Cannes: scontro di un derby italiano a tre

Tris di italiani al festival del cinema di Cannes

Il racconto dei racconti di Matteo GarroneMia madre di Nanni MorettiYouth – La giovinezza di Paolo Sorrentino: tre film italiani in concorso al festival che si terrà dal 13 al 24 maggio. Sono stati annunciati oggi a Parigi dal delegato generale Thierry Fremaux.

Siamo felici e orgogliosi di rappresentare l’Italia in concorso al prossimo Festival di Cannes. Siamo consapevoli che è una grande occasione per noi e per tutto il cinema italiano. Esordiscono così oggi i registi Matteo Garrone, Nanni Moretti e Paolo Sorrentino che andranno in concorso al festival del cinema Cannes.

E continuano:- “I nostri film, ognuno a suo modo, cercano di avere uno sguardo personale sulla realtà e sul cinema; ci auguriamo che la nostra presenza a Cannes possa essere uno stimolo per tanti altri registi italiani che cercano strade meno ovvie e convenzionali’’.

Non accadeva da vent’anni che tre titoli italiani corressero per il Palmares. L’ultima volta era successo nel 1994 con “Caro Diario” di Nanni Moretti Le buttane” di Aurelio Grimaldi, “Una pura formalità” di Giuseppe Tornatore e Barnabo delle montagne di Mario Brenta.

I tre moschettieri, dunque, e se si aggiunge Roberto Minervini, che presenta “The Other Side”, distribuzione Lucky Red in concorso per la sezione ‘Un certain regard’ siamo a quattro. Un trionfo, questo, per il cinema italiano come dichiarato dai tre registi che congiuntamente affermano “Ci auguriamo che la nostra presenza possa essere uno stimolo per tanti altri registi italiani che cercano strade meno ovvie e convenzionali”.

E non poteva il direttore artistico Thierry Fremaux ignorare il premio Oscar Sorrentino che fu snobbato a Cannes con “La Grande Bellezza”, o Nanni Moretti con “Mia madre”, che esce oggi in Italia, 01 distribution, o ancora Matteo Garrone, già vincitore in passato di due Premi, il secondo sotto la giuria di Moretti.

 E si schiera contro i selfie, Fremaux, annunciando una battaglia sfrenata: “Quest’anno, meno selfie sul tappeto rosso- dichiara. “Non vogliamo vietarli, perché non siamo la polizia, ma ci permettiamo di lanciare una piccola campagna per diminuire questa moda ridicola e grottesca”. 

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