Calcio Catania, quantità e qualità: la toppa in mezzo al campo

Certamente non è un buon momento per la squadra rossazzurra, e in particolare per gli uomini del centrocampo. Tanto lavoro per mister Giovanni Pulvirenti in allenamento

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Molti esperti del calcio, luminari del mestiere, affermano che le partite si vincono e si perdono a centrocampo. Ci sentiamo di appoggiare in parte questo assunto, analizzando il particolare momento vissuto dai centrocampisti del Catania. Nella parabola discendente del club etneo, giocano un ruolo da protagonista gli uomini della mediana. Da Scoppa a Fornito passando per capitan Biagianti, Mazzarani, Di Grazia e Bucolo.

“Una vita da mediano”, citando un celebre testo musicale, una esperienza luminare quasi per tutti ma questo fattore non sta incidendo sulle prestazioni della squadra. Una premessa: che il gioco del Catania non sia spumeggiante, certamente non è frutto soltanto dei demeriti del pacchetto centrale del campo rossazzurro. Manovra da rivedere, così come la concentrazione di diversi elementi spesso avulsi dal gioco. Ma intanto un problema a centrocampo esiste, e Giovanni Pulvirenti dovrà lavorarci.

In parte, probabilmente, ha già provato a correre ai ripari dalla trasferta di Lecce. Contro i salentini, nell’abbottonato 3-5-1-1, il tecnico etneo ha lavorato molto sulla distanza tra i reparti, sbracciandosi per indicare movimenti di ripiego e avanzamento dei centrocampisti. Operazione densità, la definiremmo così. In passato si ricordano gare in cui il Catania creava buchi, vere e proprie autostrade da far percorrere agli avversari, del tutto indisturbati, verso la propria porta, lasciando i difensori al proprio destino.

Eppure si reggeva, tutto sommato, senza prendere imbarcate, senza perdere troppo. Adesso qualche certezza è venuta meno e i limiti già esistenti si sono dispiegati nella propria vera essenza. Cattivo assortimento? Qualità e quantità si compensano? Alcuni elementi, come Mazzarani, vivono un periodo nero in questo particolare momento della stagione, altri lavorano da “adattati“. E poi, manca l’armonia. Armonia di movimenti.

E’ tempo di dare una identità, un gioco. Una fisionomia. Fino alla fine con Giovanni Pulvirenti, ha detto Pietro Lo Monaco. Tocca dunque all’eroe della Primavera e della Berretti dei miracoli, dare una quadratura prima di cadere nel baratro e perdere dalle mani l’obiettivo dichiarato per quest’anno.

 

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