme di rammarico, ci sono state, ma alla fine dei giochi a trionfare è sempre stato il sentimento che ha legato, e che lega tutt’ora, Lodi ad una maglia, quella rossoazzurra. Più che una “divisa”, si parla di una seconda pelle. Perché dopo 110 partite, 22 reti e 21 assist, dopo aver varcato la soglia dei record, dopo esser diventato idolo di grandi e piccini, è difficile, poi, mettere da parte i ricordi, il vortice ineluttabile che ti trascina sempre nel medesimo luogo, che propizia la creazione di una vocina, la quale, sussurrando dolcemente, ricorda volentieri a Lodi cosa sia stato lui per Catania e cosa Catania, ed il Catania, è stato per lui. Gioie, tante, e dolori, che non sono mancati. La prima cessione al Genoa, poi il ritorno, poi la retrocessione in serie B. Un legame che assumeva sinistri contorni: gli etnei che salutavano la serie A e Lodi che salutava il suo più fervido sentimento, che girovagava tra Parma e Udine, in attesa.

In attesa che gli astri si allineassero, che il destino facesse la sua parte e che portasse gli amanti a ritrovarsi, ancora una volta, sempre di più, più forte che in precedenza. A gennaio di quest’anno il lungo corteggiamento, come quando due fidanzati si lasciano, ma uno dei due prova con determinazione a riconquistare la dolce metà, a far scatenare nuovamente il fuoco ardente della passione. Lodi vacilla, si convince, vuole Catania, vuole tornare a casa, vuole calcare il prato del “Massimino”, riassaporarne l’odore, andare sulla trequarti, chiudere gli occhi e riammirare, come in un film, le sue prodezze balistiche, seguite dall’esplosione del vulcano, dalle urla di gioia, da quel “Lodi! Lodi!” cantato da tutto il pubblico. La terza parte di un matrimonio annunciata, con l’Udinese a fare da antagonista, da strega cattiva della favola, a mettersi di traverso rispetto al lieto fine. Niente rescissione del contratto, niente prestito, niente cessione a zero: Lodi non parte, non tornerà a Catania. Lo scoramento è presto detto, così come la rabbia, considerato che la separazione tra i friulani ed il giocatore arriva qualche giorno dopo, fuori tempo massimo, però, per metterlo sotto contratto.

Ma stavolta tutto va per il verso giusto, stavolta Lodi ed il Catania si ritrovano. Ricominciano gli allenamenti a Torre del Grifo, ricomincia a farsi largo la voglia di rivederlo in campo. Mesi di attesa, fino a ieri, quando arriva la firma del contratto e l’ufficialità: Lodi torna in rossoazzurro, lo fa pronunciando parole importanti, annunciando il suo obiettivo, portare Catania, ed il Catania, lì dove merita di stare. Ma come in ogni matrimonio, i quesiti non mancano: cosa c’entra Lodi con la serie C, con un campionato dove la corsa, il ritmo, i chilometri percorsi fanno da sempre la differenza? Che contributo può dare un giocatore fermo, di fatto, da un anno, abituato a contesti diversi rispetto a quelli che si appresta ad affrontare? Tutti dubbi più che leciti, cui solo il campo saprà dare una risposta. Ciò di cui si può stare certi riguarda cosa Lodi sicuramente porterà. La sua innata pericolosità sui calci piazzati, il suo modo di gestire la manovra, di dare a questa geometria, ordine e tutto ciò che ne consegue. E poi, sinceramente, stiamo parlando di Lodi: uno che in serie A ha saputo fare la differenza. Non pensare positivo, in attesa della controprova, sarebbe comunque deleterio.

Lodi ed il Catania che tornano a legarsi. Il terzo matrimonio, forse quello definitivo. Il primo pezzo di un puzzle che presto prenderà forma, il primo colpo di un’armata che dovrà lottare per la promozione. Semplicemente, il primo passo verso lo speranzoso ritorno ai fasti di un tempo. Quelli che vedevano Lodi protagonista assoluto, con il dieci sulle spalle ed una città ai suoi piedi.

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