Calcio Catania: un occhio avanti ed uno indietro

La sconfitta interna contro il Cosenza ha messo a nudo, ancora una volta, gli enormi limiti della formazione etnea. Adesso bisogna monitorare anche la bassa classifica…

Occhio

Strascichi pesanti. Questo è ciò che la sconfitta interna contro il Cosenza è destinata a portare in dote. Il Catania ha mandato in onda la peggior versione di se stesso, ha mostrato il significato letterale di “carenza psicologica“. I rossoazzurri sono stati travolti dal ciclone cosentino e non hanno saputo reagire, mettendo in vetrina confusione, insicurezza, paura e, fattore primario, vuoto cosmico mentale. Debacle pesante anche dal punto di vista della classifica. Gli etnei avevano la “fortuna”, se così può essere chiamata, di scendere in campo conoscendo i risultati delle dirette concorrenti. Molti di questi si erano pronunciati a favore della “mozione rossoazzurra”, bastava vincere per saltare in alto, molto in alto, per andare ad accarezzare un incredibile, ma raggiungibile settimo posto. Vittoria, però, non è stata, anzi. Adesso il settimo posto è mera utopia. I playoff restano lì, a sole due lunghezze di distanza, ma a far dormire sonni poco tranquilli è lo stato catatonico vissuto dalla squadra. Ecco perché, per forza di cose, un occhio deve essere posto anche a chi sta dietro in graduatoria. I playout, d’altronde, distano sei punti. E nel prossimo turno c’è il Monopoli, compagine che ha l’obiettivo di evitarli, gli spareggi retrocessione.

D’altronde, eccezion fatta per le prime tre partite del nuovo anno solare, il 2017 del Catania ha numeri da zona retrocessione, senza se e senza ma. Due sole vittorie nelle ultime undici partite, una miseria. I pareggi, nello stesso lasso di tempo, sono stati altrettanti, mentre le sconfitte hanno raggiunto la cifra “monstre” di sette. Per rendere ancora meglio l’idea, da agosto a dicembre il Catania era caduto in appena quattro occasioni, da gennaio ad oggi ben tre volte in più. Calo verticale. Ancor più emblematico è il dato relativo alle reti subite: sedici fino alla gara interna contro la Fidelis Andria, con annessi riconoscimenti da addetti ai lavori per una solidità difensiva difficile da ammirare in categorie come la Lega Pro. Nel 2017, però, l’efficienza del reparto arretrato è crollata, sintomo di una fase difensiva completamente “scoppiata”. Sono sedici, infatti, anche i gol al passivo nel nuovo anno, ma con tre partite ancora da giocare. Per ciò che concerne l’attacco, il discorso è analogo. E’ vero che il reparto avanzato non aveva incantato nemmeno nell’era “rigoliana”, ma tredici gol messi a segno in ben quattordici partite rappresentano una miseria, una media di meno di una rete segnata a partita.

Le statistiche non fanno altro che evidenziare un rendimento che non potrebbe mai e poi mai essere associato ad una squadra che come obiettivo minimo ha il raggiungimento dei playoff, del “mini-torneo” che conduce alla promozione. Sono numeri da retrocessione, o da spareggi per evitarla. Porre un attento occhio a chi sta dietro, quindi, è fondamentale, anche perché lì dietro non si resta a guardare. Al momento, l’ultima squadra che sarebbe “condannata” aa affrontare i playout è proprio il Monopoli. La sfida di domenica in terra pugliese diventa, quindi, fondamentale. Con un successo gli etnei rilancerebbero la propria candidatura verso le alture della classifica, con un pareggio otterrebbero la salvezza quasi matematicamente, ma proseguirebbero nella loro anonima stagione, con una sconfitta si aprirebbero scenari impronosticabili fino a qualche settimana fa e la paura comincerebbe a serpeggiare.

Un occhio avanti ed uno indietro. Il Catania deve archiviare, anche se è difficile, la pessima prova cui ha dato vita contro il Cosenza e cercare di portare a conclusione una stagione che rischia di venire etichettata come fallimentare. Ogni sogno di gloria è stato spazzato via, ogni ambizione ha perso valore. Finire ed archiviare, senza parole, senza proclami e, soprattutto, senza brutte sorprese, sperando in un risveglio al fotofinish.

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