Carlo Muraglia: Palermo ricomincia a “vivere”

 Carlo Muraglia, in arte Charlie, ci descrive come lui vede il mondo  del cinema con gli occhi di un’attore

               image002 (2) Come e perche’ e’ iniziata la sua carriera di attore?

Era un sogno che avevo fin da bambino, nel frattempo avevo fatto altri lavori come lo steward, e l’agente commerciale, nell’aprile 2008 tramite un provino per un laboratorio teatrale diretto da Luca D’angelo che mia madre aveva visto sul giornale mi convise a farlo, andai un po’ per incoscienza e un po’ per curiosità feci l’audizione nonostante non avessi mai recitato e proposi delle imitazioni dei personaggi di Carlo Verdone. Il risultato fu che gli esaminatori risero dall’inizio alla fine, e così venni scelto ! Da li’ è iniziato tutto !”

Lei Carlo Muraglia in arte Charlie ama passeggiare nel tempo  libero per la sua Palermo alla ricerca di quelli che furono i piu’ importanti set cinematografici di alcuni film girati negli anni 70/ 80 / 90  a Palermo. Qual’e’ il film che piu’ marcatamente e’ rimasto nella sua memoria storica e perche’?

“Diciamo che questa ricerca è nata per gioco, un amico mi propose di farlo per una rubrica e allora mi documentai su dei siti di location ma molti non le riportavano esatte, purtroppo questa rubrica non si fece e allora per caso camminando per la città quando mi trovavo in un luogo che era stato utilizzato per film di ogni genere lo fotografavo e lo mettevo su facebook con tutta la storia e annesso fotogramma della scena e ovviamente il titolo, sia film famosi, che film magari girati a Palermo e mai riconosciuti oppure dimenticati dai cinefili negli anni ! Il film che mi è rimasto piu’ impresso credo sia “Piedone a Hong Kong” del 1975 diretto da Steno e interpretato da Bud Spencer poichè è stato il primo film che ho visto da bambino e mi ha fatto letteralmente innamorare del cinema”

Carlo lei sui social espone anche delle doti di grande intenditore della cinematografia non soltanto italiana ma di tutto il panorama mondiale. Ci elenchi almeno tre film che meriterebbero di essere assolutamente visti e perche’?

I SOLITI IGNOTI (1958) Di Mario Monicelli

Perchè ha avuto il merito di tirare fuori da un periodo storico non facile per l’Italia, una storia dolceamara insegnandoci a nostra volta a ridere delle situazioni drammatiche e anche apparentemente molto tragiche perché quanti di noi non hanno almeno una volta nella vita e  tentato di fare qualcosa di folle per cambiarla per poi non riuscirci e magari ridendoci sopra dopo molto tempo infatti la battuta del film che dice Marcello Mastroianni dopo aver fallito il colpo del monte di pietà è “Rubare è un mestiere impegnativo ci vuole gente seria non come voi ! Voi al massimo potete andare a lavorare”  e Vittorio Gassman risponde “Lavorare, stanca !” IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO (1966) Di Sergio Leone . E’ un film epico che abbraccia oltre la storia della guerra di secessione, anche temi come l’amicizia tradita, l’eroismo, l’audacia, e poi è velato di una sottile ironia cattiva e di un cinismo che ne fanno un capolavoro oltre ai tre protagonisti interpretati da Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef che hanno i volti adatti a impersonare i protagonisti il respiro epico e lento del film che ha ispirato generazioni di cineasti come Quentin Tarantino, Stanley Kubrick, Sam Peckinpah, Walter Hill e John Woo. THE BLUES BROTHERS (1980) Di John Landis Poichè è un film che abbraccia diversi tipi di umorismo, da quello surreale, a quello demenziale, passando per il registro musicale che ne ha fatto un evergreen del cinema e che ha affascinato generazioni di spettatori grazie alla verve comica di due attori come Dan Aykroyd un attore duttile e capace di interpretare qualunque genere e John Belushi che sfortunatamente non ha avuto modo di esprimersi anche in altri registri poichè è deceduto giovane un paio di anni piu’ tardi esattamente il 5 marzo del 1982 poichè stava attraversando una crisi artistica dovuta a un paio di flop e nonostante avesse nuove prospettive e nuovi ruoli che avrebbe dovuto interpretare a breve come Una Poltrona per due, e Ghostbusters si è lasciato trascinare dalla droga e ne ha pagato purtroppo il carissimo prezzo “.

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Secondo lei quali sono i registi che con i loro film hanno veramente lasciato una traccia indelebile?

“Penso che i registi che hanno lasciato una traccia siano tanti da citare nella settima arte ma credo che quelli proprio che hanno inciso maggiormente sono stati Charlie Chaplin, Orson Welles, John Ford, Howard Hawks, Roberto Rossellini, Luchino VIsconti, Pierpaolo Pasolini, Federico Fellini, Sergio Leone, Stanley Kubrick, Sam Peckinpah, Don Siegel, Jean Luc Godard, Luis Bunuel, Roger Vadim, Georges Henri Clouzot, William Friedkin, John Frankenheimer, Mario Monicelli, Dino Risi, Bernardo Bertolucci, Michelangelo Antonioni, Marco Ferreri, Sergio Corbucci, Quentin Tarantino”

In che ruoli ha partecipato?

“Ho partecipato a una serie di ruoli sia teatrali che cinematografici, non ho una preferenza tra i tanti ruoli teatrali ho interpretato uno sceriffo in “Piccola Città” di Thornton Wilder, poi sono stato protagonista della commedia “Acqua Minerale” di Campanile, ho partecipato alla riduzione cinematografica del film di Carlo Vanzina “Sapore di mare” intitolata “Permette questo ballo” di Enio Drovandi, per citarne alcuni, ma dove ho avuto maggiori soddisfazioni è stato a livello cinematografico dove ho partecipato alla serie “Shadows of the plague” diretta da Rosalia LeCalze e Alessio Messina uscita anche all’estero dove interpretavo un’ispettore di polizia, con gli stessi autori tempo dopo abbiamo realizzato un horror fantasy intitolato “Helland” dove interpretavo un capo di stato maggiore, poi il film “Senza Titolo – Il Viaggio” diretto da Marco Del Rosso dove interpretavo un produttore di successo, e il cortometraggio “Il Gioco di Leandro” di Giuseppe Piampiano dove interpretavo il protagonista Leandro un ragazzo con turbe psichiche molestato dalla madre, e Il cortometraggio “La Classe non è acqua” diretto da Giuseppe Piampiano e uscito nelle sale nel 2017 dove interpretavo uno yuppie in chiave comica con richiami alle comiche del muto, questi per citarne alcuni adesso sto lavorando a tre progetti tra cui uno diretto da me che spero presto di concludere per via di questa pandemia che ha bloccato un po’ tutto il mondo in generale”

Concludiamo quest’ intervista con la tipica domanda di rito e cioe? Quali sono i suoi sogni nel cassetto?

” Sogni nel cassetto tanti ma quello che spero di piu’ è scrivere dirigere e interpretare una storia in modo da poter vedere le proprie idee prendere forma magari che facciano anche un gran successo, l’importante è metterci il cuore, e poi conoscere una  ragazza ed avere dei figli”

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