Calcio Catania: settore giovanile, il bilancio di fine anno

Massimiliano Borbone traccia il bilancio dei giovani rossazzurri a pochi giorni dalla fine del 2015

In occasione della sosta di fine anno, il Responsabile del Settore Giovanile del Calcio Catania Massimiliano Borbone traccia un bilancio dei primi mesi di lavoro del “vivaio” rossazzurro, definendo obiettivi e priorità: “Ringrazio il Direttore Generale Bonanno ed il Calcio Catania per la grande opportunità che mi è stata concessa: condurre e coordinare l’attività di un gruppo di lavoro dotato di grandi qualità professionali e morali, formato da tecnici, dirigenti e collaboratori nell’organigramma del nostro Settore Giovanile. L’occasione è propizia per ribadire un concetto: le nostre formazioni giovanili non hanno obiettivi di classifica ma di rendimento, individuale anzitutto e poi certamente anche collettivo, perché la crescita del singolo si esprime e si misura nel contesto di una squadra. Una vittoria o un buon piazzamento in un campionato giovanile regalano soddisfazioni agonistiche che durano un momento; migliorare costantemente e maturare rapidamente, invece, è il presupposto di un futuro nel calcio. Soltanto crescendo ogni giorno un ragazzo può curare la speranza di affermarsi nello sport, non serve vincere a tutti i costi. In questo senso, il nostro primo obiettivo è lo sviluppo del talento del giovane, la nostra mission è riuscire a condurre in prima squadra, chiaramente non in un istante ma nel tempo, il maggior numero di giocatori. Siamo molto soddisfatti dell’impegno e della qualità del lavoro garantito dai tecnici, che spesso schierano numerosi ragazzi di età inferiore a quella prevista nelle categorie di riferimento proprio per riuscire a stimolare e misurare la crescita al cospetto di avversari più maturi, dando concretezza al principio per cui il risultato di una gara passa volutamente in secondo piano, per noi. Ringrazio il Responsabile dell’Attività di Base, Orazio Russo, per le garanzie calcistiche di primo livello e per quelle formative nei confronti dei più piccoli: siamo consapevoli di dover educare allo sport, in un’età cruciale”.

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