Catania-Foggia: la forza delle idee

Il Catania è pronto ad accogliere il Foggia al “Massimino”. Una gara delicata, il cui esito verrà deciso, presumibilmente, dalla supremazia nella zona centrale del campo.

(Nella foto Pulvirenti e Stroppa)
(Nella foto Pulvirenti e Stroppa)

Il motore, più o meno nascosto, delle idee. Silenzioso, poco appariscente, non dà nell’occhio, ma è particolarmente decisivo. Le idee, il fosforo, la qualità e, di conseguenza, la manovra. Tutto, all’interno di un qualsiasi impianto di gioco, passa dalle idee. Queste, normalmente, hanno la propria dimora nel centrocampo, una zona nevralgica da sempre fonte di successi e di insuccessi, quando non armonizzata alla perfezione. Le fortune del Catania in queste rimanenti otto giornate di campionato passano dal rendimento della mediana, fin troppo assopita finora, mai del tutto convincente, che ha messo in mostra il suo indubbio valore ad intermittenza, con discontinuità, convincendo “il giusto”. E’ ovvio che i limiti tecnici di un organico siano derivanti da particolari ostacoli mentali, psicologici, che frenano un cacciatorpediniere come quello rossoazzurro. Ma il Catania sa che domani, al “Massimino”, la parola “fallimento” non sarà ben accetta, è consapevole che contro il Foggia capolista la vittoria è l’unico traguardo raggiungibile, il solo antidoto contro una classifica, ed un periodo, velenoso. Ma in quanto a valore e qualità in mezzo al campo, i “satanelli” hanno poco da invidiare e, probabilmente, sono loro stessi invidiati dall’intera categoria.

Inutile girarci intorno: nella sfida di domani a far la differenza sarà il predominio in mezzo al campo. Come detto, il Foggia può contare su elementi di eccezionale valore, partendo dall’ex Agazzi e passando per i “vari” Vacca, Deli, Agnelli e Gerbo. I primi tre, nello specifico, sono i designati a ricoprire il ruolo di titolari: un terzetto che abbina qualità e geometrie a quantità e solidità. Senza dimenticare la pericolosità sotto porta, fornita dalla capacità di inserimento in area di Agazzi e Deli, sempre pronti ad accompagnare la manovra offensiva ed a coordinare i movimenti del tridente d’attacco. Quello di questa stagione è un Foggia leggermente diverso da quello della gestione De Zerbi: meno possesso palla, più concentrazione difensiva. Dettagli che fanno la differenza, ma non per questo i pugliesi hanno abbandonato la tendenza a gestire e controllare la gara in tutte le sue sfaccettature. Un’efficienza mediana che ha giovato, in special modo, al centravanti Mazzeo, maestro negli scatti alle spalle della difesa. I tredici gol messi a segno finora ne sono la cartina di tornasole.

Cosa deve fare il Catania per contrastare quanto sopra? Innanzi tutto bisognerà capire che tipo di gara vorrà impostare Pulvirenti, se accorta e basata sulle ripartenze o se spavalda, da affrontare a testa alta, alla ricerca dello scontro frontale. Considerati i cronici problemi di tenuta psicologica, accompagnati da una viscerale paura di incappare in un ulteriore risultato negativo, non è da escludere che il tecnico rossoazzurro opti per la prima opzione, per una chiusura pressoché totale dei pertugi e per l’attacco degli spazi in ripartenza. Ecco perché potrebbe tornare a vestire un ruolo fondamentale Rosario Bucolo, che con il suo dinamismo può creare grattacapi ai colleghi rossoneri, andando a disturbare i rifornimenti per l’attacco. Oltre a lui, fondamentale sarà ritrovare il “vecchio” Biagianti tutto corsa e temperamento ed un Fornito che dia qualità ai contropiede, con verticalizzazioni rapide, senza timore di commettere errori. Importante anche il ruolo dei terzini: bisognerà attaccare, mantenendo “impegnati” gli esterni foggiani in fase di ripiego, senza però abbandonare la linea difensiva ed affidarsi solamente a “San Bergamelli”, che il suo bel da fare lo avrà già di per sé. Curioso il duello sull’out di sinistra con Di Piazza: tornasse Baldanzeddu si darebbe vita ad una battaglia equilibrata, altrimenti Parisi potrebbe soffrire la forza fisica dell’ex Akragas. 

Infine, l’attacco. Di Grazia e, presumibilmente, Russotto accompagneranno Pozzebon. Quest’ultimo dovrà essere mentalizzato al sacrificio, con la consapevolezza che ci sarà da lottare. I primi due non dovranno lasciarlo solo, abbinando accompagnamento offensivo a densità in mezzo al campo. Insomma, tanti ingredienti da dover monitorare. Una partita complicata, ma non per questo persa in partenza. Il Catania ha qualità pari a quelle del Foggia, viaggia in uno stato mentale differente, è privo di certezze. Per recuperarle servono 90′ da Catania. La sfida di domani potrebbe significare molto anche sul piano dell’autostima, ecco perché fallire sarebbe un “simil-suicidio” calcistico, nonostante la conclamata forza dell’avversario.

 

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