Calcio Catania: una boccata d’aria fresca in un’atmosfera surreale

Spalti semivuoti, atmosfera surreale, vista raramente al “Massimino”. Ma il Catania vince, respira a pieni polmoni. Non scintilla, ma mette in cascina fieno prezioso.

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Al fischio finale della sfida tra Catania e Virtus Francavilla chiunque, all’interno dell’ambiente rossoazzurro, ha cacciato un urlo. Probabilmente non di gioia, non di soddisfazione, bensì di liberazione. Spintonare via il momento di crisi era necessario, conditio sine qua non primaria per tornare a vivere giorni tranquilli. Le cinque sconfitte avevano portato in dote confusione, incapacità di reagire, scoramento e scollamento tra tifoseria e squadra. Il manifesto ideologico di questo “contrasto” tra chi scende in campo e chi sostiene i colori rossoazzurri si è avuto proprio nel pomeriggio di ieri. Quella contro i pugliesi era una gara dal peso specifico straordinariamente importante, ma il “Massimino” mostrava un volto visto raramente, scarno, vuoi per l’orario ed il turno infrasettimanale, vuoi per un andamento tristemente lento. Un’atmosfera surreale, una gara per pochi intimi. Nonostante ciò il Catania ha vinto. Non ha sfoderato una prestazione scintillante, ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie, non tanto per la mole di pericoli creati dal Francavilla, ma per la pressante paura di non farcela, di vedere il risultato scivolare via e ripiombare nel periodo depressivo. I tre punti sono arrivati, tempestivi, quasi a fare da boccata d’aria fresca per una squadra in apnea da più di un mese.

Serviva vincere e vittoria è stata. Un Catania che si è abbarbicato agli uomini che più di ogni altro sentono questa maglia, la vivono fin da bambini o quasi. Ci si è aggrappati a Di Grazia, autore del gol decisivo e di una prestazione a tutto tondo. Corsa, sacrificio, attributi, la voglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo, la voglia di tornare ad esultare per ciò che si è sempre amato. Ci si è aggrappati a chi meno t’aspetti, un Tino Parisi sempre più in crescita, ieri sontuoso in copertura, ottimo per tempismo. Bravo a correre, senza mai fermarsi, verso il traguardo, con tutta una città addosso che lo spingeva con la “forza della disperazione”. Ci si è aggrappati a Saro Bucolo, entrato nella ripresa per fare ciò che meglio sa fare: dare l’anima. Farlo, poi, per la squadra della propria città ha tutto un altro sapore, sono bastati pochi minuti per lanciare un messaggio più o meno velato: “oggi vinciamo noi“. Ci si è aggrappati anche a coloro i quali vivono momenti di fortuna alterna, ma che quando è servito hanno risposto presente. Vedi Russotto, ancora protagonista, voglioso di riscattare quanto visto a Catanzaro, furia incontenibile sulla fascia sinistra specie nel primo tempo. Vedi un sorprendente Gil, che ha messo da parte il periodo negativo tirando fuori l’orgoglio e tenendo in piedi la baracca anche quando il fido compagno Bergamelli ha dovuto abbandonare la contesa per un problema che lo terrà lontano dai campi a lungo.

Non tutto oro è ciò che luccica, il Catania ha sofferto, non è ancora guarito, è convalescente, ma respira. A Vibo Valentia avrà la possibilità di rialzarsi, di porre fine a questo stato catatonico in via definitiva. Avrà la chance di riconciliarsi con una tifoseria che da sempre è arma impropria cui non si può fare a meno. Sembra di vivere un particolare rapporto di coppia, in cui, dopo una furiosa litigata, uno dei due amanti tiene “il muso” all’altro in attesa che questo si faccia perdonare. Niente uscite galanti, né cene a lume di candela. Per acquietare un momento di rabbia tale serve solo vincere, fare il minimo indispensabile. Le prestazioni arriveranno, per il momento contano il giusto. Serviva prendere aria ieri e così è stato.

Adesso, come detto, Vibo. Dare seguito alla vittoria di ieri è fondamentale, troppe volte il Catania si è sciolto quando meno ce lo si aspettava, troppe volte non ha sfruttato il momento favorevole. La boccata d’aria presa nel pomeriggio del “Massimino” non deve essere l’eccezione, ma la consuetudine. In attesa di tempi migliori, in attesa che l’atmosfera torni ad essere quella di sempre, con la solita unione d’intenti, verso un unico e solo obiettivo.  

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