Calcio Catania: resurrezione o “decesso”?

A Catanzaro, il Catania è chiamato a reagire. I playoff sono ancora raggiungibili; d’altro canto, un altro passo falso suonerebbe come resa semi-definitiva.

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Encefalogramma piatto, o quasi. Il Catania del recente periodo ha visto il proprio cuore battere di rado, saltuariamente, nel vano tentativo di smuoversi da un torpore troppo lungo, da cui risvegliarsi appare impresa ardua. Gli etnei sono entrati in un tunnel la cui via d’uscita fa capolino all’orizzonte, ma che sembra impossibile da raggiungere, quasi si allontanasse quotidianamente, ogni volta che si prova a compiere un passo per avvicinarla. Uno stato catatonico dettato dal corso degli eventi. L’ultimo mese, o poco più, rossoazzurro è stato a dir poco caotico, tra repentini ed inaspettati cambi in panchina, modifiche di schemi e mentalità e conseguente drastico calo di prestazione dei giocatori. Un Catania che, grazie a Pietro Lo Monaco ed al suo staff, sta conducendo con grande acume e sapienza la “battaglia” economica, ancora lungi dall’essere vinta, ma sicuramente a buon punto, migliore rispetto a quello dello scorso giugno. Ma non ci si può permettere di guardare ad un solo “binario”, bisogna rendere anche in quello prettamente tecnico. Ecco perché, a Catanzaro, la truppa di Pulvirenti dovrà dare il via ad un processo di resurrezione concreto e tangibile, pena il “decesso”, l’abbandono di ogni utopistico sogno di gloria.

Catanzaro per reagire, per ritrovarsi, per appigliarsi a qualcosa, a qualcuno, a qualche fattore apparentemente positivo. Altro risultato diverso dalla vittoria equivarrebbe ad una cocente sconfitta. E’ vero, i playoff distano solo un punto quindi gli allarmismi delle ultime settimane sembrerebbero leggermente fuori luogo, ma il rush finale di questa “regular season” impone al Catania di cominciare a fare punti pesanti, a mettere in cascina vittorie pesanti. Da qui al termine dell’annata gli etnei avranno quattro scontri diretti dal peso specifico non indifferente, di cui tre al “Massimino” contro Virtus Francavilla, Cosenza e Siracusa. Unica trasferta da tenere particolarmente sott’occhio sarà quella di Caserta del prossimo 7 maggio, giorno in cui si saprà sicuramente di più sul destino calcistico rossoazzurro. Ma tutti i pensieri futuri, tutte le tabelle di marcia verrebbero brutalmente vanificate da un risultato negativo in terra calabra. Il “Ceravolo” non è mai stato ambiente amichevole per gli etnei e mai come domenica sarà teatro di una sentita battaglia.

Abbiamo detto dell’esigenza del Catania di conquistare i tre punti, ma la situazione in casa Catanzaro non è da meno. Appena 29 i punti in classifica conquistati dai giallorossi, facenti parte di un trenino di tre squadre appaiate in pienissima zona playout. Una stagione disgraziata quella delle aquile, costantemente con l’acqua alla gola, alla ricerca di qualcosa che potesse fare da buon viatico nel cammino verso la salvezza. Nell’ultimo turno, i calabresi hanno strappato un ottimo punto in casa della Juve Stabia, recriminando per il vantaggio gettato al vento a tempo scaduto. Segnali di risveglio, dopo un campionato in cui le vittorie sono state appena sei, di queste ben cinque tra le proprie mura, fattore che dovrà far drizzare le antenne agli etnei. 

Dal punto di vista prettamente tecnico, il divario tra le due squadre è evidente, nonostante il Catanzaro possa contare su elementi di ottimo valore come Giovinco e Cunzi. Ma i discorsi “ipotetici”, che trovano la propria dimora “sulla carta” non hanno valore per il Catania, troppo spesso ingannato dal proprio teorico valore. Domenica pomeriggio per Biagianti e compagni si tratterà dell’ultima spiaggia: vincere e solo vincere, archiviando discorsi passati e pensando al futuro. Risorgere o decedere, il bivio è servito.

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